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The week after: una settimana dopo l’11 settembre

11 settembre

Una settimana dopo l’11 settembre. Una settimana che, per chi è consapevole, non ha cambiato il mondo ma ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo. Sono passati 15 anni e, dopo tanti anni, ecco che ci troviamo finalmente nel guado strategico di un’era nuova. Un era diversa, un mondo che non conoscevamo. Ora per allora.

Intanto, in questi anni, abbiamo capito una cosa. Che si tratti di terrorismo, quantitative easing, crisi dell’economia o crisi delle banche, la consapevolezza profonda è che il futuro non è mai una scelta individuale ma il flusso strategico di molti. Come dire: la realtà è una sola. L’economia delle reti, il capitalismo intellettuale 2.0, quando trova un ostacolo si comporta come l’acqua: si espande, si innalza, si insinua fino a che l’ostacolo non viene bypassato. Anche il terrorismo lo ha capito.

Un grande cambiamento, non semplice da metabolizzare, anzi. Una situazione complicata da vivere perché si rischia di non capire che è cambiato il paradigma, è saltato lo schema, si è dissolto il format a cui eravamo abituati. Come in quella settimana dopo di quell’11 settembre di 15 anni fa. Era finita un’epoca ed eravamo entrati in un’epoca nuova in cui il motto collettivo non era più “uno per tutti, tutti per uno” che aveva ispirato l’Illuminismo e l’evoluzione dei due secoli successivi.

Nel capitalismo delle reti, si vince solo se vincono tutti: la relazione esistente tra i “grandi successi” ed i tanti contenuti/saperi di nicchia è frutto di un processo di competizione collaborativa, cooperativa, simbiotica. È un ecosistema in cui le specie dominanti emergenti sono quelle che vivono, per così dire, in simbiosi fra di loro. “Uno per uno, tutti per tutti”: è questo il nuovo slogan vincente che risuona come un tuono nelle reti e nei social network. E nelle reti terroristiche.

Un esempio classico: la legge di Pareto sulla distribuzione della ricchezza, la cosiddetta “legge della libreria”. Ha tante applicazioni ma la più nota è quella per cui il 20% dei prodotti (i libri esposti sullo scaffale) fanno l’80% del fatturato della libreria stessa. Peccato che, nell’economia del Web 2.0, gli scaffali siano potenzialmente infiniti e che siti e/o i contenuti che attirano più traffico sono quelli che si mettono meglio al servizio del resto della Rete. Tutti al servizio di tutti. Pensate al modello dello sciame al servizio della teoria del caos. E fate il paragone con i lupi solitari dell’ISIS o  quello che è successo nell’attentato di Nizza.

Ecco perché il capitalismo intellettuale 2.0 è un’era di grande futuro ma genera anche l’avvento dell’era della vulnerabilità. Più Rete, più connessioni e più conoscenza vogliono dire più persone che possono fare scelte consapevoli/inconsapevoli grazie alla diffusione della Rete e dei social network, ma anche un maggior livello di caos. Quella del capitalismo intellettuale è un’epoca complessa che, come tutti i sistemi complessi, non può avere soluzioni predeterminate, killer application, finali chiusi. La nostra epoca e, tanto più, il futuro possono avere solo finali aperti. Anche, purtroppo, a potenziali attentati terroristici.

Una fase nuova, profondamente diversa dalle precedenti, che genera incertezza per chi non la comprende nel profondo, una fase che segna un’importante discontinuità rispetto al passato, il periodo in cui vivevamo in mondi ad “architettura chiusa”, mondi simili ad un cubo che sembravano soddisfare le nostre esigenze di sicurezza e di ricerca (spesso superficiale) di intangibilità.

Ora tutto è cambiato. Tutti noi non viviamo più in cubi ma in un sistema a Rete, un sistema fluido nel quale la Rete ha tanti vantaggi rispetto al cubo: è flessibile, è dinamica, è elastica, si adatta in maniera rapida al cambiamento perché dal cambiamento stesso è stata generata. Ma è anche molto più vulnerabile agli shock perché è sempre e comunque interconnessa, per cui quando si smaglia o si spezza in un punto lo shock si ripercuote simultaneamente su tutti i gangli del sistema.

L’epoca che può sicuramente vantare il maggior patrimonio di sicurezza nella Storia è anche l’epoca delle reazioni di insicurezza planetarie che si scatenano in modo spesso incontrollato su tutta la Rete alla velocità della luce. Ogni settimana, giorno dopo giorno l’11 settembre 2001.

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