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Libri: La Generazione Futura raccontata da Francesco Fravolini e Maria Cristina Picciolini

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«Il nostro presente resta indiscutibilmente l’unico momento utile a creare un’alleanza generazionale che non ci veda trincerati dietro la falsa idea di rottamare qualcuno, ma al contrario ci scopra convintamente partecipi alla creazione di un futuro migliore, perché sono le nostre scelte, le nostre azioni in questo istante a determinare la fortuna del nostro domani; non ho mai conosciuto un padre o una madre più felici nel pensare di aver lasciato ai propri figli un posto migliore di quello che loro avevano trovato».
Questa breve frase significativa è contenuta nella prefazione dell’imprenditore della green economy e presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confapi Angelo Bruscino del libro Generazione Futura – Fiducia, Coraggio, Possibilità raccontati da dieci personaggi – Omnia One Group Editore, che spiega e sintetizza in modo chiaro il contenuto del volume dedicato ai giovani dove gli autori, Francesco Fravolini e Maria Cristina Picciolini, raccolgono dieci testimonianze di autorevoli personaggi della cultura, dell’imprenditoria, dell’informazione, della scuola, della società, della lirica; in questi racconti sono contenute alcune indicazioni per risolvere il problema occupazionale. Certamente il volume non raccoglie ricette particolari o metodi miracolosi; vuole essere un momento di riflessione sulla situazione sociale dove i giovani pagano un prezzo troppo alto. È proprio la nuova generazione, troppo spesso abbandonata a se stessa, troppo spesso vittima inconsapevole di un sistema che premia soltanto quelli con una famiglia blasonata alle spalle, la grande ricchezza del Paese che deve essere adeguatamente valorizzata. Una nazione non può dimenticare i propri figli perché è una cattiva famiglia. L’Italia, come del resto anche negli altri Paesi, è una sorta di famiglia dove è importante gestire le risorse umane per dare alle nuove leve la giusta opportunità lavorativa.
«I giovani sono una risorsa culturale sacrificata dalla crisi economica, dai dissesti finanziari provocati da una cattiva politica italiana, dalla visione ancora assente del futuro della nazione; le grandi eccellenze rischiano di non essere giustamente valorizzate nelle loro sfaccettature. Porsi delle domande – scrive Francesco Fravolini nell’introduzione del libro – agevola a trovare quelle soluzioni adeguate che sono a portata di mano della nuova generazione. Per crescere e maturare nel mondo in cui viviamo servono creatività e innovazione. La società chiede di uscire dagli schemi tradizionali del XX secolo ed esige allontanamenti dalle realtà economiche per alimentare l’immaginazione e stimolare al confronto. Non è sempre negativo emigrare verso nuovi orizzonti perché vuol dire maturare con autentiche esperienze di vita, al fine di trovare originali stimoli alla personale intelligenza. Non sentirsi costretti ma adattarsi a questo cambiamento con uno sguardo diverso, significa apprezzarlo come un dono e una possibilità di credere alle proprie potenzialità. Sono aspetti importanti per favorire un approccio opportuno alle vicissitudini della vita. Puntiamo sull’innovazione digitale che stravolge le abitudini di vita e di lavoro ma consente, al tempo stesso, una maggiore facilità di conoscere. C’è una scrematura da fare con minuziosa attenzione ma è un mondo affascinante che apre a nuove possibilità, forse per molti ancora da conoscere». C’è un’altra riflessione per capire lo spirito del contenuto del libro che vuole entrare nelle situazioni difficili dove la speranza deve essere costantemente accesa per valorizzare le opportunità per i giovani. La coautrice, artista conosciuta, vuole soffermare la sua analisi come genitore, fornendo la sua esperienza di vita avendo vissuto per circa 20 anni in Germania. È un paragone con altre civiltà che può aiutare a comprendere dinamiche italiane spesso contraddittorie e addirittura sconosciute. «Come genitore, come artista e come persona – scrive Maria Cristina Piccolini nell’introduzione del libro – che è stata impegnata molti anni nella vita sociale e artistica nel Paese di adozione in cui ha vissuto, e in quello di origine in cui è tornata, non posso fare a meno di osservare le differenze socio-culturali che fanno ancora oggi della Germania e dell’Italia due realtà diverse da sempre. Due Paesi che continuano a dialogare sotto ogni punto di vista; l’evoluzione ha un altro significato, un’altra logica, un’altra onestà morale. In questo ritorno in Italia ho avuto di nuovo la possibilità, da Nord a Sud, di confrontarmi con la realtà di tutti i giorni, trovando una società ricca di talenti dove troppo spesso non trovano la propria strada oppure vengono ostacolati durante il cammino, da un Paese che non capisce cosa deve fare per crescere. Dove giovani di ogni età, spesso coscienti delle loro possibilità, sono privi di iniziativa e non trovano stimoli né dai genitori, né dalla scuola. Dove adulti senza lavoro cadono nella disperazione di fronte all’ennesimo rifiuto e, quelli con un lavoro, diventano agguerriti senza pietà di fronte a quello che potrebbe sfuggirgli di mano; senza pensare che l’amore per il proprio lavoro e il bene comune per un progetto, può portare solo a stimoli concreti e forse ad una certa “salvezza” in una società persa e confusa, dove mancano le possibilità di riflettere sulle potenzialità che abbiamo e che potremmo sfruttare: tutti si aspettano che qualcosa cambi e nessuno si muove concretamente».

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