Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il Referendum tra due Weltanschauung

Dovremmo forzarci per non mettere la questione su un piano binario, ma non è possibile.
É sin troppo evidente che ci sono due visioni del mondo diverse. Due Weltanschauung. C’è una Italia del Sì e una Italia del No. I primi più aperti e positivi, i secondi più delusi e pessimisti. In generale e del tutto a prescindere dalla Riforma, che i più – nei due campi – non conoscono e non vogliono conoscere. Non c’è un campo giusto e uno sbagliato, a priori. Ma più parlo con le persone e più mi è chiara la dinamica in cui si scindono in due.

Al popolare mercato di Porta Portese, il titolare di un banco dice con disappunto: “Come posso votare Sì, io che mi alzo alle 4 del mattino per venire qui?”. Prendo un taxi e il tassista, alla mia domanda, si sfoga: “Mi dica lei se può votare Sì uno come me, che ha da poco subìto una rapina. L’altra notte è salito uno, mi ha minacciato e mi ha portato via tutto l’incasso”. Due storie vere, semplici. E totalmente estranee al quesito referendario. Ma i loro autori non lo sanno, o fingono di non saperlo. Sono incazzati, e non precisamente contro Renzi o il Pd, ma contro “questa vita” (sic.), “questo mondo” (sic.) o al massimo della messa a fuoco, “questa società”. Sono entrati in un’area di contrarietà, di rabbia tanto fumante quanto fumosa. Ce l’hanno a morte, ma non hanno ben chiaro contro chi. E allora si ritrovano uniti contro l’unico simulacro, l’unico sfogatoio possibile.
Anche il campo del Sì reagisce a impulsi indefiniti e indipendenti dalla formulazione del quesito. La positività di un quadro contestuale, la speranzosità di un fulcro in potenziale crescita rendono l’Italia del Sì fiduciosa e pronta a scommettere sulle riforme proposte, quasi “a scatola chiusa”.

Pochi sono gli italiani che conoscono il Quesito cui si dovrà dare risposta in cabina. Pochissimi leggono i giornali (il 5% degli italiani), chi si informa davvero è parte di una élite limitata al 20-25% degli elettori. Oltre il 70% vota di pancia, sulla base di umori personali e con un distacco incolmabile rispetto alla politica e alle istituzioni. Non solo non sa cosa va a votare, ma non gli interessa neanche saperlo. Davanti alle urne del 4 dicembre non ci saranno blocchi sociali, elettori organizzati o simpatizzanti di partiti o personaggi politici. I più non ce l’hanno con Matteo Renzi: è ingenua illusione pensare che la soggettività individuale del premier sia elemento dibattuto e sviscerato nelle case dell’italiano medio, nelle retrobotteghe del Paese reale. Temo invece che molti elettori non sappiano quasi nulla di Matteo Renzi e dell’attività del suo governo. In cabina referendaria avremo invece rappresentanti di categorie diverse, che dopo una lunga serie di interviste, conversazioni e scambio di battute posso catalogare qui in due emisferi.

L’Italia del No è composta da chi non trova un lavoro; da chi fa mestieri usuranti; da chi ha subito un procedimento amministrativo, civile o penale negli ultimi tre anni; da chi è in corso di separazione legale o chi teme di dover presto affrontare una fase difficile per la propria coppia; da chi ha la macchina usurata e ha difficoltà a cambiarla; da chi ha condizioni di salute avverse; ha avuto un ricovero ospedaliero nell’ultimo anno o ha avuto un grave lutto in famiglia. Da chi ha ultimamente fatto solo brevissime vacanze. Da chi teme che la propria vita non migliorerà, da qui a breve, ed ha una visione pessimistico-negativa dell’immediato futuro.

L’Italia del Sì è composta da chi ha trovato un lavoro da poco, da chi ha consolidato il proprio contratto o ha ricevuto una promozione, oppure confida di migliore il proprio reddito a breve; da chi è soddisfatto della professione che svolge e riesce a ricavarne risparmi da investire o tempo libero da dedicare a se stesso; da chi pratica sport o studia musica; da chi ha una nuova relazione sentimentale, o ha consolidato la propria storia; da chi si è sposato da poco e dalle coppie in attesa di un bambino; da chi ha comprato una casa, cambiato la macchina, rinnovato il proprio guardaroba; da chi viaggia spesso anche per piacere, e comunque mantiene sotto controllo il livello di stress quotidiano. Da chi, in generale, guarda al futuro con speranza.

Gli italiani del “Piove, Governo ladro!” oggi non vedono l’ora di andare a votare il Referendum per dire il loro Sì o il loro No come fosse il rating che assegnano all’esperienza della loro vita reale. Dice bene Altan: “E’ colpa dell’establishment. Appena lo becco lo riempio di botte”.

Il Governo e la Maggioranza, dal 5 dicembre, dovranno lavorare sul tema della coesione sociale con una marcia in più.

×

Iscriviti alla newsletter