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Vi racconto la vera Capalbio (con le foto di Pizzi)

Di Italia Oggi
capalbio, chicco testa

Vent’anni fa, anche se fossero stati mandati cento immigrati a soggiornare a Capalbio, non sarebbe successo nulla.

Primo, perché quella decisione sarebbero stata subito rimangiata dal ministero degli Interni. Secondo perché Capalbio era il Vaticano dell’intellighentia (si dice ancora così?) di sinistra che era onnipotente su tutti i media che si piegavano a tappetino. Quindi non se ne poteva parlare, se non bene.

I PROTAGONISTI DELL’ESTATE A CAPALBIO PIZZICATI DA UMBERTO PIZZI. FOTO D’ARCHIVIO

Allora, Asor Rosa era un nome che incuteva sacro rispetto. Adesso evoca un’acqua di colonia. D’Alema vi ci si recava incedendo come un vescovo d’altri tempi, con le sue scarpe fuori listino prezzi. Cuperlo esibiva i suoi panciotti. Bersani (che ne era escluso) veniva presentato come esemplare di passaggio del comunismo emiliano, tutto bocciofile, tortellini e spartizione.

ECO, JOVANOTTI, MARRAMAO E NAPOLITANO IN VACANZA A CAPALBIO. ARCHIVIO PIZZI

Oggi è tutto diverso. Il principino Caracciolo (il principone era un altro) è finito nel ridicolo. E tutto l’establishment dei suoi boiardi viene accolto con dei colpi di gomito. Il muro di Capalbio era fatto di cipria. Non ha superato la prova verità. Tutto qui. Altro che Renzi.

(Foto copertina: Chicco Testa a Capalbio/Archivio Pizzi)

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