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Contratti, pensioni e welfare aziendale. Le priorità del governo spiegate da Baretta

Europa, Banche, Italia, Baretta

Utile a ridurre la conflittualità, migliora il clima aziendale, contiene il turnover e riduce l’assenteismo. Il welfare aziendale, nella sua versione allargata dalle misure introdotte dalla nuova legge di Stabilità a partire dal 1° gennaio 2016, sarà al centro di un seminario di studio dal titolo “Il welfare aziendale tra contratto e mercato”  promosso da Ares (Associazione per il Riformismo e la Solidarietà) giovedì 14 aprile dalle ore 9:30 alle 12:30 al Tempio di Adriano (Piazza di Pietra, Roma). “Se questa normativa iniziale avrà successo noi dovremmo fissare ulteriori appuntamenti che allarghino la platea e rafforzino il vantaggio”, dice in un’intervista con Formiche.net il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Pierpaolo Baretta, che prenderà parte all’evento anche nella veste di presidente di Ares.

CHI CI SARÀ

A confrontarsi sulle prospettive del welfare in Italia ci saranno, insieme con lui, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’economista Tommaso Nannicini, il professor Tiziano Treu, dell’Università Cattolica di Milano, il professor Paolo Feltrin dell’Università di Trieste, Tiziana Bocchi, Segretario Confederale UIL, Emanuele Cipriani, COO Welfare Company, Guido Lazzarelli, Responsabile Settore Lavoro, Contrattazione e Relazioni Sindacali di Confcommercio, Francesca Mariotti, Responsabile politiche fiscali di Confindustria, Franco Martini, Segretario Confederale CGIL, Silvia Morera, PwC, Government, Partner, Gigi Petteni, Segretario Confederale CISL,e Claudio Varani, Head of Individual and Collective Incentive Systems di Telecom Italia.

COSA CAMBIA CON LA LEGGE DI STABILITÀ

La legge di Stabilità ha ampliato il paniere di servizi che posso venire defiscalizzati dalle imprese. Il che vuol dire che a parità di costo a carico dell’azienda, l’importo incassato dal lavoratore è più alto rispetto alla retribuzione ordinaria. Sono tante le prestazioni che grazie alla detassazione prevista dal governo (leggi qui tutte le novità contenute nella legge di Stabilità) a conti fatti possono alzare il salario dei lavoratori se l’azienda adotta un piano di welfare. Esse comprendono voucher per pagare l’asilo nido, assistenza ai familiari anziani, fino alle convenzioni per la spesa sanitaria.

L’INTERVENTO DEL GOVERNO

Dice Baretta: “L’intervento legislativo contenuto nella legge di Stabilità raccoglie una serie di esperienze già presenti in grosse aziende italiane che hanno da tempo intrapreso la via del welfare aziendale. La norma raccoglie queste esperienze e le aggancia con la possibilità di favorire un ulteriore sviluppo di questo settore che è importantissimo nella condizione particolare del nostro paese dove abbiamo una domanda di welfare elevata, alla quale siamo abituati, e un trend demografico, per fortuna, molto alto, in quanto siamo tra i paesi del mondo con attesa di vita più alta”, spiega il sottosegretario ricordando così le ragioni di tale intervento: “La spesa per il welfare è destinata ad aumentare, quindi bisogna integrare l’intervento pubblico con interventi di carattere integrativo. Abbiamo cominciato anni fa con le pensioni, oggi si avverte l’esigenza di allargarlo in un campo più ampio dalla sanità ai servizi”.

