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Veneto Banca, tutte le relazioni del neo presidente Stefano Ambrosini

Esito per molti versi a sorpresa ieri assemblea di Veneto Banca. A vincere è stata la lista degli azionisti dell’istituto con sede a Montebelluna che aveva contestato l’azione del cda uscente e pure gli sbuffi che erano giunti dalla Banca centrale europea. E’ stato eletto presidente Stefano Ambrosini (a destra nella foto) rispetto al candidato che era ritenuto vincente, Pierluigi Bolla.

IL VOTO ANALIZZATO DA MF/MILANO FINANZA

“Ieri gli azionisti – ha scritto oggi il quotidiano Mf/Milano Finanza – dell’istituto di Montebelluna riuniti a Mestre non si sono lasciati intimorire dai moniti dell’autorità di vigilanza e sono stati protagonisti di un ribaltone clamoroso”. Con il 57,9% dei voti — contro il 37,1 — il rinnovo del consiglio di amministrazione ha premiato la lista di minoranza, presentata da due organizzazioni di soci e manda a casa quella che vedeva schierati gli amministratori uscenti. “Il torinese Stefano Ambrosini è il nuovo presidente, primo non veneto nella storia dell’istituto di Montebelluna – scrive il Corriere della Sera – segno evidente di una discontinuità a lungo invocata anche dalle autorità di vigilanza, che ora sta iniziando a trovare conforto nei fatti”.

I NUMERI DELL’ASSEMBLEA

Il 37% dei voti — 7 mila i soci presenti, in rappresentanza del 32% del capitale — vale comunque due posti nel prossimo cda e così con l’amministratore delegato uscente, Cristiano Carrus, “continuerà a sedere nella stanza dei bottoni l’ex presidente Pierluigi Bolla, che nei giorni scorsi aveva attaccato senza mezze misure la lista concorrente”, sottolinea il Corriere della Sera. Bolla è entrato in corsa a sostituire Francesco Favotto nell’autunno scorso, ma ieri non è riuscito a convincere i soci della sua volontà di rinnovamento.

COSA (NON) SUCCEDERA’ AI PASSATI VERTICI

Ora Veneto Banca volta pagina. Ma c’è l’incognita dell’aumento di capitale e il possibile intervento a sostegno del Fondo Atlante. E resta ancora incerta l’azione di responsabilità verso i precedenti amministratori. Ambrosini è stato chiaro: “Chi sbaglia paga”. Ma l’azione non è partita ieri perché, ha sottolineato il neopresidente, non essendo all’ordine del giorno era a rischio di legittimità: “Serve un mese, un mese e mezzo, per un supplemento di indagine”, ha detto.

CHI E’ AMBROSINI

Avvocato civilista dal 1995, specializzato in diritto fallimentare, societario, bancario e dei contratti commerciali, dal 2008 è consigliere della Compagnia San Paolo, la seconda fondazione più importante in Italia. Dal 2015 è presidente del consiglio di amministrazione di Eurofidi, che con quasi tre miliardi di euro di garanzie è fra i maggiori consorzi d’Europa.

VITA E ATTIVITA’

Sposato con la collega Carla Scribano, “figlio di un magistrato – si legge qui – Ambrosini è esperto di ristrutturazioni societarie, ed è stato il protagonista del salvataggio degli stabilimenti ex Bertone, ormai nelle mani di Fiat e in procinto di riprendere la produzione con i modelli Maserati. Dalle sue mani sono passati gli spinosi casi di Asa e Asm, società multiservizi rispettivamente del Canavese e di Settimo Torinese”.  Se il suo avversario Bolla è stato impegnato in politica con il centrodestra (è stato anche assessore nella giunta veneta presieduta da Giancarlo Galan), l’avvocato Ambrosini è considerato vicino al Pd ma non ha disdegnato di coltivare amicizie anche nelle file del Pdl, in particolare con Gianni Letta. E proprio da Letta pare sia stato indicato per fare il commissario straordinario della bad company Alitalia.

GLI INCARICHI

L’anno scorso Ambrosini, come ricorda il Corriere della Sera, è stato nominato dal ministro della Giustizia componente della commissione riforma della legge fallimentare, nell’ambito della quale sta redigendo la bozza di legge delega degli accordi di ristrutturazione e del concordato preventivo. Ma la notorietà a livello nazionale gli era arrivata per molte delle sue attività da commissario straordinario del Gruppo Alitalia, della Bertone e del Consorzio ASA, nonché commissario giudiziale in importanti concordati preventivi (fra i quali quelli del Porto di Imperia, della Fashion Network del Gruppo Burani, delle società del Gruppo Exergia e della Fondazione Salvatore Maugeri), su designazione di alcuni fra i maggiori tribunali italiani.

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