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“L’uomo isola”. L’amore visto da Emanuele Ponturo

“Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”. Questa citazione dello scrittore francese Jean-Claude Izzo è la dedica che apre il nuovo romanzo di Emanuele Ponturo, L’uomo isola, edito da Avagliano editore.

Autore, ma anche avvocato penalista, Ponturo firma un libro che scandaglia quei lati umani sopiti a volte per troppo tempo dietro a una quotidianità che ci sta stretta.

Martina vive a Roma e Lorenzo in un’isola siciliana. Si conoscono attraverso delle email, rompendo quel muro silenzioso delle loro monotone vite. Ed è qui che Ponturo riesce a farci capire quei nodi irrisolti dell’inquietudine che generano i rapporti di oggi. Allacciando fra loro un rapporto solo scritto, riescono ognuno a entrare pian piano nell’intimità dell’altro, superando confini che tra sconosciuti dovrebbero essere invalicabili. Fino ad arrivare a un incontro che ha per cornice il mare evocato da Izzo.

“Dietro lo scambio di email tra sconosciuti si nasconde quello che ognuno porta dentro di sé – racconta Emanuele Ponturo in una conversazione con formiche.net –, a volte anche il bisogno di riempire un vuoto, proiezioni, desiderio di conoscere l’altro, aspetti emotivi, volontà sessuale, seduzione, gioco o anche semplicemente il bisogno di essere ascoltati. Internet non è che uno strumento e, come quando nuotiamo all’interno di una corsia di una piscina, siamo noi a decidere quale stile adottare, se sfiancarci in un eccessivo su e giù, se lasciarsi andare nell’acqua e pensare a occhi chiusi, se rimanere fermi e guardare gli altri corpi, oppure se gareggiare con un altro nuotatore”.

Anche se nell’era dei rapporti che possono iniziare in maniera virtuale, si tende a preferire la valorizzazione del corpo “la parola crea intimità profonda – continua Ponturo –. A volte gioco, mistero, riconoscimento. Il problema è che si sappia parlare la stessa lingua. E quindi che le corde siano le stesse. Nei rapporti virtuali l’esteriorità è superata solo in apparenza. La parola si fa corpo, e il corpo viene continuamente evocato, cercato”.

Leggendo la vita dei due protagonisti, si percepisce la sensazione di voler riacquistare una libertà svincolata dalla precarietà economica a cui Martina sembra ambire, mentre Lorenzo sembra già vivere. “Martina è precaria nel lavoro, si sente sola, delusa di non aver raggiunto quello che voleva, anche per questo sono così forti le sue insicurezze. Lorenzo porta dentro di sé una storia diversa, non si è liberato dai propri fantasmi”.

Nel passato di Lorenzo c’è un segreto, un avvenimento, un legame che lo frena dal vivere il presente. E infatti Ponturo dice che “il passato con Eleonora, la ragazzina che si trasferisce nell’isola con la madre, lo tiene prigioniero. Ambiscono entrambi alla libertà (Lorenzo e Martina), solo così torneranno a vivere”.

L’uomo isola è altresì uno sguardo su determinati luoghi. Roma, dove Martina vive, è una città che sembra aver già dato tutto agli altri, senza nulla da offrire, anzi respingente. Quasi fosse stanca di accogliere ancora. “Roma accoglie ma ti dimentica, è materna e distratta, indifferente” sostiene l’autore.

Al contrario invece l’isola descritta sembra veramente quel “porto sicuro” a cui Martina aspira, libera da una vita che la soffoca. “L’isola è l’approdo dei sogni di Martina, il porto sicuro che sta cercando, ed è la speranza dei migranti che si avvicinano alle sue coste. Ma l’isola è anche il recinto in cui si svolge una vita sempre uguale a se stessa, ai margini” conclude Ponturo. “Il romanzo non poteva che essere ambientato lì, perché tutti i personaggi sono personaggi in fuga, anche il camping di cui Lorenzo è proprietario è un’isola nell’isola. Si tratta di un romanzo pieno di confini e steccati che i personaggi dovranno superare per essere finalmente liberi di essere se stessi fino in fondo. Con qualche rischio”.

 

Emanuele Ponturo

L’uomo isola

Avagliano editore 2016

14 euro pp. 175

Disponibile anche in ebook

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