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Mps, ecco perché le Casse si tengono alla larga dal fondo Atlante 2

Quaestio , Alessandro Penati, Veneto Banca, Atlante

Cosa ha spinto davvero le casse di previdenza a chiudere la porta in faccia al Fondo Atlante 2? L’investimento, non è un mistero, è parso fin da subito come un salto nel buio per gli enti dei professionisti, nonostante una prima apertura dell’Adepp, l’associazione delle Casse, lo scorso 25 luglio. A distanza di settimane però, iniziano a circolare le prime versioni ufficiali circa i motivi che hanno convinto le casse a dire no grazie al paracadute salva Mps. Mentre la banca senese è alle prese con tutta probabilità con la rivisitazione del piano di salvataggio e rilancio (qui e qui gli approfondimenti di Formiche.net) e dopo il contrastato ribaltone al vertice con l’uscita di Fabrizio Viola e Massimo Tononi, la nomina del nuovo ad, Massimo Morelli, e il ruolo sempre più pervasivo di Jp Morgan per il futuro della banca (qui l’articolo di Formiche.net sul tema).

LE DIMENSIONI CONTANO 

Nei giorni scorsi il presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti, ha spiegato a Formiche.net le ragioni delle perplessità sul Fondo Atlante 2, che comprerà lo stock di sofferenze di Mps. Un’operazione-verità che ha finito per coinvolgere i singoli enti, che piano piano stanno uscendo allo scoperto. Il numero uno della Cnpadc, la casse dei commercialisti, Renzo Guffanti, è stato per esempio piuttosto diretto nello spiegare la sua diffidenza verso Atlante: “Strumenti come Atlante e Atlante 2 sono nati con dimensioni non coerenti rispetto agli obiettivi di sistema che si prefiggono e non invitano all’investimento e fanno piuttosto pensare a interventi spot, per tappare due forellini”, ha attaccato Guffanti. Tradotto, Atlante è poco più di un tappabuchi, non certo un mezzo in grado di risolvere in modo strutturale l’annoso problema delle sofferenze. “La dimensione inadeguata per gli obiettivi che si proponeva non ha invogliato a investire. e poi il sistema deve avere prezzi di acquisto e organizzazione: questo è un presupposto sia per un fondo da 3 miliardi che per uno da 15”, ha rincarato.

ENASARCO, AIUTARE L’ECONOMIA REALE (E ATLANTE NON LO E’)

Un altro no eccellente è arrivato nelle scorse settimane da Enasarco, che già prima di ufficializzare il 4 agosto il suo stop all’operazione, aveva paventato nei giorni precedenti più di una perplessità. Il presidente Gianroberto Costa ha più volte ribadito come non esistano le condizioni per aderire alla seconda versione del fondo. Contattato da Formiche.net, Costa ha precisato la posizione dell’Ente: “Atlante? Non è mai stato un nostro problema, noi sosteniamo l’economia reale, le imprese. Abbiamo esaminato le carte e detto di no, molto semplice. Per noi la questione è chiusa e non abbiamo più niente da negoziare col governo, con cui i rapporti rimangono tuttavia molto cordiali”.

I PROSSIMI PASSI DEL FONDO

E’ cosa assai difficile che le casse possano rientrare dalla finestra in Atlante. Che dunque dovrà necessariamente guardarsi attorno per centrare il target dei 3,5 miliardi. Pochi giorni fa Quaestio sgr, il gestore di Atlante ha informato il mercato circa l’entrata in operatività del Fondo, gettando così le fondamenta del salvataggio di Montepaschi, il cui piano prevede un aumento di capitale accompagnato da un robusto rastrellamento di sofferenze. “Il Fondo Atlante II ha superato la dimensione minima degli impegni formali prevista dal regolamento per l’avvio dell’attività, raccogliendo ad oggi adesioni per un importo pari a 1,715 miliardi da diverse istituzioni finanziarie italiane”, ha spiegato la sgr in una nota. Ma raggiunto il primo traguardo, adesso è tempo di guardare al secondo step, previsto entro la fine di questo mese. Per quella data le adesioni formali ad Atlante 2 raggiungeranno, salvo intoppi, un importo compreso tra 2,5 e 3 miliardi. Ma non finisce qui. Una volta archiviato il primo round, quello di settembre, l’attività di raccolta proseguirà fino al termine ultimo per la sottoscrizione, fissato per il 31 luglio 2017. Per quella data Atlante 2 dovrebbe arrivare ad avere in pancia 3,5 miliardi.

LA SVIOLINATA (INATTESA) DEL GOVERNO

Il governo da parte sua sembra aver incassato il dietrofront delle Casse. Tanto da ribadire il ruolo strategico delle stesse nel Sistema Italia. In un messaggio all’Adepp in occasione della conferenza di Capri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti ha sottolineato come le casse “siano decisive per il sistema: la realtà delle casse vive un momento decisivo nel suo essere soggetto di equilibrio e stabilità nel sistema Italia”, ha scritto. “Le vostre politiche di investimento e realizzazione del patrimonio devono conformarsi ai principi della prudenza e della trasparenza”. Ipse dixit.

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