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Come rinnovare il contratto dei metalmeccanici

def, Rocco Palombella

Si riapre il negoziato sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici e mercoledì 28 settembre ci ritroveremo seduti al tavolo convocato in Confindustria, avendo di nuovo come controparte la delegazione di Federmeccanica ed Assistal.

Abbiamo appreso che Federmeccanica intende avanzare nuove proposta per sboccare la trattativa. Si tratta di un segnale importante dopo cinque mesi che il confronto si è interrotto e a quasi un anno dall’avvio degli incontri tra le parti. I rumors relativi a quanto potrebbe contenere la nuova proposta degli imprenditori metalmeccanici ci indicano che non c’è più il salario di garanzia, ovvero quell’aumento contrattuale al primo livello che avrebbe determinato, a nostro giudizio, un incremento retributivo limitato al 5 per cento della platea dei lavoratori interessato.

Si ascoltano e leggono tante ipotesi sulle possibilità in itinere: distribuire gli aumenti su tutta la platea metalmeccanica attraverso un recupero dell’inflazione totale il primo anno e in quota decrescente negli anni successivi. Staremo a vedere. L’importante è che il dialogo riprenda a partire proprio dal principio che la quota dell’inflazione registrata vada distribuita a tutti. Quante volte abbiamo scritto e ripetuto pubblicamente, anche in questi ultimi cinque mesi, che bisognava assicurare una quantità economica, attraverso il primo livello, a tutta la platea dei lavoratori metalmeccanici interessati dal rinnovo e, poi, favorire per davvero la contrattazione di secondo livello, sia essa aziendale, o territoriale. Il primo livello, in un modo o in un altro, deve continuare a compensare la perdita registrata del potere d’acquisto delle retribuzioni, mentre il secondo livello deve essere determinante per la redistribuzione della produttività. Pare, quindi, che siamo sulla strada giusta. Se il cammino sarà condiviso verso questa direzione, il resto del percorso verrà da sé.

E’, in senso lato, condivisibile la parte finora discussa su quel che che riguarda inquadramento, orari, smart-working; la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa, il diritto allo studio e l’apprendistato. Possiamo portare a casa un buon risultato per i lavoratori metalmeccanici e farlo prima che si svolga la conferenza d’organizzazione della Uil confederale, prevista a Roma nella prima decade del prossimo mese di novembre. Anche il confronto in atto tra i sindacati confederali e la Confindustria su temi del lavoro come quello della contrattazione ha proprio bisogno del nostro rinnovo per poter licenziare un’eventuale progetto di riforma da sottoporre all’attenzione del governo.

Il giudizio sulla riunione del 28 pv non riguarda solo il nostro sindacato, ma è condiviso con Fim e Fiom. Insieme abbiamo ribadito che siamo in presenza di un primo positivo risultato delle lotte realizzate in questi mesi dai lavoratori metalmeccanici e della tenuta unitaria di tutte e tre le organizzazioni sindacali. Quindi, ci presenteremo al tavolo con la volontà di realizzare una vera trattativa in grado di produrre, in tempi rapidi, un’intesa capace di qualificare il Ccnl ed estendere la contrattazione aziendale, migliorando le condizioni di vita e di lavoro dei metalmeccanici. Questo significa anche impegnarsi affinché gli investimenti riprendano vigore a favore del settore manifatturiero e lavorando per accrescere la competitività e l’occupazione delle imprese e dell’intero settore metalmeccanico. Se le imprese crescono si possono determinare le condizioni per l’ingresso di capitale umano qualificato, il potenziamento dei processi innovativi, lo sviluppo sui mercati globali. Insomma, occorre estendere i buoni risultati che caratterizzano le imprese in regioni come l’Emilia Romagna e la Lombardia, anche altre presenti sull’intero territorio nazionale. Ma un’industria cresce se si determinano le condizioni idonee per una coerente politica di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Purtroppo lo scorso 17 settembre un giovane operaio di una società di servizi è morto in un incidente all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto. Nello stesso giorno altri due decessi di lavoratori si sono registrati in un deposito dell’Atac vicino Roma e in un agriturismo in provincia di Trieste. Un paio di giorni prima un operaio era deceduto in un’azienda di logistica a Piacenza. “Ogni morte sul lavoro – ha tuonato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”.

Per quanto ci riguarda, come metalmeccanici abbiamo proclamato e svolto un’ora di sciopero a livello nazionale per esprimere tutto il nostro dolore e la conseguente protesta. E’ avvenuto mercoledì 21 settembre e nella serata del medesimo giorno a Roma abbiamo incontrato i commissari straordinari di Ilva che ci hanno illustrato l’aggiornamento della gestione del gruppo siderurgico, con particolare riferimento ai piani di manutenzione e sicurezza. Si è determinato un vero e proprio scollamento tra l’attività operativa dell’azienda e la gestione in appalto dei servizi interni. Manca un coordinamento effettivo tra le due parti. Ma, in generale, il problema di fondo è che alla gestione commissariale deve al più presto sostituirsi quella manageriale “tout court”. Il governo deve accelerare il passaggio della proprietà del gruppo siderurgico a società del settore per porre fine a questa lunga fase di incertezza ed avviare quelle auspicate di produzione e salvaguardia, in tutti i sensi, delle risorse umane. Dall’inizio dell’anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano. È un dato inaccettabile, che rappresenta una situazione drammatica e che abbiamo reso pubblico, sottolineando come rinnovare lo stesso contratto nazionale significa rendere più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e nella condivisa cultura della sicurezza. Ecco, rinnovare il Ccnl dei metalmeccanici significa non solo risolvere una questione economica, ma dare un efficace contributo al divenire civile del Paese.

Dobbiamo riuscirci!

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