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La pagella del prof. Fusaro sulla riforma costituzionale

Maria Elena Boschi

Proponiamo qui una tabella tematica dei contenuti della riforma costituzionale con una puntuale valutazione – ovviamente sintetica – di essi (clicca sulla tabella per vedere la valutazione completa).

tabella tematica dei contenuti della riforma (mini)
Se si esamina la tabella si vede che il voto alle singole innovazioni della Riforma è largamente positivo: abbiamo dato tre 10, tre 9, nove 8, un 7 e un 6. Media più di 8.

Naturalmente questo è un gioco; inoltre si tratta di valutazioni sempre opinabili. Se uno vede i bicchieri sempre mezzi vuoti o mai del tutto pieni per partito preso e sfiducia radicale su tutto, la valutazione può cambiare. Ma crediamo che quelle che proponiamo siano valutazioni argomentate, serie. Del resto quando si cambia qualche rischio lo si corre sempre: e quando si cambia molto dipende dai comportamenti successivi. Saranno virtuosi e coerenti con l’indirizzo innovatore cogliendo – se mai – lo spunto per migliorare ancora e per innovare di più o si farà resistenza su ogni punto cercando come nel celebre “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa di far sì che poi alla fine “tutto cambi perché nulla cambi”? Non dipende da noi, ma certo dipende anche da ciascuno di noi.

Inoltre nel gioco di cui alla tabella si mettono insieme, l’una accanto all’altra, inevitabilmente, innovazioni importanti (alcune, addirittura, storiche) e innovazioni meno rilevanti o addirittura di dettaglio. Parlando allora della riforma nel suo complesso, il giudizio va dato di prospettiva, strategico non sui dettagli o sugli aspetti – oggettivamente – marginali. Sotto questo aspetto, si trova nella riforma quello che si voleva ci fosse: riforma del bicameralismo, rapporto fiduciario con la sola Camera, Senato delle autonomie (anche se non si chiama – ancora – così), semplificazione istituzionale, qualche risparmio di costi, un tentativo di correggere il titolo V° del 2001 riducendo la conflittualità Stato-Regioni, quasi unanimemente considerato da sistemare.

Su questo occorre, al referendum, prendere posizione e votare: non su qualche dettaglio del procedimento legislativo, su questa o quella materia restituita come competenza allo Stato, o sul numero delle firme per le iniziative legislative o i referendum. Cose tutte importanti: ma che non possono condizionare la scelta finale. In conclusione: è una riforma non solo utile ma necessaria. Va votata, però, sapendo che approvarla e vararla non basterà: occorrerà darsi da fare, cittadini e classi dirigenti, nei mesi e anni successivi per farla funzionare al meglio.

Undicesimo di una serie di approfondimenti. Qui si può leggere il primo, qui il secondo, qui il terzo, qui il quarto, qui il quinto,qui il sesto, qui il settimo, qui l’ottavo, qui il nono, qui il decimo. Qui si può leggere il testo completo.

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