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Cosa succederà ad Alcoa?

La vertenza sullo stabilimento Alcoa di Portovesme non riesce ancora a trovare soluzione.

CALENDA E L’AZIONE DEL GOVERNO

“È come un tempo che si protrae di nuovo ogni volta che ci incontriamo”, ha sintetizzato il ministro Carlo Calenda che oggi ha presieduto al dicastero dello Sviluppo economico l’incontro tra i sindacati metalmeccanici, la Regione Sardegna e la delegazione ministeriale. Proprio il responsabile del ministero dello Sviluppo economico ha tenuto a ribadire che il governo ha fatto tutto quello che umanamente e tecnicamente era possibile per dare un epilogo positivo a questa vicenda, seguita da vicino dallo stesso Presidente del Consiglio. Infatti, alla riunione tenuta questa mattina a Roma, nell’aula Parlamentino, nel palazzo tra via Veneto e via Molise, hanno partecipato anche la viceministra Teresa Bellanova, il presidente della regione sarda, Francesco Pigliaru, e l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras.

SFUMA L’OFFERTA DI GLENCORE

L’obiettivo delle parti coinvolte nel “summit” ministeriale è rimasto quello di definire le azioni utili all’obiettivo di garantire la produzione di alluminio nel Sulcis, un risultato utile all’approvvigionamento manifatturiero per l’intero Paese. Di fatto la candidatura di Glencore a rilevare lo stabilimento siderurgico pare ormai svanita, anche se solo formalmente la società anglo svizzera non ha ancora sciolto la riserva sulla proposta avanzata dal governo. Tale offerta riguarda i costi energetici e gli strumenti di incentivazione già considerati conformi dalla Commissione europea e giudicati positivamente dalla stessa azienda.

L’OPINIONE DI GAMBARDELLA

“Il Governo ha fatto quel che doveva fare garantendo le condizioni sulle tariffe energetiche previste nel ‘Memorandum of Understanding’ con la Glencore. Ma il rapporto con la suddetta società è destinato, di fatto, a chiudersi con un nulla di fatto. Siamo rammaricati e preoccupati”. Così Guglielmo Gambardella, coordinatore di settore della Uilm nazionale per il settore siderurgico, ha sintetizzato l’incontro in questione. “Non bisogna perdere altro tempo – ha continuato Gambardella – perché i livelli occupazionali e le potenzialità produttive di alluminio non ricevano altri danni. La nuova normativa energetica può riaprire la possibilità di contatti con altri investitori. Il mese d’agosto non può trascorrere invano. Il sito di Portovesme abbisogna di un piano industriale credibile, affinché possa riaprire e tornare a produrre. Col governo ci ritroveremo a settembre”.

