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Paolo Petrocelli: per cambiare il mondo riscopriamo la bellezza!

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.

Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com. Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.

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“Solo l’uomo che attraversa il fiume di notte, conosce il valore della 
luce del giorno”.


Da violinista e musicologo a manager ed imprenditore culturale. Paolo 
Petrocelli (Roma 1984) ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo
 del management culturale, artistico e musicale in ambito nazionale ed 
internazionale, con una versatilità di funzioni e ruoli, che lo hanno 
portato a contraddistinguersi per un profilo professionale 
particolarmente innovativo e dinamico.


Già membro del Consiglio di Amministrazione del Teatro dell’Opera di 
Roma e della Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena, ricopre 
attualmente diversi incarichi istituzionali e ruoli manageriali, che
lo vedono particolarmente impegnato nel campo della diplomazia
 culturale, delle relazioni internazionali e dello sviluppo strategico.


Petrocelli è Co-Fondatore e Presidente del Comitato Giovani UNESCO,
Fondatore e Presidente di EMMA for Peace (Euro-Mediterranean Music 
Academy), Membro del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio di 
Venezia, Cultural and Music Diplomacy Officer per il World Summit of
 Nobel Peace Laureates, Direttore dello Sviluppo della Fondazione
 Accademia Musicale Chigiana, Assistente del Sovrintendente del Teatro
 dell’Opera di Roma per lo Sviluppo Internazionale. Appassionato
educatore, è docente presso la LUISS e la John Cabot 
University ed è Direttore del Master of Cultural Management presso 
Rome Business School.






D. Chi è un innovatore per te? Perché?






R. Colui che vive con intensità, passione, determinazione e coraggio,
inseguendo sempre stimoli, sfide e nuovi obbiettivi, ispirandosi a
valori assoluti di “Bellezza” e “Giustizia”. 
Giorno dopo giorno. Innovatore perché ama la vita.






D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?





R. La vera innovazione che attendo è quella dei valori, la riformulazione
 delle idee più universali, come quella del “bello”.
Una nuova concezione del “bello”, questa si che sarebbe
“un’innovazione” capace di cambiare il mondo!





D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?





R. Un leader deve saper comprendere e curare i rapporti umani, prima di
 quelli professionali. 
Un leader deve rendere tutti i componenti della squadra orgogliosi di 
far parte della propria organizzazione. 
Un leader deve saper guidare verso l’eccellenza, il giusto, il bello.







D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?





R. I miei genitori.






D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?





R. La paura: che le giovani generazioni non riescano a diventare
protagonisti positivi del nostro presente, perdendo così l’opportunità
 di giocare un ruolo determinante per la creazione di un futuro
migliore. 
La speranza: che mediocrità e superficialità cedano il passo ad
 eccellenza e profondità. Un nuovo rinascimento che veda tutti
 cittadini contribuire con consapevolezza e passione al progresso
 sociale.





D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.





R. Continuare a collaborare con persone, organizzazioni e istituzioni con
 le quali ho inteso sviluppare più compiutamente quella vocazione 
culturale ed umanistica che anima il mio progetto di vita, che 
coincide e sempre coinciderà con il mio impegno professionale.





D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare





R. Mi fa particolarmente arrabbiare la diffusa mancanza di ottimismo,
determinazione, coraggio, speranza delle giovani generazioni.
 Mi emoziona scoprire la straordinaria varietà e bellezza di popoli e 
paesi: culture, tradizioni, valori. Mi emoziona sentirmi cittadino 
italiano, cittadino europeo, cittadino del Mondo.


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