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Ecco cosa (non) ha detto Juncker a Strasburgo

Un discorso scontato“, “la fiera del qualunquismo“, “un intervento sobrio e concreto“.  Sono discordanti i pareri formulati nei corridoi del Parlamento europeo a proposito delle parole pronunciate dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker: l’ex premier lussemburghese oggi si è presentato in aula a Strasburgo e ha illustrato agli eurodeputati quali siano state le linee guida principali seguite negli ultimi dodici mesi dall’istituzione che presiede dalla primavera del 2015.

Juncker ha riconosciuto la crisi “esistenziale” che sta attraversando l’Europa e ha ammesso “le tante falle del sistema che aprono le porte al populismo“. D’altro canto, ha evidenziato la necessità di intervenire con forza per ridurre le diseguaglianze sociali e la disoccupazione giovanile.,

Inoltre, il presidente della Commissione ha ribadito come Brexit non abbia messo a repentaglio l’Unione Europea, ha riaffermato il suo impegno a favore degli accordi sul clima e di quello commerciale con il Canada, ha incitato tutti a unire le forze e a “mettersi al lavoro per mostrare al mondo che l’Europa è una forza esistente“. Infine, ha difeso senza se e senza ma il Patto di stabilità: “Non deve diventare il patto di flessibilità“.

Parole, le sue, che hanno ricevuto non poche critiche da parte della nomenclatura di Bruxelles. In molti fanno infatti notare che – nonostante quello sullo Stato dell’Unione sia, di norma, un discorso istituzionale sulla salute del Vecchio Continente – ci si sarebbe attesi qualcosa in più di una semplice serie di constatazioni prive di qualsiasi indicazione in merito ai problemi dell’Unione.

Dall’altra parte, non sono comunque mancate anche le valutazioni positive (in particolare da parte degli esponenti del Ppe), soprattutto con riguardo ad alcune delle posizioni assunte da Juncker, tra cui l’impegno per la riunificazione di Cipro, la lotta contro l’evasione fiscale, la difesa dell’acciaio europeo, la spinta alla costruzione di un “Europa sociale senza dumping sociale“, in grado di investire “le sue energie nella creazione di posti di lavoro e nella tutela dei prodotti agricoli“.

In questa stessa scia si può inserire anche il piano di investimenti per l’Africa pari a 44 miliardi lanciato da Juncker.

Quanto al tema migranti, Juncker ha chiesto ai Paesi Membri “molta più solidarietà” e ha invitato la presidenza slovacca dell’UE a impegnarsi per “convincere gli Stati riluttanti sulle riallocazioni ad accogliere i profughi“.

Sempre con un’ottica rivolta all’esterno dell’Europa, il presidente della Commissione si è soffermato sull’importanza di avere risorse militari comuni, proponendo – a tal proposito – la creazione di un Fondo europeo della difesa per stimolare ricerca e innovazione in questo settore.

Infine, un passaggio sul terremoto che ha sconvolto il centro Italia a proposito del quale ha sottolineato come sia stato disposto lo stanziamento di risorse del Fondo di Solidarietà.

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