L’INVITO DI BENTIVOGLI

Marco Bentivogli, segretario generale della Fim ha diffuso una nota contenente un ampio resoconto di quel che è accaduto oggi. “Il ministro Carlo Calenda – si legge nel testo sindacale – ha fornito un report delle ultime settimane in cui il Mistero dello Sviluppo Economico e la Presidenza del Consiglio ha operato affinché la richiesta di Glencore 25 mw/h fosse approvata dentro un nuovo schema con autorizzazione energia da parte di Bruxelles, a questo è stata aggiunta la disponibilità ad un contratto di sviluppo e investimenti con Invitalia. Il nuovo schema verificato con Autorità dell’Energia e Commissione porta il prezzo dell’energia a 25,7 € MW/h. Su queste basi si sono svolti diversi incontri tecnici su richiesta da parte di Glencore sul nuovo schema e la necessità di essere asseverato da Bruxelles. Il MiSE ha chiesto ‘comfort letter’ a Bruxelles che è arrivata molto rapidamente. Anche la disponibilità di Enel arrivata al termine dell’incontro con Daniel Goldberg. Il ministro ha richiesto di effettuare la due diligence entro l’estate per confermare propria disponibilità all’acquisizione, ma Glencore non ha risposto positivamente e ha effettuato ulteriori richieste: normativa garantita per 10 anni e in caso diverso compensazione a carico di Enel più garanzie qualsiasi cosa accada la tariffa non cambia. Il Ministro ci ha confermato che Glencore ha fatto queste richieste sapendo che erano impraticabili perché tutto ciò sarebbe infrazione e sanzione da parte dell’Europa. Come fa il Governo a dare garanzie anche per i Governi che verranno in futuro? Non solo, tale garanzia sarebbe valutata dalla Unione Europea come grave infrazione che avrebbe effetti negativi non solo sulla vertenza ma su tutta l’industria pesante. Enel questa mattina ha presentato un documento scritto specificando che è impossibile assumersi rischio di tariffa blindata a 10 anni e che ciò non avviene in nessun paese europeo. Il ministro ritiene che questa risposta, da parte di Glencore, non possa attendere oltre, entro questa settima appuntamento telefonico con Ivan Glasemberg, Ceo Glencore, perché si assuma la responsabilità di dare una risposta definitiva. Inoltre, si ritiene che le condizioni del costo energetico siano oggi ottime per altri potenziali investitori. Da subito il MiSE presenterà una presentazione delle condizioni e a fine agosto inizierà alcune ‘call’ verso potenziali investitori. Inoltre, il Ministro ha sollecitato la Regione Sardegna ad effettuare la domanda per la concessione dello status di ‘area di crisi complessa’. È stato fissato il prossimo incontro riunione la prima settima di settembre. Nel frattempo il tema degli ammortizzatori è sempre più drammatico, per noi non si può gettare la spugna per una vertenza decisiva ma allo stesso tempo bisogna lavorare per soluzioni vere dando maggiore trasparenza alle ipotesi di cessione, come in quest’ultima fase ci sembra di riscontrare. I lavoratori hanno bisogno di speranze concrete ma basate su informazioni vere, in questi anni di trattativa esclusiva con Glencore in troppi si sono sentiti autorizzati a prendere in giro i lavoratori del Sulcis”.

LA RICHIESTA DI RAPPA

I sindacati hanno chiesto che venga sciolta ogni riserva da parte di Glencore. “È evidente – ha commentato il segretario nazionale Fiom Rosario Rappa – che la Glencore dovrà sciogliere la riserva una volta per tutte: confermare, come chiediamo, le proprie intenzioni di acquisire lo stabilimento, avviando immediatamente la due diligence funzionale sia alla redazione del piano industriale che alla predisposizione del contratto di sviluppo proposto dal governo, oppure dichiarare il suo disimpegno. È indispensabile assicurare una prospettiva e ridare fiducia alle centinaia di lavoratori che attendono da anni il riavvio di un’attività produttiva strategica e unica per l’intero Paese. In ogni caso il sindacato chiede che siano adottate, nella fase di transizione, misure di sostegno per i lavoratori, rafforzate dal riconoscimento dello status di Area di crisi complessa che la Regione si è impegnata a chiedere immediatamente. Il governo nazionale, al quale i sindacati riconoscono i passi avanti compiuti insieme alla Giunta regionale per risolvere la vertenza, si è detto disponibile a vagliare, nella valutazione conclusiva che sarà oggetto di un confronto con i vertici Glencore la prossima settimana, le eventuali richieste mettendo a disposizione tutto ciò che è legittimo e possibile fare nel rispetto delle regole, costruendo gli ulteriori avanzamenti possibili. Se Glencore dovesse disimpegnarsi che lo dica subito in modo che, sulla base delle positive condizioni già acquisite e offerte a Glencore su energia e incentivi, si possa avviare una nuova fase di ricerca di altri investitori nazionali e internazionali, a partire da alcuni soggetti per cui è già ipotizzabile una manifestazione di interesse”.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

È stato deciso che, lunedì 5 settembre, governo, l’istituzione regionale della Sardegna ed i sindacati si ritroveranno al ministero dello Sviluppo economico per fare il punto della situazione.

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