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Tutti i dubbi degli iscritti al Movimento 5 stelle sul programma energetico di Beppe Grillo

Difesa BEPPE GRILLO Generali

“D’accordo. Ma mi pongo alcune domande”. Si può riassumere così il dibattito che si è aperto tra i militanti del Movimento 5 stelle chiamati, in queste settimane, a esprimersi sul programma energetico del Movimento 5 Stelle mentre a Roma e non solo si avvertono gli scossoni della giunta Raggi in Campidoglio. Risultato: vincono di gran lunga i sì al primo punto del programma energetico a Cinque Stelle, ma anche chi è favorevole esprime interrogativi, dubbi e perplessità.

COME SI E’ VOTATO

Una prima votazione si è tenuta il 14 dicembre sulla piattaforma Rousseau. Gli iscritti certificati hanno riposto al quesito: “Sei d’accordo con lo sviluppo di politiche che scoraggiano l’uso della benzina e del gasolio a favore della mobilità elettrica?”. Si sono pronunciati per il Sì nella quasi totalità. Ma sono tanti i dubbi che emergono tra gli iscritti, e che si possono leggere tra i commenti al post pubblicato sul sito www.beppegrillo.it il 9 dicembre scorso, mentre un secondo post Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente, è stato pubblicato il 16 dicembre parla dei diversi modi di stoccaggio di energia e su cui gli iscritti si pronunceranno nei prossimi giorni votando sulla piattaforma Rousseau.

Ma quali sono in dettaglio i dubbi degli iscritti sulle proposte energetiche del capo del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo? Ecco una selezione di commenti al primo post che ha aperto il dibattito.

I DUBBIOSI

Malgrado la votazione sul primo quesito del programma energetico si sia tenuta mercoledì 14 dicembre e si sia conclusa con la votazione di 26.651 iscritti certificati, che si sono espressi 25.737 per il Sì e 914 per il No, a favore dello “sviluppo di politiche che scoraggiano l’uso della benzina e del gasolio a favore della mobilità elettrica”, molti sono i dubbi avanzati dai militanti. “I commenti dimostrano che i lettori sono molto più avanti del semplicistico programma esposto – si legge -. Incentivare la mobilità elettrica non implica necessariamente consumare meno combustibili fossili: se l’elettricità è prodotta in gran parte bruciando oli combustibili, come avviene ora, il problema si peggiora addirittura”. E ancora: “D’accordo. Ma mi pongo alcune domande. Qual è l’impatto ambientale di produzione e smaltimento degli accumulatori? Ci sono risorse disponibili e durature per fornirci di questi apparati?”, chiede un altro utente, mentre c’è chi discute l’opportunità di aumentare il bollo per i veicoli tradizionali, perché “ciò andrebbe a penalizzare i meno abbienti che non possono sostituire, unicamente per ragioni economiche, i vecchi veicoli con i nuovi”. “Ho notato che si può votare solo si o no e non si possono, invece, proporre modifiche”, sottolinea un altro, “è o era possibile proporle in altra sede o con altre modalità?”.

CHI HA VOTATO NO

I dubbi di una parte di utenti si sommano a quelli che, trovando il programma troppo semplicistico, hanno scelto di votare No. Malgrado siano stati solo 914 gli utenti ad essersi espressi negativamente, tra i commenti le critiche non mancano: “Così come è impostata la domanda non posso votare SI”, “Sono d’accordo sull’obiettivo, ma così come proposto sembra d’andare a farfalle. Voto perciò no!“, e ancora: “Credo che voterò NO. Non perché sia contrario di principio. Lavoro da 12 anni sulle energie rinnovabili e credo che questa proposta sia impostata male e non prende in esame l’intera complessità della questione”. Si lamenta la povertà del programma, insomma: “Mi sembra che chi scrive non abbia la minima idea della potenza installata necessaria a ricaricare anche solo 1 milione di vetture elettriche con una batteria da 30-50kw. Altro che rinnovabili…”.

LE RAGIONI DEL SÌ

Comunque la quasi totalità dei partecipanti al voto si sia espresso a favore della proposta dei capo politico Beppe Grillo. “Voto SI per convinzione. Sono assolutamente d’accordo e vorrei che, inoltre, prendeste in considerazione l’aumento degli incentivi per l’acquisto di biciclette elettriche”, scrive un utente, seguito da chi motiva il suo voto con la necessità inevitabile di “intervenire sull’ambiente” e poi sulle “modalità di produzione della corrente per la ricarica delle automobili”, che sarà il passaggio successivo per la soluzione del problema. Anche tra chi vota Sì emerge la richiesta di maggiore dibattito: “Bene il mio voto è si ma gradirei si dibattesse sul come incentivare l’uso di altri mezzi di locomozione. Il semplice surtassare assicurazioni e bolli nei confronti dei veicoli a combustibili fossili è solo una iniqua punizione nei confronti di chi un’auto elettrica nuova non se la può comprare (e siamo in molti). Incentivare e non punire mi sembra un percorso più equo”. E poi ci si chiede: “siamo sicuri che la provenienza dell’energia elettrica non causi più povertà e inquinamento del petrolio?”.

UNA QUESTIONE DI METODO

Al di là delle critiche specifiche sulla proposta, si leggono anche commenti relativi alla modalità di partecipazione usata da Beppe Grillo per “ascoltare” gli iscritti al Movimento. “Caro Staff – scrive un utente -, quando capirete che dovreste dare una valutazione scritta dei post ricevuti? Così, commentare e partecipare non serve a nulla. Non serve una mazza”, e ancora: “Per sviluppare le basi un programma innovativo (ma realizzabile) servirebbero discussioni e votazioni più dettagliate sui singoli punti, magari anche dando priorità a chi lavora o ha un titolo di studio nel settore interessato (senza offesa ma, da ingegnere energetico, ho letto alcuni commenti troppo sognatori)”. C’è poi chi non dimentica un post pubblicato sul blog di Grillo nel 2011, in cui si raccoglievano dichiarazioni (definite da Grillo “supercazzole”) sui rischi relativi alla produzione di energia nucleare a cui Grillo si è sempre opposto, proprio all’indomani della strage di Fukushima. Tra queste “supercazzole” raccolte da Grillo, ce n’è una proprio del dottor Valerio Rossi Albertini, l’esperto che ha firmato il primo post sul programma energetico dei 5 stelle: “Le fughe radioattive mi sentirei di escluderle – sosteneva Rossi Albertini -. Nella peggiore delle ipotesi si tratta di materiale contaminato da radiazioni, ma non ci sarà il cosiddetto ‘effetto Chernobyl’”.

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