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Ora gli Stati Uniti d’Europa

La Gran Bretagna è fuori dall’Unione Europea. Attraverso un Referendum il popolo ha deciso: il 52% ha detto di non voler restare nell’UE. Si tratta di una scelta che ha sorpreso molti e che deve essere rispettata.E questo vale per tutti: vale per chi ha richiesto il Referendum, secondo me sbagliando, e vale per chi ha perso.

Si legge di voler fare un “bis“. Non siamo a teatro, non è un gioco. Non è si può davvero credere che quando un risultato non ci piace, si possa resettare il tutto e ricominciare. Non è il game over di un videogames. Dove si hanno vite infinite da giocare. Non è serio. E bene hanno fatto Schulz e Juncker a dire: non si torna indietro.

Bisogna essere seri e credibili. L’UE ha adesso una sfida immensa davanti: tenere le fila della discussione e guidare il cambiamento che serve a tutte e tutti noi. Bene, quindi, la convocazione a Berlino del vertice straordinario e la scelta, come indica la FAZ, di Angela Merkel di creare una regia con Italia e Francia per questa transizione.

Si tratta di un passo fondamentale: un comitato ristretto, fatto dai tre grandi Paesi europei che hanno fondato, assieme ad altri naturalmente, l’Unione europea. Si tratta di un passaggio storico fondamentale. Bisogna cogliere l’opportunità in questa situazione che appare drammatica, perché incerta e senza precedenti.

La Gran Bretagna, hanno detto Schulz e Juncker, è stata un partner complesso, che ha avuto un atteggiamento sempre ambiguo. Un piede dentro e un altro fuori. E questo lascia anche pensare che forse non tutti sono così scontenti di questa uscita. Non che altri Paesi dell’UE abbiano reso il gioco facile agli altri. Questo va detto. Gli ostacoli alla realizzazione di una vera unione europea economica e politica sono stati molti e hanno avuti tanti autori. Adesso però, non si può più perdere tempo. Il passaggio dalla confederazione di egoismi alla federazione di Stati è l’atto dovuto per scongiurare la disaggregazione politica, sociale ed economica del continente europeo.

Non si può più vendere fumo, lanciare qua e là speranza. Le cittadine e i cittadini vogliono risposte chiare, coerenti e serie ai tanti problemi che affliggono le loro (nostre) vite. Non c’è tempo da perdere. Italia, Francia e Germania devono ora guidare l’UE verso il futuro che da troppo tempo attende di realizzarsi: ripetiamolo con forza, sono gli Stati Uniti d’Europa.

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