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Tutte le capriole a 5 stelle di Beppe Grillo sull’Italicum dopo il referendum

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Niente inciuci, niente governi tecnici, avanti tutta e al più presto verso le elezioni anticipate. E’ questa la direzione di marcia indicata e auspicata dal fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo.

Dunque, per certi versi a sorpresa, nessuno tocchi l’Italicum, che invece quasi tutte le altre forze politiche vogliono cambiare, mentre è attesa la decisione della Corte costituzionale. E per la legge elettorale del Senato, si riesumi il Consultellum. Ecco il progetto di Grillo così come lo ha delineato ieri sera in un post sul suo blog, che di fatto ribalta settimane e mesi di critiche verso l’Italicum.

Ecco il concetto clou con cui il capo politico dei Pentastellati ha festeggiato la vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre:

“Gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto. La cosa più veloce, realistica e concreta per andare subito al voto è andarci con una legge che c’è già: l’Italicum. Abbiamo sempre criticato questa legge, ma questi partiti farebbero di peggio e ci metterebbero anni legittimando l’insediamento di un governo tecnico alla Monti. Per quanto riguarda il Senato, proponiamo di applicare dei correttivi per la governabilità alla legge che c’è già: il Consultellum. Ci vogliono cinque giornate di lavoro. La nostra proposta a tutti è di iniziare a lavorarci domani e avere la nuova legge elettorale in settimana. Non si può bloccare il Parlamento discutendo una nuova legge elettorale. Si deve votare il prima possibile. I partiti faranno di tutto per tirarla per le lunghe e arrivare a settembre 2017 per prendere la pensione d’oro”.

Ma dopo qualche ora, cambia o si affina – dipende dai punti di vista – la posizione del Movimento e dello stesso Grillo sulla legge elettorale. L’ultima versione del pensiero del fondatore è la seguente: Italicum ok pure per il Senato. Leggere per credere l’ultimo post sul tema firmato da Vito Crimi e Danilo Toninelli, parlamentari del Movimento Cinque Stelle:

Con il voto referendario gli italiani hanno espresso un chiaro segnale politico: la volontà di andare il prima possibile al voto. L’unico problema è la legge elettorale, che i partiti per tre anni hanno usato come merce di scambio delle loro trattative alle spalle dei cittadini. Ora ci troviamo con due leggi elettorali tra Camera e Senato molto diverse. Alla Camera è l’Italicum. La nostra soluzione è applicare la stessa legge al Senato su base regionale.
È sufficiente aggiungere alcune righe di testo alla legge attuale per farlo e portarla in Parlamento per l’approvazione. Stiamo lavorando alla bozza che presenteremo in questi giorni. La legge recepirà in automatico le indicazioni della Consulta che si pronuncerà a breve. Dopo di che avremo una legge elettorale costituzionale pronta all’uso evitando mesi di discussioni e mercato delle vacche dei partiti“.

 

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