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Jobs Act e voucher, ecco i numeri veri

Di Marco Leonardi

Ieri è uscito il primo rapporto congiunto ministero del lavoro/Istat/Inail/Inps. Così non sono più differenze tra i dati del mercato del lavoro. Dice che il Jobs Act funziona (+489.000 contratti a tempo indeterminato in più rispetto allo stesso trimestre del 2015). Su 20 pagine di rapporto solo 7 righe sono dedicate ai voucher (che sono precedenti e non c’entrano nulla con il Jobs Act che è una riforma per rendere prevalente il contratto a tempo indeterminato anche a costo di una riduzione delle tutele contro il licenziamento). Queste righe dicono:

Nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti“.

Traduzione: il quadro dei dati amministrativi dei voucher effettivamente pagati ci dice che in verità sono 1,4 milioni di persone (in maggioranza pensionati studenti o disoccupati) che fanno lavoretti per meno di 300 euro annui lordi (il 95% dei voucheristi prende meno di 3000 euro di voucher all’anno). I voucher non sostituiscono il lavoro regolare ma nella stragrande maggioranza dei casi lo integrano. E non determinano certo l’aumento dell’occupazione di questi anni: 47.000 persone sono lo 0.2% dei 22 e passa milioni di occupati.

Aggiungo io: certo ci sono degli abusi nell’uso dei voucher. Per esempio circa 80.000 persone che hanno un contratto normale (spesso part time) e insieme voucher da una stessa azienda nello stesso anno, questi casi fanno pensare ad un utilizzo improprio. Dopo aver introdotto la tracciabilità dei voucher, io punterei a intervenire su questi casi invece di cancellare un istituto che è utile per far emergere il nero. E soprattutto non mischiate i voucher con il Jobs Act che è una riforma del contratto a tempo indeterminato.

(post pubblicato da Marco Leonardi sul suo profilo Facebook)

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