Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ecco tutti i dettagli sul dirottamento dell’aereo partito dalla Libia

Due uomini armati di granate hanno minacciato di far esplodere un volo interno libico, della locale Afriqiyah Airlines. Dopo diverse ore si sono arresi e consegnati alle autorità di Malta, dove il veicolo era stato fatto atterrare forzatamente. La vicenda si è chiusa senza che nessuno si facesse del male.

L’areo, un Airbus A320 con codice di volo 8U209 era decollato da Sebha, in Libia centrale, alle 8:10 di mattina come ogni venerdì per arrivare a Tripoli alle 9:20. Quando gli uomini armati ne hanno preso il controllo hanno chiesto ai piloti di allungare il volo fino a Malta, dove è atterrato alle 10:32 (nota: orari in GMT).

_93103648_flight_hijack_libya_624-1

Lo stand-off è durato circa tre ore, in cui gli specialisti della polizia maltese hanno avviato le trattative grazie alle quali i due si sono arresi e hanno lasciato scendere i passeggeri. A bordo c’erano 118 persone, di cui sette membri dell’equipaggio.

Ci sono ricostruzioni controverse sull’accaduto. Alcuni media libici citano il pilota, il quale avrebbe detto che almeno uno dei due dirottatori indossava cinture esplosive e che la prima richiesta era stata di arrivare fino a Roma: ne parla il sito al Wasat, che specifica che all’areo però mancava il carburante necessario.

Per primo il Times of Malta ha detto che i dirottatori avevano richiesto la scarcerazione di Saif al-Islam Gheddafi, uno dei figli del defunto colonnello libico. I due, i cui nomi sono Mousa Shas e Ahmed Ali, di 24 e 25 anni, hanno dichiarato di appartenere ad al-Fateh al-Gadida, gruppo gheddafista che rivendica ambizioni politiche e che muove le proprie file da Sebha, terra della tribù Gaddafa. Uno degli attentatori si è affacciato dalla porta dell’aereo, quando era rimasto quasi vuoto sulla pista dell’aeroporto Luqa, mostrando la bandiera verde simbolo della Libia gaddafina. Pare che abbiano anche richiesto asilo politico a Malta o in Europa.

Sebha è stata il centro di scontri tra le tribù dei Gaddafa e quella dei Suleiman. La città è la storica capitale del Fezzan, regione libica che vive in modo distaccato le vicende della crisi politica al nord, dove il governo di Tripoli guidato dall’incaricato Onu Fayez Serraj si scontra con l’opposizione della Cirenaica, regione al momento indipendente dove il generale Khalifa Haftar è alla guida di una specie di dittatura militarista. Il Fezzan è considerato una regione ibrida che segue agende diverse dal nord costiero: i clan locali gestiscono traffici clandestini di ogni genere. In quest’area desertica dove il territorio libico si perde verso i confini meridionali, probabilmente hanno trovato riparo e nascondiglio diversi combattenti dello Stato islamico che sono fuggiti da Sirte, un tempo roccaforte del Califfato, ora liberata.

×

Iscriviti alla newsletter