Un’autobomba è esplosa davanti al tribunale di Smirne, città della costa egea turca: tre uomini hanno guidato la macchina fino all”ingresso riservato ai magistrati, hanno ingaggiato un primo conflitto a fuoco con la polizia, hanno fatto esplodere l’auto e poi hanno continuato a sparare.
CCTV of the explosion of a car bomb in the parking lot of a courthouse in Izmir #Turkey pic.twitter.com/bpX1SfumA0
— Michael Horowitz (@michaelh992) 5 gennaio 2017
Il bilancio provvisorio parla di 10 feriti e 2 morti (un poliziotto e un impiegato), e anche due degli attentatori sono stati uccisi dalla polizia, mentre l’altro sembra essere fuggito.
At least 11 injured in #Izmir attack, 2 attackers killed, 1 is at large.
Security of #Courthouse stopped VBIED entering, then clash began pic.twitter.com/bx3iTH3PvD— ilhan tanir (@WashingtonPoint) 5 gennaio 2017
Si tratta dell’ennesimo attentato che la Turchia ha subito negli ultimi diciotto mesi, l’ultimo, la notte di Capodanno, aveva visto un uomo entrare in un locale di Istanbul, il Reina, e aprire il fuoco tra i clienti uccidendo 39 persone. L’attentato era stato rivendicato, per la prima volta in Turchia, dallo Stato islamico, mentre l’attentatore sarebbe ancora in fuga, nonostante le autorità turche abbiano allestito una caccia all’uomo su scala nazionale – il ministro degli Esteri ha detto che la polizia è arrivata all’identità del jihadista, ma non ne aveva rivelato altri dettagli (i media più vicini al governo avevano invece diffuso un nome de guerre di quelli che i combattenti baghadadisti acquisiscono una volta scelto il jihad). Proprio a Smirne avevano condotto le ultime indagini per l’attacco al Reina, con una quarantina di arresti – persone provenienti dell’Asia centrale, come pare il sospettato – durante un blitz delle squadre dell’antiterrorismo su potenziali appoggi logistici sfruttati dall’attentatore dei Istanbul.
At least 11 injured in #Izmir attack, 2 attackers killed, 1 is at large.
Security of #Courthouse stopped VBIED entering, then clash began pic.twitter.com/bx3iTH3PvD— ilhan tanir (@WashingtonPoint) 5 gennaio 2017
Tuttavia, nonostante l’intreccio con le indagini della strage fatta dall’IS a capodanno, le autorità turche hanno fatto sapere di propendere più per la pista curda. Dall’estate del 2015 il governo centrale ha riaperto le ostilità contro i combattenti curdi del Pkk e dal 24 agosto ha invaso una porzione di Siria per combattere contemporaneamente il Califfato e frenare l’avanzata dei curdi siriani, considerati terroristi alleati del Pkk. I curdi, soprattutto attraverso l’ala oltranzista Tak, hanno più volte colpito la Turchia, prendendo come obiettivi sempre le forze di sicurezza. Sul luogo dell’attentato sarebbero state ritrovate diverse armi: questo secondo la polizia fa pensare che l’attacco avrebbe dovuto essere più ampio.