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Olimpiadi Rio, ecco quanto valgono davvero le medaglie d’oro di Basile, Garozzo e Campriani

Le medaglie di Rio 2016 sono le più grandi mai assegnate durante i giochi moderni, pesano 500 grammi e contengono sei grammi di doratura, per un valore di 52 dollari (46,6 euro al cambio attuale). Fabio Basile, Daniele GarozzoNiccolò Campriani, i primi atleti italiani ad aggiudicarsela, si portano però a casa una medaglia d’oro di un valore inferiore rispetto a quattro anni fa, quando, al termine dei Giochi di Londra 2012, il prezzo dell’oro ha portato il valore di una medaglia a 312,78 dollari.

LO STUDIO

A sostenere che gli atleti che stanno rappresentando l’Italia a Rio 2016 gareggino per medaglie di un valore di 47 euro è IG.com, società esperta nel trading online, secondo la quale durante i 16 giorni di gare saranno presentate sul podio 812 medaglie d’oro per un valore complessivo di 213mila dollari (190mila euro). Anche se i prezzi dell’oro stanno crescendo dall’inizio del 2016, e nonostante le medaglie di Rio 2016 siano le più grandi mai assegnate durante i giochi moderni, la società sottolinea che saranno rivestite con soltanto sei grammi di oro, per cui gli italiani che sperano nell’oro alle Olimpiadi in Brasile saranno in competizione per una medaglia di un valore in dollari notevolmente inferiore rispetto ai Giochi di Londra 2012.

Ecco come i principali atleti hanno visto cambiare il valore delle loro medaglie nel corso della carriera secondo IG.com.

LE MEDAGLIE DI RIO

Confrontando il valore dei sei grammi di oro contenuti in ogni medaglia d’oro come stabilito dal Comitato Olimpico Internazionale, IG afferma che molti atleti vedono il valore delle loro medaglie cambiare in modo significativo nel corso del tempo, come il velocista Usain Bolt, che risulta essere tra gli atleti che beneficiano maggiormente delle fluttuazioni del mercato delle materie prime.

COSA CAMBIA PER BOLT, VEZZALI E DI FRANCISCA

La ricerca, disponibile qui, effettuata da IG Group sul valore delle medaglie d’oro vinte dai più celebri atleti Olimpionici, dimostra che la medaglia d’oro di Usain Bolt, vinta nel 2012 a Londra, aveva un valore nettamente superiore rispetto a quello dell’oro Olimpico vinto dallo stesso atleta nel 2008 a Pechino.

Usain Bolt ha avuto tanto successo sui mercati delle materie prime quanto ne ha avuto in pista, soprattutto grazie al rapido deprezzamento del dollaro giamaicano nei confronti del dollaro statunitense che ha portato il valore delle sue medaglie ad aumentare notevolmente nel paese d’origine. Dopo aver perso una medaglia d’oro del valore di 77,8 dollari (o 4773 dollari giamaicani) nel 2004, le sue tre medaglie d’oro di Pechino 2008 gli sono valse l’impressionante somma di 159 dollari (JMD11,447) ciascuna. Le tre medaglie da lui vinte a Londra 2012, invece, avevano un valore di $312,78 e quindi JMD 27,927, con un vertiginoso aumento del 485%.

I dati rilevati da IG, frutto del monitoraggio del prezzo dell’oro durante il più grande evento sportivo del mondo negli ultimi 20 anni, mostrano, inoltre, che quando Valentina Vezzali ha vinto la sua medaglia d’oro nella competizione femminine nel fioretto individuale a Sydney 2000, questa aveva un valore di 52,8 dollari, o 46,6 euro (al tasso di cambio del 2000), in base al prezzo dell’oro in essa contenuto. L’oro di Elisa Di Francisca a Londra 2012, 12 anni dopo durante lo stesso evento, valeva, invece, $ 312,8 o 276,3 € (secondo i tassi di cambio del 2012). In 12 anni, il valore dell’oro della medaglia olimpica era aumentato del 592%.

LE FLUTTUAZIONI DEL PREZZO DELL’ORO

Considerando le notevoli fluttuazioni del prezzo dell’oro che hanno mutato il valore delle medaglie in modo significativo, Filippo Diodovich, analista di IG Italia, ha confermato: “Negli ultimi 10 anni il prezzo dell’oro ha evidenziato un forte rialzo superiore al 150% per tanti fattori. La ragione principale è stata la crisi finanziaria che ha colpito le economie mondiali e che ha reso molto appetibile l’investimento nell’oro, considerato da sempre come il principale bene in cui rifugiarsi”.

“Le stesse banche centrali mondiali hanno abbassato i tassi d’interesse a livelli prossimi allo zero rendendo meno vantaggiosi gli investimenti in attività rischiose. Anche la debolezza del dollaro, correlato negativamente all’andamento delle quotazioni dell’oro, ha contribuito ad ulteriori acquisti del metallo prezioso. Anche se la quota dei 2000 dollari l’oncia non è mai stata raggiunta l’oro si mantiene sempre su livelli molto forti e potrebbe farlo ancora a lungo”.

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