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Tutti i numeri del Rapporto Federculture 2016

Di Domenico Barbuto

È un periodo in cui i dati positivi non mancano e quelli che ci ha offerto mercoledì scorso la presentazione del Rapporto annuale Federculture fanno veramente ben sperare. Dal 12° rapporto, realizzato quest’anno in collaborazione con l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, viene fuori un messaggio chiaro: “La cultura è tornata ad essere una risorsa per il nostro Paese”. Lo studio, importante e significativo strumento per tutto il mondo culturale, denota una tendenza generale: un chiaro segno più sui consumi in cultura. Cresce del 4% la spesa delle famiglie italiane per cultura e attività ricreative, nel 2015 pari a 67,8 miliardi di euro, recuperando quanto perso con la crisi nel 2012/2013.

Ne beneficia la fruizione culturale con un aumento del 7% rispetto al 2014 delle visite a musei e mostre, del 4% della partecipazione a spettacoli teatrali, del 6% per i concerti. Probabilmente, a questo hanno contribuito maggiori risorse economiche indirizzate al settore. E’ innegabile che nell’ultimo periodo alla cultura sia stato restituito un ruolo centrale nelle politiche di sviluppo economico e sociale del Paese.

Da segnalare come questo consumo abbia un trend positivo tra i più giovani, più di quanto accada per la popolazione nel suo complesso. Ad esempio nel 2015 rispetto al 2014, nella fascia di età 15-17 anni la fruizione teatrale aumenta del 16,6% e quella dei musei del 10,6%; in quella 20-24 anni si registra per il teatro una crescita dell’11,4%, nei concerti di musica classica +8,2%.

Resta però un dato drammatico che non può non essere segnalato: la completa astensione culturale pur essendo in calo nel 2015 di un 4% rispetto all’anno precedente, riguarda ancora il 18,5% dei cittadini vale a dire circa 11 milioni di italiani che non fruiscono di cinema, teatro, musei, concerti, né praticano la lettura. Addirittura si stima che nel 2015 poco meno di un italiano su due, cioè il 42% delle persone di 6 anni e più (circa 24 milioni), abbia letto almeno un libro, cifra stabile rispetto all’anno precedente.

Se si vuole, poi, comparare il tutto in termini geografici, il Sud del Paese resta indietro, tutti gli indicatori, seppur sempre in un trend positivo, sono decisamente inferiori al resto dell’Italia.

Il turismo, infine, recupera ben 18 posizioni nella classifica della competitività turistica del World Economic Forum passando dal 26° posto del 2013 all’8° del 2015, ma resta ancora fortemente concentrato in alcune regioni. Basti pensare che il 64,5% della spesa turistica degli stranieri si concentra in cinque regioni (Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, Campania), con differenze molto significative, ad esempio in Lombardia i turisti stranieri hanno speso 6 miliardi di euro e in Sardegna esattamente un decimo, 600 milioni.

Il volume oltre alla prefazione del Ministro Dario Franceschini ed agli interventi introduttivi dei presidenti di Federculture e Agis, Andrea Cancellato e Carlo Fontana, contiene numerosi saggi autorevoli e una serie di dati statistici che offrono una fotografia ampia e dettagliata di tutto il settore culturale.

Infine, una serie di proposte cha vanno dall’ estensione dell’Art bonus a tutti i soggetti che praticano la cultura, ampliando la platea dei beneficiari, delle azioni finanziabili e dei possibili finanziatori, alla defiscalizzazione del consumo culturale, a partire dai libri, fino agli spettacoli e le visite alle mostre e ai musei oltre ad un forte incentivo ad iniziative come quella del bonus ai diciottenni.

Dati confortanti e visione ottimistica che, chiaramente, fanno ben sperare. Si conferma che la cultura resta un asset strategico su cui costruire delle basi solide per una ripresa non occasionale ma duratura.

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