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Hotel Rigopiano, i vip e gli smottamenti nei giornali

Di Mattia Feltri

Bisogna stare calmi. Perché a leggere e a sentire certe cose viene da tirare giù tutti i santi del cielo. Non voglio spendere un solo aggettivo per i morti dell’hotel: quello del dolore è un esercizio difficile e inevitabile quando si è sul posto, e io sto seguendo quel disastro dalla mia scrivania a Roma. Penso per un momento con orrore al padre che ha perso figli e moglie al Rigopiano.

Però. Leggo e sento che gli ospiti dell’hotel (lo chiamano l’hotel dei vip perché ci andava Clooney) aspettavano di andare via e nessuno gli ha liberato la strada. Ora, in quel caos assurdo, non così facilmente prevedibile nelle dimensioni, e nel combinato bufera-terremoto, con centinaia di borghi isolati e senza luce, ci si doveva affrettare per l’hotel dei vip? Nell’hotel c’era luce, riscaldamento, provviste. Era una priorità? O lo è soltanto perché dopo (dopo!) è stato spazzato via da una valanga? Che avremmo detto se avessero sfollato l’albergo dei vip mentre la “povera gente” aspettava sul cucuzzolo al buio?

Altro discorso è perché nessuno abbia creduto all’allarme dato subito dopo la slavina. Non me lo spiego. Dobbiamo capirlo e servono delle risposte. E dobbiamo sapere che forse non sarebbe cambiato niente anche se i soccorsi fossero scattati subito dopo l’allarme: ci sarebbero comunque volute 5-6 ore, minimo, per raggiungere Rigopiano devastata.

Leggo poi sul Corriere (e non solo) un editoriale di Sergio Rizzo, giornalista bravo e preparato che conosco un po’ e stimo. Ma il suo editoriale di oggi è tremendo. Dice che probabilmente l’albergo era abusivo – un casolare ampliato via corruzione – “questo almeno secondo i giudici”. Ah bella questa! Non è vero: perché gli imputati sono stati tutti assolti, e quindi secondo i giudici non ci fu abuso né corruzione.

Poi Rizzo spiega che siccome il reato andava in prescrizione, ai pm mancò il tempo per proporre appello. Fantastico, Siamo arrivati alla più irrimediabile delle presunzioni di colpevolezza. Come spesso mi è capitato di scrivere – però voi che leggete non ditelo a nessuno, teniamocelo per noi – alle pendici del Vesuvio vive qualche centinaio di migliaia di persone in un’enorme città abusiva. Quando il Vesuvio si scatenerà, preparate gli indici da puntare a caso.

Abbiamo bisogno di molta pazienza e molta fortuna.

(Post pubblicato da Mattia Feltri sul suo profilo Facebook)

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