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Così Gotti Tedeschi ha scudisciato i politici al Cantiere di Salvini

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E’ arrivato in punta di piedi, lontano dai riflettori delle telecamere. Ha chiesto di parlare per primo dal palco così da poter rincasare subito ed evitare di mischiarsi ai conciliaboli politici; e una volta al microfono, ha severamente bacchettato la classe politica italiana alla quale ha sottoposto alcune concrete proposte di politica economica. Poi, terminato il suo intervento, è volato via subito.

Una vera e propria toccata e fuga quella fatta da Ettore Gotti Tedeschi ieri al Cantiere del centrodestra convocato da Matteo Salvini a Parma, dove l’economista e banchiere ex presidente Ior non s’è tirato indietro nel fornire la sua ricetta economica. Invitato dal deputato leghista Giancarlo Giorgetti, che ai tempi della presidenza alla Commissione Bilancio della Camera lo aveva convocato più volte per audizioni, Gotti Tedeschi è stato attento a non mischiarsi alle diatribe politiche del centrodestra, limitandosi a fornire il contributo richiesto, come ripercorso in questa conversazione con Formiche.net.

LA STOCCATA AI POLITICI

“Ho iniziato il mio intervento in maniera provocatoriamente arrogante – riferisce l’ex presidente Ior -, tanto che le mie prime parole sono state: sappiate, signori politici, che di voi non ho nessuna considerazione per quello che non avete fatto. Non avete fatto nulla, avete soltanto chiacchierato”. “Oggi sono cambiati tutti i grandi meccanismi con cui si gestisce il governo di un Paese, ma scommetto che questo i nostri politici neanche lo sanno – continua -. Ho fatto un esempio: davanti alla scelta se puntare sulla ripresa dei consumi oppure su un consolidamento dei risparmi delle famiglie italiane, tutti sarebbero d’accordo con la prima opzione. E invece io dico di no: i consumi degli italiani oggi riguardano per il 60% merci importate, che non creano posti di lavoro in casa nostra. Al contrario i risparmi delle famiglie potrebbero fornire più materia prima alle banche per fare credito”.

IL NUOVO ORDINE ECONOMICO MONDIALE E’ FALLITO

“Negli ultimi 40 anni si è cercato di avviare un processo per l’instaurazione di un nuovo ordine economico mondiale, a cominciare dal rapporto Kissinger degli anni ‘70 che prevedeva un mondo dove le culture fossero più omogenee con il ruolo degli organismi internazionali chiamati a gestire il potere mondiale in maniera sempre più integrata e globale, ridimensionando le religioni troppo dogmatiche e frenando la crescita della popolazione”. Ebbene, è il convincimento di Gotti Tedeschi, “tutto questo è fallito; il crollo delle nascite ha provocato la più grande crisi del mondo occidentale, sgonfiando la grande bolla che da 30 anni ci fa vivere di consumismo invece che di crescita, sacrificando il risparmio e imponendo la delocalizzazione produttiva per avere prodotti sempre a minore costo e aumentare in maniera spropositata in consumi con il consumismo a debito”.

IL PROBLEMA NON E’ IL DEBITO MA IL PIL FERMO

Davanti alla platea del centrodestra, l’economista cattolico ha aggiunto: “Non è vero che il problema dell’Italia sia il debito pubblico. Il problema è che non stiamo facendo nulla per avviare la crescita del Pil. Il problema è che non sappiamo gestire i due grandi vantaggi competitivi che il nostro Paese possiede: 50mila medie imprese con capacità di innovazione e il risparmio degli italiani”. Secondo Gotti Tedeschi occorre “una strategia di valorizzazione del nostro risparmio unitamente al sostegno di queste imprese. E’ una proposta che faccio ormai dal 2010, ma nemmeno vengo ascoltato”. Il motivo? “L’Italia sta meglio di molti altri Paesi, se sommiamo il debito pubblico ai tre debiti privati di famiglie, banche e industrie, siamo davanti a Francia e Spagna e poco dietro la Germania. Ma seguire queste politiche che propongo significa avviare una crescita fuori dal contesto di controllo europeo”.

RIVEDERE IL TRATTATO DI MAASTRICHT

A quella stessa platea di centrodestra dove non manca chi, come la Lega, chiede l’uscita dell’Italia dell’euro, Gotti Tedeschi ha detto che “è arrivato il momento di ridiscutere il Trattato di Maastricht per ottenere almeno tre vantaggi”. Che l’ex presidente Ior spiega a Formiche.net: “Per prima cosa, dobbiamo smetterla di dire no agli aiuti di Stato, perché se sono contingenti e specifici su un progetto di crescita economica e di investimento, in questo momento si rilevano fondamentali. Dopodiché, serve l’emissione di eurobond unitamente alla famosa bad bank per darci la possibilità di risolvere i problemi delle nostre banche come hanno fatto altri Paesi; infine, anche se fa venire i brividi ai liberisti come me doverlo dire, dobbiamo attuare forme di protezione in segmenti di mercato dove la competizione è disonesta, dove la competizione viene da Paesi che utilizzano un modello incivile e non consentono alle nostre imprese di riprendere la produzione”. “Se otteniamo questi tre vantaggi – ragiona Gotti Tedeschi – l’Italia può ripartire da domani mattina con vantaggio per tutta l’Europa”.

CHI PORTA AVANTI QUESTE ISTANZE?

Resta però da capire un dettaglio di non poco conto: chi può portare avanti queste proposte economiche? “Non sono in grado di saperlo – risponde l’economista -, ma quando leggo che esponenti importanti della politica italiana dicono che non si possono lasciare al voto popolare decisioni di grande importanza come la permanenza nell’Ue, mi vengono i brividi. I politici italiani non hanno capito quel che è successo, la Brexit non ha messo l’Europa in discussione, ha messo in discussione i cattivi gestori di questi ultimi anni. La Brexit è stato un voto contro la nomenklatura europea, non contro l’Europa come invece certi stolti vorrebbero fare credere”.
Alla domanda se, considerato anche l’evento di ieri a Parma, ci sia qualche partito o dirigente politico italiano che possa accogliere e dare concreta attuazione alle proposte economiche avanzate, Gotti Tedeschi risponde così: “La persona che io conosco all’interno della classe politica italiana che queste le percepisce è Giulio Tremonti”.

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