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Io, renziano, dubito che la mossa di Renzi sull’Italicum sia azzeccata

Matteo Renzi

La modifica possibile si è allargata, a detta di Matteo Renzi, a ogni aspetto dell’Italicum (ballottaggio, premio, coalizione, sistema di elezione). Pareggio allora? Se il bene massimo è l’unità del Pd è un pareggio. Se il bene massimo è la mobilitazione e il convincimento per il Sì, per vincere il referendum, mi dispiace dirlo, non è un pareggio. Ma un punto a sfavore di Renzi.

Abbiamo capito che ora il Pd farà una bella commissione sull’Italicum, comincerà a ridiscutere di tutta la legge elettorale (dal ballottaggio a come si eleggono i senatori): praticamente si ricomincia da zero e si discute sui massimi sistemi. Si fa, insomma, una nuova legge. Dopo aver discusso nel Pd toccherà, ovviamente, discutere con gli altri. E lì si finirà nel burrone: ognuno avrà la sua idea di legge (e pure due o tre). Come nel gioco dell’oca siamo tornati al 2011: non abbiamo una legge elettorale e dovremo farla. Lavoro di tre anni in fumo. E il referendum? È mancato l’ultimatum. Passi pure la concessione della commissione e dell’apertura a modificare tutta la legge (praticamente ad annullarla), qual è lo scambio chiesto da Renzi? Nessuno.

Io avrei chiesto: smonto l’Italicum ma voi entrate, ufficialmente, nel Comitato per il Sì e vi staccate da D’Alema. Questo non c’è. Teoricamente il Pd, ora, torna a discutere da zero di legge elettorale ma senza la garanzia, perlomeno, di essere unito sul si alla riforma Boschi. Lo chiamate pareggio? Temo il peggio. La minoranza Pd ha, ormai, deciso per il No. E traccheggia. Loro non riescono a liberarsi dall’ipoteca di D’Alema, di Zagrebelsky e della sinistra del No. La prospettiva è un mese ancora di stop and go, di melodrammi, di discussioni astratte sulla legge elettorale. Ma poi votano No. Ora Renzi deve, veramente, decidere lui: le riforme sono più importanti dell’unità del Pd. Dico di più: se il referendum, come si va profilando, è un voto su Renzi e non sul merito della riforma Boschi, allora Renzi ne tragga le conseguenze.

Salga al Colle e dica: “Sospendiamo tutto. Votiamo in Parlamento solo due cose: la legge di stabilità e una modifica tecnica alla legge elettorale per il Senato. Poi si voti”. Se vogliono il voto su Renzi e non sulle riforme glielo dia. E facciamola finita. L’Italia è stanca del teatrino.

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