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Lotta al crimine organizzato transnazionale: cosa hanno detto il Ministro Orlando e la U.S. Attorney General Lynch

Orlando

Nella giornata di ieri, presso la Scuola Allievi Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, si é tenuto un incontro tra la Attorney General degli Stati Uniti d’America Loretta Lynch e il Ministro della Giustizia Andrea Orlando sul tema della cooperazione nel contrasto al crimine organizzato transnazionale.

A introdurre i lavori é stato il Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette, il quale ha ricordato che “la collaborazione tra Italia e Stati Uniti d’America é il punto di partenza per consolidare i sistemi di sicurezza dei due Paesi, soprattutto in un periodo come quello attuale, caratterizzato da gravi contingenze geopolitiche”.

La Attorney General degli Stati Uniti Loretta Lynch ha esordito ringraziando l’Arma per la preziosa funzione svolta anche in operazioni internazionali, ricordando la figura del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, barbaramente assassinato il 2 settembre del 1980 per mano dei sicari di Cosa Nostra, a Palermo. Punto focale della dichiarazione é stata l’importanza data alla cooperazione giudiziaria tra i due Paesi, frutto dei proficui rapporti instauratisi al tempo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Louis Freeh, ex Procuratore Federale per il Southern District di New York e successivamente Direttore del Federal Bureau of Investigation. Secondo la Lynch, “la collaborazione in materia penale nel contrasto al crimine organizzato resta sempre al centro dei rapporti bilaterali tra Italia e U.S.A., data la dimensione mondiale di questo tipo di fenomeno, da considerare come una minaccia per la libertà, la democrazia e l’ordine costituito”.

Nei fatti, questa collaborazione ha portato negli ultimi anni a risultati straordinari. Basti citare come esempio l’operazione “Old Bridge” del 2008, che ha portato all’arresto di membri di Cosa Nostra siciliana e americana, a dimostrazione di come anche oggi le organizzazioni di stampo mafioso mantengano solidi legami a cavallo dell’Atlantico. Ancora, l’operazione “New Bridge” del 2014, con la quale sono stati accertati i rapporti tra la Famiglia Gambino di New York e i clan della ‘Ndrangheta calabrese attivi nel traffico di sostanze stupefacenti. Infine, l’operazione “Due Mari” del 2015, frutto della cooperazione tra la Guardia di Finanza, la Drug Enforcement Agency americana e la Policía Nacional colombiana, capace di portare al sequestro di 11 tonnellate di cocaina, all’arresto di 144 persone e allo smantellamento di un cartello dedito al narcotraffico tra Colombia, Italia e Stati Uniti.

L’Italia ha affrontato sia la minaccia terroristica sia quella di tipo mafioso. Tuttavia, come ricordato dal Dott. Giovanni Russo, Procuratore Aggiunto presso la Direzione Nazionale Antimafia, essa é riuscita a dotarsi di validi strumenti di contrasto quale, tra gli ultimi, l’attribuzione alla DNA del coordinamento delle indagini sull’antiterrorismo. Nonostante ciò, é quanto mai necessaria la massima collaborazione e armonizzazione legislativa tra i Paesi colpiti dal fenomeno criminale in questione, capace ormai di superare i confini nazionali e continentali.

A concludere i lavori é stato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il quale ha ribadito la solidità dei rapporti tra Italia e U.S.A. in campo giudiziario, lamentando tuttavia una minore attenzione da parte di altri Paesi europei sul tema. É per tale motivo che l’Italia si é fatta promotrice dell’istituzione di una Procura europea avente poteri di indagine sulla criminalità organizzata transnazionale e sul terrorismo, appoggiando al tempo stesso la proposta di risoluzione a firma americana sulla United Nations Convention against Transnational Organized Crime (UNTOC). Questo tipo di strumento , secondo il Ministro, permetterebbe di rafforzare anche la cooperazione internazionale in materia di lotta al terrorismo.

Luca Tritto

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