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Centostazioni, Anas e Tpl. Tutte le manovre delle Ferrovie di Mazzoncini

Mazzoncini Delrio e Renzi - Ferrovie.

Grandi manovre in casa Ferrovie. Da una parte la fusione con Anas, per creare quel campione nazionale delle infrastrutture in grado di competere all’estero, dall’altra la riorganizzazione delle stazioni. In mezzo, l’Ipo prevista per il 2017 e i primi movimenti in vista delle gare per il trasporto pubblico locale, Roma in testa. Nel primo pomeriggio di ieri l’amministratore delegato delle Ferrovie, Renato Mazzoncini (nella foto con Matteo Renzi), è stato ascoltato dai senatori della commissione Lavori Pubblici, per un aggiornamento sul piano industriale presentato a settembre. Due ore prima però Mazzoncini aveva presentato in sede il riassetto degli scali italiani. Con una novità.

STAZIONI FORMATO AEROPORTO

Il gruppo ha annunciato l’acquisizione da Save, gestore dell’aeroporto di Venezia, del 40% di Centostazioni, che per conto di Fs coordina 103 stazioni italiane. L’operazione, che vale 65 milioni, è propedeutica alla riorganizzazione delle stazioni. Nei piani di Ferrovie c’è una nuova idea di scalo, per attirare più viaggiatori e aumentare così il numero di corse e tratte. Nei prossimi mesi partirà la maxi-gara per affidare entro la fine del 2017 in concessione gli spazi retail di alcune grandi stazioni italiane. La gara coinvolgerà certamente le stazioni di Roma Ostiense, Padova e Milano Porta Garibaldi. Al pacchetto potrebbero aggiungersi Torino Porta Susa e la Mediopadana di Reggio Emilia. In Ferrovie lo chiamano “hub intermodale”, ma nella pratica l’obiettivo del gruppo è far assomigliare le maggiori stazioni ai grandi aeroporti, con negozi, ristoranti e spazi commerciali, seguendo la logica non scritta del più passeggeri più treni.

ULTIMO TRENO PER L’ANAS?

L’altra grande questione è l’incorporazione di Anas. La strada non è priva di ostacoli, anzi presenta serie difficoltà, come peraltro ammesso la settimana scorsa dal presidente di Anas Gianni Armani, sempre in Senato. Il primo nodo è il contenzioso miliardario che da anni zavorra i bilanci di Anas. Mazzoncini non ha smarcato la questione posta dai cronisti e a Palazzo Madama ha ammesso la serietà del problema. La soluzione e la gestione del contenzioso dell’Anas di circa 8,5 miliardi “è un punto molto importante” per l’ingresso dell’azienda nel gruppo, ha spiegato il manager. Dicendosi comunque ottimista sulla risoluzione del problema, nonostante la retromarcia del governo sui fondi (800 milioni) da girare alla società per alleggerire il pesante fardello. “Sono assolutamente confidente che lo supereremo”. Il mancato ripianamento del contenzioso rischia infatti di compromettere seriamente l’esito dell’operazione e non sono un caso le preoccupazioni espresse giorni fa da Armani. Anche perché nel conto degli ostacoli va messa anche l’autonomia finanziaria di Anas, che la società vorrebbe raggiungere tramite alcune quote di accise. Ma anche in questo caso il governo ha fatto a suo tempo dietrofront.

ROMA SÌ, ATAC NO

C’è una data importante nell’agenda di Fs. Il 2019. Per quella data infatti sono previsti i primi bandi di gara europei per il trasporto pubblico, frutto delle regole Ue sulla concorrenza. Le grandi partite si giocano a Roma e Milano e Ferrovie sta sondando il terreno. In Lombardia Mazzoncini si è tetto molto interessato alla linea della metro numero 5, di cui il gruppo Astaldi detiene il 38%. Ma è su Roma che Fs punta a subentrare al tpl locale, anche per scalzare Atac, con cui i rapporti non sono certo idilliaci, specialmente dopo il recente scontro sul biglietto integrato Metrebus. Più volte si è parlato di un possibile ingresso di Fs in Atac. Nulla di più falso a sentire l’ingegnere a capo di Fs, che in più occasioni ha criticato la gestione Atac. “Quello che è interessante è il servizio, non l’azienda e per l’Atac in particolare”, ha chiarito seccamente Mazzoncini in commissione.

IPO IN VISTA 

Sullo sfondo però rimane sempre l’Ipo delle Frecce, prevista per il prossimo anno, dopo essere stata rinviata pochi mesi fa a causa di stringenti paletti europei. Mazzoncini ha fornito un timing di massima. “Stiamo iniziando a lavorare alla quotazione, stiamo definendo il perimetro. I primi 6 mesi dell’anno prossimo lavoreremo per la costituzione di questa Newco, i successivi 6 mesi lavoreremo invece per una Ipo”.

I CONTI DI FS

Ma come si chiuderà il 2016 di Ferrovie? A sentire Mazzoncini piuttosto bene. “Chiudiamo il 2016 con un bilancio record superando i 9 miliardi di euro di fatturato (8,6 nel 2015, ndr) e un utile di 800 milioni (464 nel 2015, ndr) che deriva anche da operazioni straordinarie come la cessione di Grandi Stazioni Retail che ha generato una plusvalenza di circa 300 milioni”.

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