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Finmeccanica, cosa succede in Inghilterra tra Leonardo e Boeing

Mauro Moretti leonardo

Un braccio di ferro riservato e silenzioso è in pieno svolgimento sul mercato britannico tra Boeing e Leonardo-Finmeccanica. Stavolta la Brexit sembrerebbe non entrarci nulla: la contesa riguarda la produzione dei nuovi elicotteri Apache, che il governo inglese sta per assegnare al colosso statunitense, sfilandoli allo stabilimento AgustaWestland di Yeovil.

Dal 1999 al 2004, infatti, gli elicotteri Apache in servizio in Gran Bretagna sono stati prodotti a Yeovil dalla controllata di Leonardo-Finmeccanica, su licenza Boeing. Ora però che la Difesa di sua Maestà ha deciso di rinnovare la flotta sostituendo i vecchi elicotteri, la scelta è caduta direttamente sul gruppo Usa, che sta così per aggiudicarsi un primo contratto del controvalore di circa 2 miliardi di sterline per la fornitura di 50 nuovi Apache AH-64E.

Ovvio che a piazza Monte Grappa la notizia non sia stata accolta con piacere. Perciò, una volta chiarito che il contratto per la produzione è destinato a Boeing (anche se non è ancora stato fimato), sono partite le trattative con Londra per negoziare sulle eventuali forme di compensazione. La più ambita sarebbe la garanzia del mantenimento a Yeovil della manutenzione e del supporto logistico alla nuova flotta di Apache, e questa è un’ipotesi che sembra gradita anche oltre Manica. Il managing director di Boeing UK Defence, David Pitchforth, ha aperto alla possibilità che training, manutenzione e revisione degli elicotteri Apache vedano il coinvolgimento della catena locale dei fornitori «inclusa Leonardo Finmeccanica, per supportare le operazioni inziali al 2022». Ma per riequilibare i pesi, sul piatto della bilancia potrebbe essere messo anche dell’altro. Fonti britanniche, infatti, indicano l’interesse del ministero della Difesa a sviluppare un elicottero senza pilota, e il progetto potrebbe essere affidato proprio alla società in quota a Leonardo-Finmeccanica.

Molto, naturalmente, si gioca sulle ricadute dirette per l’economia britannica. Boeing, per esempio, ha promesso la creazione di 2mila nuovi posti di lavoro grazie ai contratti in arrivo, e il raddoppio degli investimenti nel mercato UK, dopo che nel 2015 sono state impegnate risorse per 1,8 miliardi di sterline. All’imminente riconquista degli Apache, ha fatto seguito anche l’annuncio di un progetto congiunto per realizzare di uno stabilimento per i pattugliatori aeronavali P-8A Poseidon, investimento 100 milioni di sterline e un centinaio di nuovi occupati,vicino alla base Lossiemouth della Royal Air Force. Ma c’è anche dell’altro. Boeing intende crescere nel settore dei servizi all’aviazione commerciale, attraverso le sussidiarie Cdg (Continental DataGraphics) e Bcasel (Boeing commercial aviation services Europe ltd).

Quel che è certo, e anche il recente salone aeronautico di Franborough lo ha dimostrato, è che il governo britannico non vuole scontentare nessuno dei suoi storici partner industriali. La riprova è arrivata in questi giorni: un altro dei primissimi contratti assegnati dalla Difesa britannica dopo l’insediamento di Theresa May al numero 10 di Downing Street, è andato a Leonardo Finmeccanica, più esattamente a Mbda, consorzio del quale il gruppo italiano è uno dei soci insieme ad Airbus e Bae Systems. Il contratto per l’equipaggiamento degli F-35 vale 184 milioni di sterline (circa 239 milioni di euro) e assicurerà circa 400 posti di lavoro. L’ad Moretti, intanto, riprenderà a settembre le attività per la creazione di una one company sul mercato britannico, un’entità che dovrebbe chiamarsi Leonardo Finmeccanica MW. L’idea è procedere al raggruppamento di tutte le attività locali,dagli elicotteri all’elettronica per la difesa, che mettono insieme 7.300 dipendenti.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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