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Cosa succede sulle montagne russe Istat su pil e produzione industriale

Quando abbiamo letto l’ultimo comunicato dell’Istat con i dati destagionalizzati sulla produzione industriale ad agosto – che hanno segnato un incremento dell’1,7% sul mese precedente, e del 4,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno – abbiamo pensato (con soddisfazione) che già avevamo percepito tale aumento, avendo visitato alcune grandi fabbriche e avendo dialogato con dirigenti di altri stabilimenti, imprenditori, sindacalisti e numerosi osservatori privilegiati. Chi rilegga il nostro intervento dei giorni scorsi su queste colonne, ricorderà infatti che avevamo segnalato un buon andamento nei mesi di agosto e settembre della produzione di alcuni comparti che puntualmente hanno confermato tali nostre affermazioni con i dati resi noti dall’Istituto centrale di statistica, anche se riferiti solo al mese di agosto.

Allora, non è stato solo un propagandista dell’azione del Governo il ministro Padoan quando ha sottolineato con forza ai primi di agosto che in base agli indicatori in possesso del suo Dicastero la ripresa c’è stata con un passo non del tutto insignificante. Certo, ora bisognerà attendere i dati di settembre, ma anche in questo mese dovrebbe essersi registrato un incremento, stando a quanto risulta a chi abbia visitato certi impianti strategici del nostro apparato manifatturiero, o ne conosca i trend produttivi dialogando con chi li dirige, e andando perciò al di là di quanto emerge dai questionari dell’Istat cui rispondono gli imprenditori e sulle cui risposte vengono misurati gli andamenti della produzione industriale.

Allora – considerando anche il buon andamento della stagione turistica in quasi tutta Italia, con arrivi e presenze da record in alcune regioni del Sud – e avendo constatato un buon risultato dell’agricoltura almeno per alcune derrate strategiche, sarà interessante verificare il trend del Pil per il terzo trimestre dell’anno secondo l’Istat. E’ attendibile, a nostro avviso, l’ipotesi che un incremento ci sia stato, a fronte invece di una crescita zero nel secondo trimestre, sulla quale peraltro il ministro Padoan (e non solo lui) aveva avuto da eccepire.

Invece, anche per il terzo trimestre ci diranno i ricercatori dell’Istat che l’aumento non si è verificato ? Salvo poi ricalcolare in aumento – magari a distanza di mesi – il Pil sulla base di quanto scaturito da altri dati acquisiti in una fase successiva. Quanto accaduto per il Pil del 2014 – in un primo tempo stimato ad un – 0,3% rispetto al 2013 e poi invece rivalutato (ad oltre un anno di distanza) ad + 0,1% – si ripeterà anche quest’anno?

Noi perciò riteniamo opportuno riproporre la necessità che l’Istat – se vorrà rispondere sempre di più e sempre meglio ai suoi compiti istituzionali – allarghi la platea da cui attingere i dati estendendola ad un gruppo di ricercatori qualificati presenti sui territori che lavorano ormai da anni sul campo e che – previa una standardizzazione concordata con l’Istituto dei criteri della loro rilevazione dei dati – possano aiutare l’Istituto stesso nel suo non facile lavoro. Ne trarrebbero giovamento, crediamo, in tanti e soprattutto i decisori politici che potrebbero disporre di una quantità di dati maggiore e più tempestivi per le loro decisioni.

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