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Morale e politica nell’ultimo film di Ficarra e Picone

Onestà vs corruzione: guerra dagli antichi natali. Salvo Ficarra e Valentino Picone mettono tale binomio al centro de “L’ora legale”, il loro ultimo film – il sesto insieme per essere precisi – prodotto da Medusa e al cinema dal 19 gennaio.

LA TRAMA

Pietrammare è un piccolo paese della Sicilia che a ridosso delle elezioni comunali si ritrova a dover scegliere tra Gaetano Patané (interpretato da Tony Sperandeo), politico di professione con all’attivo un numero imprecisato di legislature, e Pierpaolo Natoli (all’anagrafe Vincenzo Amato), professore avvezzo alla legalità e alle regole. Con Patané si schiera Ficarra, con Natoli si schiera Picone. Ciliegina sulla torta: i due comici siciliani e Natoli sono anche tra loro cognati. Alla fine della campagna elettorale ad avere la meglio è Natoli e il suo “cambiamento”: per loro un plebiscito di voti. Picone esulta, Ficarra un po’ meno. Ma sale lo stesso sul carro del vincitore con tanto di felpa alla Salvini maniera con sù scritto cognato. Che, in qualità di parente, riceve i cittadini per ascoltare le loro richieste in stile vecchia Dc. Insediatosi in comune però, il neo sindaco inizia a far rispettare le regole sul serio. Lo fa senza discriminazioni. Dunque, per esempio, il parcheggiatore abusivo lascia spazio alle piste ciclabili, i vigili urbani (tra loro Sergio Friscia e Antonio Catania) fanno il loro debutto in società e a tutti arrivano le bollette da pagare. Pure al prete del paese (Leo Gullotta) che per “le pecorelle smarrite del Signore” ha creato un bed&breakfast nelle adiacenze della Chiesa. Di fronte alla cartella dell’Imu, il ministro di Dio è pronto a rimangiarsi quanto affermato dal pulpito: “I corrotti non portano a casa solo i soldi ma anche la mancanza di dignità”. Pure con la famiglia, il primo cittadino di Pietrammare non è indulgente: Ficarra è costretto a fare la guardia forestale e la moglie di Picone (sorella di Natoli) a rimanere senza lavoro perché la fabbrica in cui è assunta come operaia non è a norma e non rispetta l’ambiente. E a proposito di inquinamento, la raccolta differenziata riesce a creare non pochi problemi: “Il tovagliolo sporco di sugo a Milano dove lo buttate“, chiede Picone al telefono. E qualcuno dall’altro lato della cornetta si premura di avere maggiori specificazioni: “Il sugo è di carne o di pesce?“. Per dire. Il malcontento è forte, tutti quelli che lo hanno votato non sono felici del suo operato e dunque pensano a come fare per ripristinare il vecchio ordine. Non vogliamo e non possiamo anticiparvi nulla.

LA REALTA’ SUPERA LA FANTASIA?

Quello che possiamo dirvi è che il sindaco ligio al dovere ha una figlia, Betti (Eleonora De Luca) appena diciottenne e appassionata di musica. La ragazza è iscritta al conservatorio. Lei, forse più dei giovani di oggi, ci crede davvero nel cambiamento e sostiene suo padre con tutte le sue forze. A un certo punto però fa un’amara scoperta sul passato dell’uomo. Quindi, nessuno è davvero pulito fino in fondo? Nonostante la sceneggiatura della pellicola sia stata scritta circa due anni fa, l’attinenza con quanto è accaduto nelle ultime settimane (soprattutto a Roma e dintorni) sembra calzare a pennello. Non ci sono riferimenti espliciti e a quanto pare neppure retro pensieri. Ficarra e Picone hanno assicurato infatti di non voler fare satira politica ma di avere il solo obiettivo di “far divertire tutta la famiglia”. Ridere fanno ridere. Ma anche molto riflettere. Perché realtà come quella di Pietrammare – che è ovviamente esasperata – esistono davvero. Al Sud e non solo. Che quindi un bravo amministratore della res publica non debba essere per forza onesto. La nostra è una provocazione s’intende, ma il problema di come conciliare la morale con la politica ha fatto perdere il sonno a tanti. A cominciare da Niccolò Machiavelli. Mica uno qualunque.

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