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Che cosa ha detto Papa Francesco alla Congregazione dei gesuiti

Papa Francesco Jorge Maria Bergoglio

Risponde a chi lo critica, affronta la crisi della politica contemporanea, tuona contro il clericalismo e rivela alcuni aspetti della sua spiritualità. Tecnicamente, quella pubblicata ieri da Civiltà Cattolica non è un’intervista, ma la trascrizione di domande e risposte date a braccio da Papa Francesco nell’incontro coi suoi confratelli il 24 ottobre, in occasione della 36esima Congregazione generale dei gesuiti.

DISCERNIMENTO PER AFFRONTARE LE CRITICHE

Sulle critiche al suo operato, precisa Bergoglio, “dipende da chi le fa”. “Credo che a volte perfino il peggiore dei malintenzionati possa fare una critica che mi aiuta. Bisogna ascoltarle tutte e discernerle. E non bisogna chiudere la porta a nessuna critica”.

SU AMORIS LAETITIA

Sullo stesso tema delle critiche, anche quella che sembra una risposta ai dubia dei quattro cardinali sull’interpretazione di Amoris laetitia. Alla domanda su una morale che si fonda sul discernimento, Papa Francesco dice: “Il discernimento è l’elemento chiave. Rischiamo infatti di abituarci al ‘bianco o nero’ e a ciò che è legale… Ed è una cosa pericolosa, perché può condurci a una concezione della morale che ha un senso casuistico”. E precisa: “Nella misura in cui si scende nei particolari, la questione si diversifica e assume sfumature senza che il principio debba cambiare. Questo metodo scolastico ha la sua validità. E’ il metodo morale che ha usato il Catechismo. Ed è il metodo che si è utilizzato in Amoris laetitia, dopo il discernimento fatto da tutta la Chiesa attraverso i due Sinodi”. Una sottolineatura che sa molto di rimando al compito affidato ai pastori nell’accompagnare il cammino dei divorziati risposati.

MANCANO GRANDI POLITICI

Lamentando che la “grande politica” è degradata in “piccola politica”, continua Francesco, oggi “mancano quei grandi politici che erano capaci di mettersi sul serio in gioco per i loro ideali e non temevano né il dialogo né la lotta, ma andavano avanti, con intelligenza e con il carisma proprio della politica”. Ha inoltre elogiato una dichiarazione diffusa nel 1999 dalla Chiesa francese dal titolo Réhabiliter la politique. “Quella dichiarazione ha fatto epoca – commenta – ha dato forza alla politica, alla politica come lavoro artigianale per costruire l’unità dei popoli e l’unità di un popolo in tutte le diversità che ci sono all’interno”.

IL COMPITO DEI GESUITI OGGI

Invitando i gesuiti ad abbracciare il loro carisma nel cercare sempre “la maggior gloria di Dio”, il Papa ha incoraggiato i figli di Ignazio a coniugare audacia profetica e diplomazia. Li ha spronati in particolare a concentrarsi nella lotta contro la corruzione, dando come esempio quello di quei politici che “quando si esauriscono i periodi costituzionali di mandato”, subito cercano di riformare la Costituzione per restare ancora”. Chiaro riferimento a quanto accaduto a volte in America Latina.

VERSO IL SINODO 2018 SU GIOVANI E VOCAZIONE

Passando ad una domanda sulle vocazioni, Francesco ha accusato il clericalismo di soffocare la chiamata alla vita sacerdotale e religiosa. Per il Papa le vocazioni esistono, basta sapersene occupare: “Non promuovere vocazioni locali è una legatura delle tube ecclesiali. E’ non lasciare che quella madre abbia figli suoi”.

BERGOGLIO SI SVELA

“Sono piuttosto pessimista, sempre”, confida il Papa: “Non dico di essere depressivo, perché non è vero. Però è vero che tendo sempre a guardare la parte che non ha funzionato. E quindi per me la consolazione è il migliore anti-depressivo”. Citazione della spiritualità ignaziana sulla consolazione come esperienza della presenza di Dio. “Riguardo al mio pontificato – rivela – mi consola sentire interiormente che a farmi entrare in questo ballo non è stata una convergenza di voti, ma c’entra Lui”.

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