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La Francia con Dcns si aggiudica una commessa da 40 miliardi per costruire sottomarini all’Australia

La società francese Dcns, leader mondiale nel settore delle costruzioni navali, s’è aggiudicata l’appalto per la costruzione di 12 sottomarini per la marina australiana. Si tratta di un contratto storico, dal valore di 39 miliardi di dollari, che segue altri contratti multimiliardari che Parigi s’è aggiudicata negli ultimi anni: i 24 jet Rafale all’Egitto, per un valore di 5,2 miliardi, chiuso a marzo del 2015, e altri 24 venduti a marzo di quest’anno al Qatar per 7,02 miliardi, e quello in arrivo con l’India, per altri 36 dei caccia prodotti dalla Dassault Aviation.

L’annuncio ufficiale è stato dato il 26 aprile dal primo ministro australiano Malcom Turnbull, che ha comunicato che la ditta francese ha battuto la concorrenza della tedesca Thyssen Krupp e il consorzio giapponese tra Mitsubishi Heavy Industries e Kawasaki SC, che sembrava in vantaggio nell’offerta quando era in carica come primo ministro Tony Abbott. “La decisione è stata profondamente deplorevole”, ha replicato il ministro della Difesa del Giappone, il generale Nakatani, annunciando che Tokyo avrebbe richiesto giustificazioni ufficiali a Canberra.

Si tratta di un duro colpo per i giapponesi, che pensavano all’intesa come un rafforzamento geopolitico, stringendo l’alleanza con l’Australia anche nell’ottica del controllo del Pacifico, e allo stesso tempo puntavano sull’affare come lancio nipponico nella vendita di armamenti; sei giorni fa è stato presentato il primo aereo “made in Japan”, lo Shinshin X-2, caccia stealth che dovrebbe rappresentare un concorrente per prodotti occidentali come gli F-35. Il Financial Times scrive che addirittura l’Australia avrebbe chiesto l’aiuto degli Stati Uniti per gestire l’indignazione di Tokyo, e che il premier Shinzo Abe considera l’affare saltato come “una sconfitta personale”.

Dcns, controllata per due terzi dal governo francese e per il restante dalla multinazionale Thales, ha già venduto sottomarini all’India, alla Malesia e al Brasile, ma nel commentare il successo il Ceo Harvé Guillou ha chiarito che i sistemi forniti all’Australia (tra cui i nuovi sonar e la tecnologia stealth) saranno i più avanzati disponibili, simili a quelli a disposizione della marina francese. Nello specifico, verranno utilizzati gli schemi progettuali dei sottomarini nucleari francesi Classe “Barracuda”.

L’industria francese fornirà progettazione e know how, mentre i cantieri navali saranno installati ad Adelaide, e secondo Turnbull dovrebbero creare circa tremila nuovi posti di lavoro (più altri quattromila in Francia, con circa 200 società subappaltanti e un indotto previsto di altri 8 miliardi di euro); una chiave politica per far digerire l’enorme investimento in cui si è infilato il partito liberale al governo, anche in vista delle elezioni in programma il 2 luglio.

Mentre il Giappone vede allontanarsi le ambizioni di diventare un referente globale nel settore armamenti, la Francia si rafforza ancora, e dopo la serie di contrattati chiusi con l’Egitto e l’India, sia affaccia sul quadrante indo-pacifico, area in cui il rafforzamento cinese ha prodotto una sensibile corsa agli armamenti. Parigi promuove le proprie tecnologie ad acquirenti interessati, e rischia la concorrenza con gli americani, che comunque entreranno in parte nell’affare con Lockheed Martin e Raytheon che sono in gara per aggiudicarsi i sistemi d’arma ospitati nei Barracuda australiani.

 

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