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Immigrazione e sicurezza: la strada comune di Italia e Croazia

Un accordo bilaterale per svolgere attività di cooperazione al fine di prevenire e reprimere i crimini, in materia di immigrazione e criminalità. Italia e Croazia si dotano di un nuovo strumento di azione comune, ratificando l’Accordo tra il Governo di Roma e di Zagabria sulla cooperazione transfrontaliera di polizia, le cui basi erano state gettate a Zagabria il 5 luglio 2011.

L’Accordo, alla cui realizzazione ha contribuito il senatore di Ap Aldo Di Biagio eletto all’estero, presidente dell’associazione di amicizia interparlamentare Italia-Croazia, sancisce l’impegno a sviluppare una più efficace azione di contrasto al crimine transfrontaliero, in particolare quello connesso all’immigrazione illegale, alla tratta di esseri umani e al traffico di sostanze stupefacenti.

Per realizzarlo, affida la competenza alle autorità specifiche, che sono per la parte italiana il Ministero dell’interno (Dipartimento pubblica sicurezza) e per quella croata il Ministero dell’interno (Direzione generale della polizia) con le proprie unità organizzative interne e le unità locali di polizia, nel quadro delle proprie responsabilità.L’atto formale nato oggi ha una durata illimitata e non pregiudica i diritti e gli obblighi derivanti da altri trattati internazionali vincolanti per le parti. Prevede inoltre le procedure da seguire per la composizione delle controversie e per la sua entrata in vigore.

Scambio di informazioni e know how, incrocio di dati e strategie, formazione congiunta dei due corpi di polizia, punti di contatto in analisi e operazioni con l’interessamento di scali portuali e aeroportuali che avvieranno una fase di prevenzione e controllo. Italia e Croazia parleranno la stessa lingua anche sulla scia di eventi di contatto a caratura culturale del recente passato.
Il riferimento è alla mostra “Drenig – contatti culturali italo-croati 1900-1950”, inaugurata lo scorso ottobre a Roma presso l’Istituto di Santa Maria in Aquiro, e al fatto che Fiume, a lungo contesa tra Italia e l’allora ex Jugoslavia, è diventata capitale europea della cultura, oltre a vari accordi passati in campo culturale.

Il nuovo governo croato, che tramite il parlamento monocamerale dovrebbe approvare nel corso del 2017 un totale di 71 leggi per adeguare il quadro legislativo all’usus europeo, è nato lo scorso ottobre. Lo guida Andrej Plenković, Presidente dell’Unione Democratica Croata (HDZ), formazione nazionalista conservatrice membro del Ppe. Vi partecipano personalità dell’Unione Democratica Croata e del Ponte delle liste Indipendenti (Most). Prossimo passo il 2020 quando assumerà la Presidenza del consiglio Ue.

twitter@FDepalo

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