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Ecco come Vogue e l’industria della moda tifano per Hillary Clinton

Hillary Clinton - Vogue

“Due parole ci danno speranza: Madam President. Le donne hanno avuto accesso al voto nel 1920. E ci è voluto quasi un secolo per portarci ad avere una donna candidata per la prima volta alla presidenza […] Vogue non ha una storia di endorsement politici. I suoi direttori hanno reso note le loro opinioni personali di tanto in tanto, ma il magazine non si è mai schierato durante un’elezione. Dato che in questa c’è moltissimo in gioco, e qui può essere fatta la storia, sentiamo che la nostra neutralità deve cambiare. Vogue dà il suo endorsement a Hillary Clinton per la presidenza degli Stati Uniti”. Con queste parole l’edizione americana della rivista di moda più famosa al mondo irrompe nella campagna elettorale americana.

I GIORNALI CHE TIFANO HILLARY

Dopo il Washington Post, New York Times, Los Angeles Times, San Francisco Cronicle, New York Daily News (qui l’approfondimento di Emanuele Rossi pubblicato su Formiche.net) è arrivato il turno dei magazine di moda. Così, tra articoli sulle tendenze dei colori per l’autunno, nuovi modelli di borse, make-up ed esercizi per l’addome, spunta su Vogue, ma anche su altre testate dedicate al fashion-stile, l’editoriale dedicato alla politica americana.

“NON È PERFETTA MA CI DÀ SPERANZA”

La decisione, storica, c’era da aspettarsela: “La cosa forse non giungerà come una sorpresa, visto che Vogue si è sempre occupata in maniera entusiasta della carriera di Hillary Clinton nel suo percorso da studentessa di Yale a moglie di un governatore, first lady, senatore e poi a segretario di Stato”. Ma sulle pagine della rivista ci sono stati anche ritratti di Ivana Trump, Marla Maples, Melania e Ivanka Trump. “Sappiamo che Clinton non è sempre stata una candidata perfetta – aggiunge l’editoriale di Vogue pubblicato il 18 ottobre – , ma la sua intelligenza fiera e la considerevole esperienza si riflettono in scelte e posizioni chiare, salde, e piene di speranza”.

L’IMPEGNO DI WINTOUR 

Alcuni media hanno scritto che un mese fa Anna Wintour, direttore di Vogue America, ha inviato una mail ai suoi contatti più importanti nel mondo della moda per chiedere di votare per Hillary: “Vi scrivo oggi per una causa molto importante per me: scegliere Hillary come presidente e sostenere i democratici in tutto il Paese […] Sono impegnata nel vedere una donna alla Casa Bianca, ma Hillary non è qualsiasi donna. Lei è brillante e decisa, è la candidata della quale mi fido per prevenire l’uso violento delle armi e per difendere i diritti dei gay. Non c’è nessuno più preparato di Hillary per proteggere e continuare l’azione del presidente Barack Obama”.

STILISTI PRO-CLINTON

Wintour ha aiutato Chelsea Clinton ad organizzare un evento di beneficenza in favore dell’ex first lady con il supporto dei designer Alber Elbaz, Tom Ford e Christopher Bailey. La modella Kendall Jenner, che vanta 50 milioni di follower su Instagram, ha postato sul popolare social una foto in cui indossa la t-shirt di Marc Jacobs con il volto della Clinton, mentre la stilista Vera Wang ha organizzato due eventi per raccogliere fondi in favore della candidata democratica.

LE MAGLIETTE “MADE FOR HISTORY”

Wintour è stata una delle prime sostenitrici di Clinton nella corsa alla Casa Bianca. Da quasi un anno si presenta alle sfilate di moda con il volto dell’ex first lady sulle magliette. La più famosa: la t-shirt firmata da Marc Jacobs. La maglietta fa parte della collezione Made for History , una campagna per raccogliere fondi a favore di Hillary. Al progetto partecipano gli stilisti Tory Burch, Maxwell Osborne e Dao-Yi Chow. “Sono orgoglioso di condividere questa maglietta come difensore dei diritti di uguaglianza, progresso e speranza con Hillary presidente”, ha dichiarato Marc Jacobs.

“IVANKA, PROTEGGICI TU”

Lea Goldman, editor del media brand tutto al femminile Refinery29, ha detto che “le donne, di tutte le età e posizioni, hanno avuto molti mesi per farsi un’opinione su Donald Trump […] In parole e azioni, lui è chiaramente contro di noi”. Un articolo pubblicato da Vox spiega quale è stato il ruolo delle riviste rosa e di moda nelle campagne elettorali: Glamour aveva chiesto a Obama di parlare di femminismo; nel 2014 Cosmopolitan inaugurò una sezione di politica per sostenere il diritto delle donne a decidere sulla gravidanza. L’edizione messicana di Marie Claire ha pubblicato un appello a Ivanka Trump in copertina: “Proteggici da tuo padre”.

L’intesa tra Wintour e Clinton non è il motivo principale per cui Vogue ha infranto il silenzio politico: la rivista ha scelto di sostenere ufficialmente un candidato perché durante la campagna elettorale è la figura della donna a essere colpita dal candidato repubblicano Donald Trump. Che siano “chiacchiere da spogliatoi” o meno.

LO STILE DI HILLARY

Ma in fatto di moda Hillary Clinton non sembra spiccare. Da quando è arrivata alla Casa Bianca, come moglie di Bill Clinton nel 1993, l’ex first lady ha cambiato molto il suo stile. All’inizio indossava quasi sempre gonne e tailleur dalle tinte pastello; ogni tanto un capo rosso o blu. Come segretario di Stato, invece, ha scelto pantaloni e capotti rigorosi, sempre in stile classico. Una scelta consapevole per far sì che ad attirare l’attenzione sia il contenuto dei suoi messaggi politici e non quello che indossa.

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