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Ecco come la famiglia con figli è sostenuta nei Paesi del mondo

L’importante rivista internazionale americana, “The Natural Family. An international Journal of Research and Policy” (Vol.30, N.3, 2016), ha voluto inserire nelle sue recensioni periodiche sugli studi sulle ricerche internazionali sulla famiglia un’ampia recensione della sua più importante editorialista Nicole M.King sulla ricerca Igif (Indipendent Global Index on Family) frutto della collaborazione tra la Fondazione Novae Terrae e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia).

Scrive la King che giustamente la ricerca Igif vuole identificare “quale sia il paese del mondo dove si possa sviluppare meglio la famiglia, quali di essi sostengono la sua crescita con una gamma differenziata di politiche, incluse quelle per l’infanzia, dove esiste una maggiore flessibilità tra lavoro dei genitori e cure famigliari, dove c’è maggiore stabilità di relazioni famigliari, maggiore fertilità e legami intergenerazionali robusti”.

L’Indice Internazionale globale indipendente sulla famiglia (IGIF), pubblicato all’inizio di quest’anno, “mira a fornire una misura sintetica di come la famiglia, in particolare la famiglia con figli, è sostenuta nei diversi paesi del mondo, pur considerando le differenze culturali tra i paesi”.

La famiglia può cambiare, ma i genitori sposati con i bambini costituiscono quella struttura costante nella storia dell’umanità che rimane “un nucleo familiare costituente ed invariante”. L’ipotesi che sta alla base dell’Igif è che lo Stato ha la responsabilità di sostenere la famiglia nelle sue varie funzioni per lo sviluppo del benessere degli esseri umani e dei futuri cittadini.

La King valorizza i tre indicatori chiave analizzati dall’Igif. Il primo, di “struttura”, che racchiude i concetti di paternità/maternità e del matrimonio e si misura in cose come il tasso di fertilità, l’età della madre al primo parto, il tasso di matrimonio, il tasso di convivenza, il tasso di divorzio.

Il secondo indicatore, “le risorse a sostegno della famiglia nei suoi compiti di base” è ulteriormente divisa in economica e contestuale e prende in esame il tasso di partecipazione alla forza lavoro di uomini e donne, il tasso di occupazione materna (con le opportune differenziazioni), l’occupazione giovanile, il reddito pro capite nazionale lordo (RNL), la percentuale di bambini, la flessibilità lavoro-cura, le forme di deduzione o detrazione fiscale per la famiglia con figli e la spesa pubblica per sostegno diretto alle famiglie o assegni familiari.

Il terzo indicatore, relativo alle risorse sociali, riguarda la salute dei rapporti familiari, in particolare la fiducia e la preoccupazione per la propria famiglia, come misurato dalle risposte dei cittadini ad una serie di domande.

La famiglia, sintetizza con acutezza ed esperienza la King, “come unità fondata su matrimoni durevoli, a basso tasso di divorzio, alti tassi di convivenza e ad alta fertilità, prospera meglio quando lo Stato, ma non solo le istituzioni, la sostengono sia come nucleo in sé, sia nei confronti dei suoi componenti, in quanto parte della famiglia”.

La King avrebbe desiderato che la ricerca approfondisse maggiormente questi aspetti e questa relazione e lascia questa critica alla ricerca che sarà pubblicata nel prossimo biennio.

Nell’apprezzare gli studi tematici finali, allegati all’Igif (sulle relazioni intergenerazionali e sulle legislazioni comparate), la King conclude la sua recensione con una importante sottolineatura, “al fine di sostenere la famiglia correttamente, è necessario mantenere la definizione fondamentale: la famiglia è un gruppo sociale umano fondamentale; la sua specificità risiede nei rapporti reciproci tra i sessi e le generazioni che trasformano così la famiglia in una istituzione sociale”.

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