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La forza verbale di Papa Francesco spiegata da monsignor Viganò

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“È il libro di Alessandro, uno della mia squadra!” Ha spiegato monsignor Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. “Ed io ti ho voluto perché sei l’allenatore di questa squadra” la risposta di Alessandro Gisotti, vice-caporedattore della Radio Vaticana, che ha presentato (giovedì 15 dicembre) il suo nuovo  libro, nell’Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense (PUL).

“Il decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco” di Elledici Smart è il titolo del tascabile di Gisotti, che ha donato i diritti d’autore alle Missioni Don Bosco, la prefazione è del cardinale Luis A. Tagle, presidente di Caritas Internationalis. Dieci regole: Comunicare con tutti e senza esclusione, creare ponti e favorire l’incontro, non spezzare mai la relazione e la comunicazione, attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare, orientare le persone verso processi di riconciliazione, superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti, per comunicare bisogna ascoltare, favorire le relazioni nelle reti sociali, costruire una vera cittadinanza anche in rete e generare una prossimità che si prende cura. Dieci punti-chiave, che si elevano a comandamenti della buona comunicazione.

Moderato da Vania De Luca, vaticanista a Rainews24, l’incontro si è aperto con la relazione del Presidente AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Telespettatori), Massimiliano Padula, docente di Sociologia alla PUL: “Papa Francesco-comunicatore rappresenta per noi come Associazione e come uomini una bussola preziosa ed un invito a guardarci dentro, sciogliendo i nodi dell’incomprensione che spesso condizionano il nostro agire”.

“Il linguaggio di Francesco è semplice ma mai banale!” ha detto mons. Dario Viganò, docente ordinario di Teologia della Comunicazione all’Università Lateranense, sottolineando come il testo presenta “aspetti davvero interessanti” che il “decalogo fa riferimento alla normatività”, e “se c’è uno spazio in cui non esistono norme ma solo algoritmi, processi, è quello della comunicazione, il decalogo di per sé è la garanzia che la relazione tra Dio ed il suo popolo sia una relazione buona, decalogo come custodia di una relazione” dunque “ci aiuta a custodire una buona comunicazione”. Dei dieci “comandamenti comunicativi” si è soffermato in particolare “sul de sexto”, il sesto: “Superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti”, esaltando la forza verbale di Francesco, che non è mai “opponente” nelle sue riflessioni.  Non esclude alcuno e racchiude al contempo tutti.  Dario Viganò è figura di spicco nel panorama della comunicazione vaticana. Dopo due anni alla guida del Cento Televisivo Vaticano (CTV) è stato chiamato da Papa Bergoglio a riorganizzare l’informazione pontificia. Un “piano” che ha raccontato nel suo libro “Fedeltà è cambiamento” uscito nel 2015 per Rai Eri.

“Col cuore pieno di gratitudine a quanti mi hanno guidato e accompagnato in questi 17 anni al servizio della Chiesa e del Papa nella comunicazione” sono stati i sentimenti espressi dall’autore Gisotti secondo cui “per comunicare occorre ascoltare e lo dico da padre e da marito”. Ed ai figli (Maria Teresa ed Andrea Karol) ed ai suoi studenti di Comunicazione è riservata la dedica del libricino.

In sala un nutrito numero di giornalisti della Radio Vaticana, colleghi di Gisotti, tra cui, Roberto Piermarini, Isabella Piro, Alessandro Guarasci, Debora Donnini e Massimiliano Menichetti ed il Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma don Walter Insero oltre agli studenti del corso di laurea dell’autore.

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