PMI ALLE PRESE CON IL WELFARE

Più semplice per le grandi realtà, quello del welfare aziendale è stato un terreno poco esplorato dalle piccole e medie imprese. La semplificazione delle regole potrebbe adesso determinare la diffusione di tali servizi anche nelle realtà più piccole, personalizzandoli in funzione delle esigenze espresse dai singoli dipendenti. Ma come si fa a consentirne lo sviluppo? “Lo si fa garantendo vantaggi fiscali a chi fa queste scelte, innanzi tutto. Finora la realtà è stata particolarmente attiva nelle grandi aziende perché hanno più struttura, ma abbiamo bisogno che questa esperienza si diffonda ovunque, quindi quello che conta è fare forme incentivanti di tipo fiscale che facciano si che la quota parte delle risorse, sia aziendali che dei lavoratori, che vengono investite in welfare aziendale, abbiano un vantaggio fiscale tale da diventare competitive”, osserva Baretta.
Grazie alle normative contenute nell’ultima legge di Stabilità infatti anche le piccole e medie aziende potranno mutare il premio di produttività in servizi, visite mediche, asilo nido, palestra, con un risparmio fiscale per il dipendente, in quanto i beni e servizi erogati non verrebbero tassati, a differenza del premio in busta paga, e con aumento del suo potere d’acquisto.

I PROGETTI FUTURI DEL GOVERNO

L’iniziativa sembra aver incontrato il favore di aziende e sindacati, ma il governo dovrà spingersi oltre: “Se questa normativa iniziale avrà successo, sono abbastanza convinto che lo avrà perché la domanda cresce, noi dovremmo porci ulteriori appuntamenti che allarghino la platea e rafforzino il vantaggio. Non c’è dubbio che a quel punto bisogna pensare ad un welfare più strutturato”, commenta Baretta. Cioè? “Oggi è un welfare aziendale, domani si può pensare diventi parte di un sistema più ampio, una specie di ticket che il lavoratore ha ed è indipendente dal luogo di lavoro dal quale opera. Visto tra l’altro la mobilità e la flessibilità del mondo del lavoro”, spiega il presidente di Ares.

COSA SI MUOVE SULLE PENSIONI

Intanto si riaccendono i riflettori sul fronte riforma pensioni, complice il governo Renzi che ha inserito alcuni accenni alla manovra all’interno del Documento di Economia e Finanza (DEF) che sta per esser varato, oggetto di polemiche e fraintendimenti. Autore del Ddl 857 Damiano-Baretta, che prevede l’uscita flessibile a 62 anni e 35 di contributi, con penalizzazioni decrescenti e quota 41 senza penalizzazioni ed indipendentemente dall’età anagrafica, il sottosegretario dice: “Siamo al lavoro per valutare se ci sono le condizioni per realizzare una flessibilità in uscita. Senza modificare l’impianto della Fornero, che va rispettato e difeso perché ci ha garantito l’equilibrio dei conti e ci ha messi in una posizione di vantaggio verso la Ue. Ciò non toglie che avvertiamo l’esigenza di rendere meno rigido l’accesso al pensionamento e quindi la soluzione della flessibilità in uscita appare la più idonea”. Quando? “Il governo studierà da qui alla prossima legge di Stabilità se ci sono le condizioni e nel caso ci fossero, con quali modalità realizzarla”.

RIFORMA DEI CONTRATTI AZIENDALI

Il governo, aggiunge il sottosegretario ed ex sindacalista Cisl, sta seguendo con attenzione l’evoluzione del dibattito sindacale sul rinnovo dei contratti aziendali: “La priorità sta nell’iniziativa sindacale – commenta Baretta -. Come governo non abbiamo ancora preso una decisione su quando e se fare un intervento legislativo. Al momento i sindacati e i datori di lavoro hanno di fronte a sé delle scadenze contrattuali, vedremo se da queste verranno delle novità, e sulla base di questo valuterà come muoversi”, sottolinea il sottosegretario non confermando dunque le indiscrezioni pubblicate il 7 aprile da Federico Fubini sul Corriere della Sera che vedrebbero il governo pronto già dalla prima metà del mese di maggio per approvare un decreto per la riforma dei contratti aziendali, basato sui principi di prevalenza ed esigibilità.

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