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Corte dei Conti e Tod’s di Della Valle battibeccano sul Colosseo

La Corte dei conti ha puntato la sua lente di ingrandimento sui lavori di restauro del Colosseo per mano del Gruppo Tod’s di Diego Della Valle: ritardi nei lavori, poca chiarezza nel contratto, scarsa valorizzazione del bene e la scarsa valutazione da parte dell’amministrazione pubblica di un bene inestimabile come il Colosseo.

Le valutazioni della Corte sono contenute nell’indagine sulle “Iniziative di partenariato pubblico-privato nei processi di valorizzazione dei beni culturali” per gli anni 2012-2015 pubblicata l’8 agosto scorso (qui la relazione completa). I magistrati contabili hanno avanzato “perplessità sotto il profilo dell’economicità dell’operazione” e di ritardi nell’avvio di una parte dei lavori, sulla quantità e durata dei diritti d’uso del “marchio Colosseo” concessi a Tod’s e all’Associazione amici del Colosseo, che non sarebbero stati valutati adeguatamente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, trattandosi di “un monumento di fama mondiale” che la compagnia di Della Valle pagherebbe, “a fronte di una esclusiva sicuramente ultraventennale”, solo 1.250.000 euro all’anno.

IL MARCHIO COLOSSEO

“Il finanziamento a carico dello sponsor (Tod’s, ndr) — spiega la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato — non tiene conto del valore economico del contratto, trattandosi di un monumento di fama mondiale, anche in considerazione dell’ampio elenco dei diritti concedibili e della durata almeno quindicennale dei diritti concessi all’associazione, poiché essa costituisce un’emanazione della società Tod’s”. Secondo il contratto, infatti, l’Associazione amici del Colosseo avrebbe il diritto di uso esclusivo dell’immagine del Colosseo per 15 anni dalla sua costituzione (“di cui non si ha notizia”, segnala la Corte), eventualmente prorogabili. “A fronte di una esclusiva sicuramente ultraventennale – si legge nella relazione -, il corrispettivo pagato dallo sponsor ammonta a euro 1.250.000 ad anno (importo che si ottiene dividendo la somma di 25.000.000 euro, che corrisponde al finanziamento totale offerto dallo sponsor, per il tempo di durata dei diritti concessi all’associazione)”. Senza tenere conto dei possibili ritardi nella conclusione dei lavori, che potrebbe prorogarne lo sfruttamento.

MODIFICHE DALL’AVVISO INIZIALE

“Sul punto, l’originario avviso pubblico aveva espressamente previsto che i diritti d’uso fossero concessi per la durata dei lavori e non per periodi ulteriori”. Nel contratto si stabilisce, però, che “i diritti dello sponsor si protraggono per i due anni successivi alla conclusione dei lavori allo stato completati in minima parte senza che ciò comporti corrispettivi aggiuntivi al contributo e, per l’altro, che quelli concessi all’associazione avranno una durata di quindici anni a partire dalla data della sua costituzione.

RITARDI NEI LAVORI

La prima fase dei lavori di restauro (restauro dei due prospetti con la realizzazione delle cancellate) si è conclusa lo scorso 22 aprile e il primo luglio il Colosseo restaurato esternamente è stato inaugurato da Renzi, Franceschini, Zingaretti e Della Valle (qui tutte le foto). Ma per questa prima tranche di lavori la Corte dei conti ha segnalato un ritardo di un mese circa (si sarebbero dovuti concludere il 16 marzo 2016) mentre ancora niente di fatto per la costruzione di un centro servizi/biglietteria, sospesa a causa di una revisione del progetto da parte dell’amministrazione, a cui seguirà “la pubblicazione di un nuovo bando con procedura aperta”.

mibact tabella colosseo

LE NUOVE TAPPE DEL RESTAURO

“Per i lavori relativi al restauro degli ambienti interni del monumento – scrive poi la Corte dei conti – non è stata ancora avviata alcuna procedura di selezione del contraente. L’amministrazione, per non creare situazioni di sovrapposizione con le altre opere in corso, ha volutamente differito la fase di progettazione ed esecuzione, in quanto la contemporaneità dei lavori sarebbe stata pregiudizievole per la continuazione dell’attività di visita”. Inoltre ad aggiungersi al piano di restauro di Tod’s si è sommato un intervento del Mibact da 18 milioni di euro che prevede la realizzazione della copertura dei sotterranei con un nuovo piano dell’arena. “Allo stato, il progetto è disponibile e la pubblicazione del bando di gara è stata programmata in tempi brevi. Per gli ambulacri e l’adeguamento impiantistico si procederà con un nuovo bando di gara, ma i tempi saranno differiti perché sono ancora in corso gli studi propedeutici alla stesura del progetto da porre a base d’asta”, scrive la Corte.

LA RISPOSTA DI TOD’S

La risposta di Tod’s non si è fatta attendere, e un portavoce del Gruppo ha spiegato: “Sui lavori per il centro servizi c’è stato uno slittamento, ma suppongo che il bando venga realizzato entro il 2016 e l’opera completata entro due anni”. A spiegare i ritardi anche la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, sentita dal Messaggero: “Di ufficiale la Corte dei Conti non ha ancora mandato nulla – ha affermato Rea -, apprendiamo la notizia dalla stampa” e sulla seconda fase dei lavori specifica che i ritardi “sono dovuti al fatto che abbiamo dovuto abbinarla alle indagini preventive per la ricostruzione del piano dell’arena. Ma il bando è partito, sono già intervenute le ditte per svolgere i sopralluoghi”.

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