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Tutte le novità su metalmeccanici e pensioni

Si è riavviato il negoziato dei metalmeccanici. Federmeccanica ed Assistal hanno presentato ieri ai sindacati una nuova proposta per il rinnovo del Ccnl scaduto il 31 dicembre 2015. Fim, Fiom e Uilm hanno registrato un avanzamento rispetto alla proposta precedente degli imprenditori metalmeccanici, ma hanno anche precisato che si esprimeranno compiutamente su quanto ascoltato nella prossima riunione tra le parti, convocata per il 15 ottobre, sempre nella sede di Confindustria.

COSA E’ SUCCESSO

La trattativa contrattuale era ferma da quasi sei mesi: i lavoratori avevano scioperato finora per venti ore, bloccando anche straordinari e flessibilità. I sindacati fino ad oggi hanno chiesto recuperi in busta paga per tutti, mentre gli imprenditori avevano proposto un salario minimo di garanzia che avrebbe premiato, a giudizio dei sindacati, solo il 5 per cento della platea dei beneficiari.

LA NUOVA PROPOSTA DEGLI IMPRENDITORI

La nuova proposta di Federmeccanica-Assistal prevede invece di garantire a tutti i lavoratori, a consuntivo, il recupero dell’inflazione reale: del 100% nel 2017, del 75% nel 2018 e del 50% nel 2019. Parallelamente il welfare aziendale verrà rinforzato, ricorrendo anche alla previdenza complementare. Federmeccanica ha avanzato l’ipotesi di ridurre il contributo minimo a carico del lavoratore (1,2%), rafforzando quello a carico delle imprese (dall’1,6% al 2%)

L’ULTIMO METRO DI STORCHI

“Siamo all’ultimo metro. Abbiamo presentato una proposta migliorativa e riteniamo che ci siano da qui in poi risicati margini di trattativa”. Così ha detto il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, al termine dell’incontro di ieri. “La nostra proposta intende spostare il baricentro della contrattazione in azienda aumentando il salario e il welfare aziendale e contrattuale per consentire di ridurre i costi per le imprese e aumentare i benefici per i lavoratori”, ha aggiunto.

LA PRESA DI COSCIENZA DI CARLINI

Sulla stessa linea anche Assistal. “C’è stata una presa di coscienza degli industriali ma con la consapevolezza che correzioni significative non si potranno apportare”, ha spiegato il presidente Angelo Carlini. L’obiettivo comunque è e resta quello di chiudere in tempi brevi. “Prima di Natale, sperando che sia un regalo da trovare sotto l’albero”, ha concluso.

PASSO INSUFFICIENTE PER BENTIVOGLI

“Passo avanti ma insufficiente”. Così Marco Bentivogli, leader Fim, ha commentato la proposta di Federmeccanica. “Il recupero inflattivo – ha aggiunto – deve essere riconosciuto in pieno, e per tutti, con le basi di calcolo condivise nei contratti precedenti. Se l’inflazione si da’ a consuntivo dopo 18 mesi, bisogna riconoscere gli arretrati con meccanismi di tutela, altrimenti troppi mesi senza tutela di potere d’acquisto restano pesantemente scoperti”. “Con un’inflazione bassa, riconoscerne quote minime e su basi di calcolo ridotte è assurdo”, ha proseguito Bentivogli, invitando per questo Federmeccanica a non blindarsi. “Solo così possiamo riaprire la fase conclusiva”, ha detto.

NO A RIDUZIONE POTERE D’ACQUISTO PER LANDINI

“Federmeccanica – ha osservato Maurizio Landini, leader della Fiom – ci ha presentato una nuova proposta per il Contratto nazionale di lavoro. Una proposta in alcuni punti sostanzialmente diversa da quella illustrata lo scorso 22 dicembre. Tuttavia sul salario la proposta di Federmeccanica è insufficiente: non possiamo infatti accettare la riduzione programmata del potere d’acquisto dei lavoratori attraverso il decalage del recupero dell’inflazione che Federmeccanica propone. Il recupero integrale dell’inflazione deve essere garantito a tutti e non può essere sostituito da forme di welfare. Tema, quest’ultimo, che riteniamo utile e positivo che venga discusso nel Contratto nazionale, per garantire così a tutti i lavoratori la certezza di erogazione di risorse e-o servizi”.

