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Vi dico 2 buoni motivi per non rottamare i voucher

Maurizio Del Conte, “professore a contratto” del governo Renzi, ci spiega ora che si può drasticamente tagliare l’uso dei voucher senza attendere i risultati della loro recente tracciabilità e senza spiegare che ne sarà dei molti spezzoni lavorativi che non potranno più essere regolarizzati tramite essi. E’ l’insostenibile leggerezza dell’essere “sinistra” oggi. Non si parte dal reale per darvi un agevole abito legale, ma si muove dalla regola politicamente corretta perché poi sia quel che sia. D’altronde la minaccia referendaria scuote un campo politico e sociale in cui non si sono per nulla consolidati i cambiamenti culturali. Salvo constatare che nelle ripetizioni private a domicilio famiglie e professori di destra come di sinistra non sembrano amare molto i voucher.

Craxi mutò “geneticamente” il Partito socialista attraverso un guado faticoso dal quale tutti, o quasi, uscirono cambiati. Solo così si spiego’ la forte mobilitazione della sinistra riformista in occasione del referendum proposto dal Pci contro la fine della scala mobile nel 1985 e la non facile vittoria su un quesito che prometteva un aumento di oltre trecentomila lire in busta paga.

Ora avremmo bisogno di dedicare le nostre energie a ben altri obiettivi nel momento in cui incombono cambiamenti tecnologici e organizzativi epocali. Ma anche i ragazzi in fiera per due giorni, il cameriere di una sera, i raccoglitori di olive nel piccolo fondo, il potatore d’alberi occasionale hanno diritto alla assicurazione contro gli infortuni e ad un accantonamento previdenziale. Sono lavori che resteranno anche in piena rivoluzione digitale e non mi si venga a dire che per prestazioni così brevi e’ agevole aprire e chiudere una posizione contrattuale tipica. Senza dimenticare le rigidità introdotte per le modalità contrattuali flessibili come il lavoro a chiamata.

Aspettiamo quindi il monitoraggio dei rapporti di lavoro tracciati, confrontiamoli con gli eventuali rapporti pregressi, verifichiamo l’efficacia dell’attività ispettiva, prima di decidere seguendo il buon metodo sperimentale.

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