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Così l’Enea studia la resistenza al terremoto degli edifici del centro Italia

Enea, tavole vibranti, terremoto

Con le ultime scosse di terremoto di ieri, seguite e analizzate da Formiche.net, si riaccende il dibattito sugli aiuti alle popolazioni dell’Italia centrale e sulla prevenzione.

Il Centro ricerche Enea Casaccia sta portando avanti un progetto che studia il comportamento sismico delle pareti murarie tipiche delle abitazioni dei centri storici dell’Appennino centro-meridionale. Tutto ciò grazie alle scosse di terremoto che negli ultimi decenni hanno colpito l’Italia, riprodotte sulle tavole vibranti del Centro.

L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni sostenibili per la prevenzione e il rinforzo strutturale del patrimonio edilizio. Le due pareti di due tonnellate ciascuna, una in tufo e l’altra in pietra, sono state sottoposte alle violente scosse simili a quelle del terremoto dell’Irpinia (1980) fino a quello che ha colpito Amatrice.

“I recenti eventi sismici dell’Italia centrale hanno mostrato la drammatica vulnerabilità delle pareti murarie che si disgregano e crollano per azioni sismiche fuori dal piano e per noi capire come gli edifici vengono danneggiati dalle scosse è fondamentale”, sottolinea il professor Gianmarco De Felice, dell’Università di Roma Tre coordinatore del progetto.

“Le nostre tavole vibranti” – evidenzia Gerardo De Canio responsabile del Laboratorio Tecnologie per l’innovazione sostenibile dell’Enea – “sono in grado di muoversi nelle sei dimensioni spaziali (tre direzioni di spostamento e tre rotazioni) e rappresentano un’infrastruttura unica in Italia a disposizione del sistema – Paese per la sperimentazione delle tecnologie più mature per applicazioni ai beni culturali nei settori della diagnostica, acquisizione dati di spostamento tramite il sistema 3D Vision motion capture, sperimentazione condivisa a distanza tramite piattaforma virtuale DySCo e repository dei dati. Sulle stesse tavole abbiamo effettuato test di resistenza sugli innovativi basamenti antisismici che abbiamo realizzato per i Bronzi di Riace e che sono adatti a tutte le statue a sviluppo verticale: sono stati infatti applicati per la statua in bronzo del San Michele Arcangelo e al drago del Duomo di Orvieto ed è allo studio anche la versione della base antisismica per un gigante fragile come il David di Michelangelo, oggetto di un finanziamento di 200mila euro da parte del ministero per i Beni culturali e il turismo”.

Il sistema 3D Vision e la piattaforma virtuale Dysco realizzato dall’Enea, permette la condivisione in remoto della sperimentazione sulle tavole vibranti, con scambio di informazioni e di dati in tempo reale. “Dopo la sperimentazione – conclude De Canio – le due pareti sottoposte a stress sismico saranno riparate con tecnologie innovative offerte dall’industria e verranno poi sottoposte a nuovi test con l’obiettivo di avere maggiori indicazioni su come intervenire per recuperare parte del patrimonio edilizio danneggiato dal terremoto”.

Le prove sperimentali sono state effettuate nell’ambito del progetto di cooperazione scientifico tecnologico Italia-Usa “Composites with inorganic matrix for sustainable strengthening of architectural heritage” finanziato dal ministero degli Affari esteri e dal progetto CoBRA “Sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la Conservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti” finanziato alla Regione Lazio, con il supporto del Consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) e della Kerakoll SpA.

Anche altri istituti però sono coinvolti nel progetto, tra cui celebri istituzioni statunitensi come il MIT- Massachusetts Institute of Technology di Boston, University of Miami, Smithsonian Institute e National Gallery of Art di Washington.

(Foto Enea, Tavole vibranti)

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