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Tutti gli errori di Virginia Raggi (e di Beppe Grillo) a Roma. Parla il prof. Becchi

paolo becchi

“Beppe Grillo doveva fare solo una cosa: far dimettere la Raggi. Le dimissioni di Paola Muraro, indagata, e l’arresto di Raffaele Marra sono un uno-due micidiale per il Movimento 5 Stelle. Non si può far finta di nulla, come stanno facendo…”. Paolo Becchi è l’ex ideologo del movimento grillino, da cui da tempo ha preso le distanze ma le cui vicende continua a seguire con attenzione e passione. Il professore genovese guarda con delusione agli ultimi eventi romani.

Professor Becchi, cosa pensa delle vicende delle ultime ore?

Raffaele Marra era uno dei collaboratori principali di Virginia Raggi, non ci si può difendere dicendo che è un tecnico, uno dei tanti dipendenti del Comune. Stanno trattando la vicenda come se Marra fosse un idraulico: non è bravo, ha sostituito male una tubatura, bisogna chiamarne un altro. Con questa logica sono tutti tecnici: lo è la Muraro, lo è anche l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Tutti tecnici e nessuna responsabilità politica. Evviva!

La vicenda Marra andava avanti da mesi con roventi polemiche…

La giunta Raggi è partita col piede sbagliato. Dato che la vittoria era ampiamente prevista, avevano tutto il tempo per lavorare a una bella squadra. Invece è sembrato tutto frettoloso e improvvisato, come se il Campidoglio fosse caduto dal cielo. E questi sono i risultati.

Non è strano da parte della Raggi essersi legata mani e piedi a personaggi chiacchierati come Muraro e Marra che, con Frongia e Romeo, sono stati i suoi principali collaboratori?

Questo rapporto così stretto non si riesce a spiegare, viene quasi da pensare che dietro possa esserci qualche sorta di ricatto. Di certo c’è qualcosa che non quadra. Ma c’è un’altra cosa sospetta.

Ovvero?

A Milano viene indagato Sala, contemporaneamente a Roma viene arrestato Marra. Sembra quasi che Pd e 5 Stelle si stiano facendo la guerra attraverso certi settori della magistratura.

A Roma il problema è la Raggi o è il Movimento?

Entrambi. La storia di Roma è emblematica dell’incapacità di governare del M5S. Nella Capitale hanno sbagliato candidata, tanto quanto l’hanno azzeccata a Torino. Al netto delle vicende giudiziarie, la città vive nell’immobilismo, non è governata. I problemi di Roma non si risolvono in un giorno, ma in sei mesi qualche segnale lo devi dare. Invece sembra che la Raggi abbia passato questo tempo a cacciare assessori o a farsi arrestare i collaboratori. La gente pensa: se non sai governare Roma, come pensi di guidare il Paese?

E il Movimento?

Mi spiace dirlo, ma Grillo si sta dimostrano inadeguato. Invece di agire, congela. Invece di muoversi, rimanda. Andava bene nel momento della protesta, non ora che ci sono da amministrare città importanti. L’assenza di Gianroberto Casaleggio si sente molto.

Cosa avrebbe fatto Casaleggio in questo caso?

Avrebbe cacciato la Raggi su due piedi, senza starci tanto a pensare. Bisognava togliersi il bubbone, fare pulizia subito. E invece si sta qui e ci si chiede: chi sarà il prossimo? E se arriva un avviso di garanzia alla Raggi, che succede?

Forse ci vorrebbe un vice-Grillo che guidi operativamente il Movimento?

Sì, ma non so chi possa essere. Di Maio dovrebbero preservarlo perché è l’unico candidato premier credibile che l’M5S può mettere in campo. Ora invece tanti ‘fichi e gallinelle’ si scaglieranno contro di lui. Il Movimento rischia feroci lacerazioni, non saranno giorni facili.

Nonostante questi scandali, i 5 Stelle viaggiano ancora a gonfie vele, nei sondaggi sono ancora il primo partito italiano…

A parte che dopo questa vicenda forse qualche voto lo perderanno, il motivo è che non ci sono alternative. Se oggi Salvini, o chi per lui, desse vita a un nuovo movimento sovranista e identitario, si troverebbe davanti una prateria elettorale e pescherebbe a man bassa nel voto grillino. Gli italiani hanno voglia di cambiamento, come ha dimostrato l’esito del referendum.

Queste vicende sono più gravi se coinvolgono l’M5S?

Certamente! Hanno fatto della legalità e della trasparenza la bandiera del loro progetto politico. Se fai una battaglia contro la corruzione e poi arrestano i tuoi per corruzione, significa che qualcosa non quadra. E la gente pensa: ma allora anche loro sono come gli altri.

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