SI PUÒ FARE DI PIÙ A GIUDIZIO DI PALOMBELLA

“Abbiamo – ha ribadito Rocco Palombella, segretario generale della Uilm – percepi­to un avanzamento nel­la nuova proposta con­trattuale presentata ­da Federmeccanica ed ­Assistal rispetto a q­uella precedente che aveva determinato il ­blocco del negoziato ­tra noi e loro. In effetti, gli aumenti sal­ariali riguardano l’i­ntera platea dei lavo­ratori metalmeccanici­, anzichè una minoran­za della stessa”. Il p­roblema è “che così com­e sono strutturati, a­ncora non permettono ­il pieno recupero del­ potere d’acquisto de­lle retribuzioni dei ­lavoratori stessi. Ino­ltre, oltre ad essere ­un problema di quanti­tà – ha aggiunto – lo è soprattutto­ dal punto di vista d­el principio. Nella ri­unione, convocata per ­il prossimo 12 ottobr­e in Confindustria, pr­esenteremo alla parte­ imprenditoriale le nostre controdeduzioni­ analitiche”.

TEMPI CELERI PER BOCCIA

La settimana scorsa, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, era intervenuto a proposito del negoziato contrattuale dei metalmeccanici: “Prevediamo –aveva assicurato- tempi brevi. Potrei sintetizzare quanto detto da Draghi a proposito dell’economia in generale ma riguarda anche la stagione contrattuale: ambiziosi nei fini e pragmatici nei mezzi. Confido che si possa costruire un bellissimo percorso e ridisegnare l’industria del futuro”. Per quanto riguarda il modello contrattuale il numero uno di Confindustria ha riconfermato proprio la volontà di distinguere i due aspetti, dando la precedenza al contratto dei metalmeccanici:”E’ evidente che lo affronteremo con le segreterie generali ma non vogliamo adesso aprire quel fronte per evitare un rallentamento nella questione contrattuale di Federmeccanica”.

L’INTESA SULLE PENSIONI

E nel giorno in cui le parti dei metalmeccanici hanno ricominciato a trattare pubblicamente è anche giunta l’intesa tra governo e sindacati sulle misure da applicare al sistema pensionistico. Nel verbale di cinque cartelle, sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni, fra le quali l’Ape, l’intervento sui precoci e l’estensione e l’aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi.

USCITA A 41 ANNI PER PRECOCI IN DIFFICOLTÀ

Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l’uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose . E’ quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro in corso al ministero del Lavoro. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

ASSEGNO ‘MINIMO’ PER ACCESSO AD APE

Per accedere all’Ape, l’anticipo pensionistico su base volontaria, bisognerà avere maturato una pensione “non inferiore a un certo limite”. È quanto si legge nel verbale d’incontro firmato da sindacati e governo. Il limite minimo non è stato ancora identificato.

QUATTORDICESIMA ESTESA A 3,3 MILIONI DI PERSONE

La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese. E’ quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro in corso al ministero del Lavoro. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. La cosiddetta quattordicesima adesso riconosciuta ai pensionati con redditi complessivi personali fino a 750 euro mensili sarà estesa anche a coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo). Per coloro, 2,2 milioni, che hanno già il beneficio l’importo sarà aumentato, ma non è ancora stato definito il rialzo in base agli scaglioni di contributi versati. Nel complesso per l’aumento di chi già riceve la somma aggiuntiva si spenderà il 30% dello stanziamento dedicato a questo capitolo.

I COMMENTI DI CAMUSSO, BARBAGALLO E FURLAN

Sulle pensioni “si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine del tavolo sulle pensioni, spiegando come, in particolare, sia risultata positiva la distinzione tra lavori, privilegiando nell’uscita chi ha svolto attività più faticose. “I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma”. Così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, spiegando che si è fatto “un buon lavoro” ma “non è finito” e “si guarda alla stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva”. Insomma, aggiunge, “la discussione continua”. “Dopo tanti anni i pensionati vedono un po’ di giustizia”. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine del tavolo al ministero del Lavoro. Questo, aggiunge, non significa che “ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori”. Quindi per Furlan “il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare”, ma quello di oggi “è un buon risultato”.

I GIUDIZI DI POLETTI E NANNICINI

Il documento, come annota il ministro del Lavoro Giuliano Poletti “fotografa le condivisioni ma anche le diversità espresse nel corso del confronto”. Per questo è stata al momento rinviata a un approfondimento l’individuazione delle platee dei beneficiari dell’Ape agevolata, il prestito ‘gratuito’ previsto per alcune categorie di lavoratori disagiati, e quella dei lavoratori precoci a cui poter consentire di andare in pensione con 41 anni di contribuzione. Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini conferma che il confronto proseguirà su Ape sociale e lavoratori precoci.

Insomma, le vicende dei metalmeccanici che provano a fare il contratto e quelle dei sindacati che trovano un’intesa col governo sulle pensioni, dimostrano che oggi è stata una buona giornata per il mondo del lavoro.

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