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Facebook smaschererà le bufale? No, parola del bufalaro Ermes Maiolica

Facebook

Come fare a distinguere una notizia vera da una falsa? Tra poco potrebbe essere proprio Facebook a darci una mano ad orientarci nel mare magnum dell’informazione. Gli informatici di Menlo Park hanno studiato un sistema che permetterà agli utenti di segnalare, attraverso un pulsante cliccabile, le notizie ritenute potenziali bufale, chiamate “Disputed Post”. I contenuti non saranno rimossi ma continueranno a circolare con un bollino che ne attesta la non attendibilità. “Facebook ha provato a tirarsi fuori dall’angolo nel quale è finito lasciando alla saggezza, o alla follia, della folla la possibilità di scegliere tra il vero e il falso” – dice a Formiche.net Nicola Zamperini di Brand Journalism, una rivista impegnata, tra la altre cose, a riflettere sul ruolo dei mezzi di comunicazione come Facebook nelle nostre vite – “Da Menlo Park hanno messo a punto un processo articolato e macchinoso che ha più punti poco convincenti. Ricordiamo che Facebook, che in questo caso non ha aggiornato il suo algoritmo, resta una piattaforma che ora sta provando a comportarsi da media company ma non è certo la ricerca della veridicità a muovere Facebook. Basti pensare all’effetto straniante dell’eterno presente che si può ritrovare quando ogni volta che succede un fatto di cronaca importante. Penso ad esempio agli attentati a Bruxelles di qualche tempo fa quando in cima alle nostre timeline non c’erano le ultime notizie e dunque le più attendibili ma le più commentate e molto spesso più vecchie e meno particolareggiate. Questo dei disputed post è un tentativo di Facebook ma non risolve il problema”.

ERMES MAIOLICA: “IO, ARTISTA DELLE BUFALE, SONO CONTRO LE BUFALE”

La questione delle false notizie, dunque, non ha trovato una soluzione. Quello che manca, nella proposta degli uomini di Zuckerberg, è la determinazione di cosa sia una bufala e i criteri per riconoscerla. Anche Ermes Maiolica, un vero e proprio artista delle bufale, nutre qualche dubbio a riguardo. “Pensiamo se una notizia vera fatta circolare dal PD venisse segnalata in massa dagli attivisti del M5S, o viceversa, a cosa sarebbe servito questo nuovo strumento? A fare censura su un fatto realmente accaduto”, dice in una conversazione con Formiche.net.

Ermes si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alle sue “bufale” rilasciate sulla rete con una tempistica perfetta. Ricordiamo la finta pubblicità sui frigoriferi della Smeg quando a Roma impazzava il caso dei grandi elettrodomestici lasciati per strada, oppure quella sul “no” al referendum di Umberto Eco quando ormai il semiologo era già passato a miglior vita. “Sembrerà strano ma sono contro le bufale. Adesso va tanto di moda il concetto di post verità, quello per cui autentiche menzogne vengono spacciate per notizie reali e come tali vengono recepite dagli utenti” – continua Ermes Maiolica – “Pensiamo ad esempio a tutte quelle notizie false che mirano a diffondere odio nei confronti dell’immigrazione o di un particolare gruppo etnico. Ad oggi sono quelle che fanno più presa perché c’è tanto malessere sociale ed è in atto una vera e propria guerra tra poveri. Ecco quelle non sono bufale, sono notizie false cattive. Io ricevo molto spesso proposte per collaborare con questi siti che hanno il solo obiettivo di guadagnare disseminando odio nella rete o di deviare voti. Non ho mai accettato, benché mi proponessero di guadagnare, perché non sarebbe eticamente rispettoso di quello che faccio. Io le mie le considero performance artistiche che individuano un nervo scoperto nell’informazione mainstream e se ne prendono gioco ma in maniera scherzosa e mai cattiva”.

Il danno che creano queste false notizie viene amplificato dai mezzi di informazione che, senza verificarle adeguatamente, le riportano come notizie vere. “Questo succede perché i tempi dell’informazione si sono molto ristretti. Il giornalismo sulla rete, che ricordiamo è un mezzo nuovo del quale dobbiamo prendere ancora bene le misure, vive di tempestività che si rivela però un’arma a doppio taglio” – prosegue Ermes – “Forse la rincorsa allo scoop è più importante della figuraccia che si può fare dopo con la smentita. L’antidoto per smascherarle a volte è di una banalità imbarazzante. Può essere affidabile un articolo pubblicato sul “Corriere della Pera”?”.

Chiaramente no e non c’è da farci tanta filosofia. Per quanto possa sembrare scontato basterebbe digitare su Google per capire l’attendibilità di una notizia. In ogni caso resta da definire dove si trovi il confine tra una bufala artistica e le notizie false. Ermes su questo ha le idee molto chiare: “La differenza tra le “bufale buone”e quelle cattive è la stessa che intercorre tra un mago ed un truffatore. Il mago l’orologio lo fa sparire ma alla fine te lo restituisce, il truffatore se lo intasca. Le mie bufale non fanno male, vengono di solito smentite in giornata e non lasciano strascichi di odio”.

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