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Vi svelo i segreti dell’asse a 5 stelle Di Maio-Casaleggio jr. Parla Iacoboni

Luigi Di Maio

Gli insulti grillini piovuti sui cronisti “rei” soltanto di aver fatto il proprio lavoro al foro italico di Palermo non sono una novità per Jacopo Iacoboni. Lui, che da almeno due anni sulle colonne de la Stampa svela retroscena e indiscrezioni sui 5 Stelle, ormai c’ha fatto il callo: dall’intervista scoop a Marco Canestrari (qui un suo ritratto) alla rivelazione sulla malattia di Gianroberto Casaleggio, il 44enne giornalista di origini napoletane sa cosa significa finire nel mirino dei pentastellati. “Quel che è accaduto a Palermo, con lo schiaffo a una giornalista del Fatto Quotidiano è stato davvero brutto”, commenta Iacoboni in questa conversazione con Formiche.net. “Mi colpisce – aggiunge – che alcuni fan dei 5 Stelle non abbiano nulla da ridire sull’assessore romano Muraro, sui rapporti della sindaca Raggi con Previti e amici, sugli ambienti di provenienza di Marra, e al tempo stesso accettino senza battere ciglio che una donna lavoratrice venga aggredita”.

LA VECCHIA GUARDIA NON HA TRUPPE

“Ci credo abbastanza poco alla fase due”, spiega Iacoboni commentando le ricostruzioni giornalistiche dopo l’evento di Palermo. “E’ vero che Grillo è tornato un po’ sulla scena, ma la realtà è che lui ha sancito una pace con Davide Casaleggio dopo il grave problema dovuto alla migrazione dal blog di Beppe Grillo al blog delle Stelle, cosa di cui il fondatore non era nemmeno stato informato”. Secondo il giornalista esperto di vicende grilline, “il Direttorio di fatto non c’è più, rimane però l’inesorabile fatto che la cordata di Di Maio sia quella più forte e in grado di esprimere il candidato premier”. Dall’altro lato, “il fronte oppositore non ha i numeri e la strategia per insediare Di Maio e Di Battista, uno perfetto per fare il candidato premier e l’altro per incarnare l’anima più movimentista. Fico predica un ritorno alle origini, ma non ha le strutture né tantomeno la spregiudicatezza politica per sovvertire questo corso”. Ne consegue che in un tale situazione “Grillo sia sì tornato sulla scena, ma non sarà mai lui il candidato premier. Al momento i 5 Stelle non hanno alternativa a Di Maio come candidato premier”. In ogni caso, “per la prima volta dentro al Movimento c’è uno scontro reale tra correnti; credo che sia un fattore positivo, un segno di democrazia”.

LA BASE NON C’E’ PIU’

C’è però un passaggio dell’analisi di Iacoboni che più di altri esemplifica la mutazione andata in scena nella galassia pentastellata: “La leggendaria base del Movimento non esiste più, ci sono soltanto gruppi organizzati”, secondo il giornalista. Qualcosa di simile aveva detto lo stesso Canestrari, ex collaboratore della Casaleggio Associati, quando proprio a Formiche.net ha dichiarato che la fine del Movimento è iniziata con l’inizio del Direttorio che di fatto ha cancellato i MeetUp (qui l’intervista). “I grillini raccolgono un voto di opinione ancora molto vasto – continua Iacoboni -, ma con sempre meno attivisti. L’azzeramento del Direttorio non va nella direzione di riaprire i MeetUp e la partecipazione della base come vorrebbe Fico; anzi, questa nuova mossa di Grillo non fa altro che consegnare maggior potere a Di Maio e Di Battista, il primo come candidato premier in pectore e il secondo come frontman di spettacoli. Il resto sono letture indirizzate e falsate”.

IL CONTROLLO DEI DATI

Se si scava, se ci si addentra fin nelle viscere del Movimento come Iacoboni ha fatto in questi anni, si scopre che “il punto fondamentale è il controllo dei database che sono nella disposizione esclusiva della Casaleggio Associati e ora della nuova associazione Rousseau. Davide Casaleggio – continua il cronista del quotidiano diretto da Maurizio Molinari – vuole trasferire il blog sulla piattaforma, spostare il core business sull’associazione, ben sapendo di controllare il vero know-how del Movimento, ossia la conoscenza di chi sono gli iscritti, come votano, come sono orientati… Si tratta di un punto politico, non di una questione tecnica”.
A tal proposito, Iacoboni è convinto che ci sia stato “un accordo tra Di Maio e Casaleggio jr. Grillo ha capito che c’è stato un tradimento di valori, ma non ha il potere per prendere in mano la cosa, quindi il suo ritorno sulla scena farà la fine dello Tsunami Tour, uno spettacolo e poco più. Il Movimento ad oggi non ha alternative a proporre Di Maio come candidato premier, ’unico capace di crearsi un network di relazioni e conoscenze nel sottobosco istituzionale e para-istituzionale romano. L’asse tra Di Maio e Davide Casaleggio è troppo forte, Grillo non ha voglia e capacità di opporvisi, l’area più critica che fa riferimento a Fico non è assolutamente attrezzata per farvi fronte”.

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