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Tutte le stilettate di Matteo Renzi contro Massimo D’Alema nella direzione Pd

Chiediamo il congresso, si chiude un ciclo“. Nell’attesa direzione nazionale di oggi del Partito Democratico Matteo Renzi ha confermato i rumors della vigilia e annunciato la sua volontà di dimettersi dal ruolo di segretario per favorire l’organizzazione anticipata del congresso, per il quale ha proposto di applicare “le regole dell’ultima volta” quando lui stesso vinse su Gianni Cuperlo e Pippo Civati. “Non sarò mai il garante di un patto tra correnti, preferisco sempre il mare aperto della sfida“, ha confermato i suoi intenti l’ex premier.

IL RISCHIO SCISSIONE

Un’ora di intervento, nel corso della quale l’ex presidente del Consiglio ha parlato a tutto campo delle sue strategie per il futuro del Pd e non solo. A partire dall’ipotesi scissione ventilata da molti esponenti della minoranza dem nelle ultime settimane: “Dire che o si fa il congresso prima delle elezioni oppure sarà scissione, sembra tanto un ricatto morale. E io per definizione sono poco propenso ad accettare i ricatti“, ha scandito Renzi, che poi ha però aggiunto di volerla evitare: “Chi ha la responsabilità di guidare una comunità deve avere il buonsenso di accettare di anticipare il congresso. La scissione non la voglio. Se dovrà esserci – ma io spero di no – che sia almeno senza alibi“, ha continuato. Quasi ad affermare che non la esclude, ma che non intende minimamente esserne indicato come il responsabile.

IL RENZISMO E GLI AVVERSARI INTERNI

I messaggi inviati agli avversari interni sono stati numerosi: “Qualcuno sostiene che il congresso servirà a costruire un’alternativa al renzismo. Io penso che dovrebbe servire a creare un’alternativa al trumpismo, al lepenismo e, perché no, al grillismo. Agli amici e compagni della minoranza voglio dire: non sarete mai il nostro avversario, Per noi non sono dentro questa stanza ma fuori“.

IL PD DOPO IL CONGRESSO

La battaglia per la riconquista della ledearship di fatto è già iniziata e Renzi lo ha fatto chiaramente intendere agli avversari della minoranza, per l’occasione presenti in massa da Pierluigi Bersani a Massimo D’Alema fino a Michele Emiliano. “Un abbraccio e in bocca al lupo a chi si è candidato alla guida del partito. Se vinceranno loro, sarò in prima fila a sostenerli“. Poi la stoccata, a testimonianza della frattura che si è consumata negli ultimi mesi: “Vinca chi ha le idee migliore. Gli altri il giorno dopo dia una mano a chi vince. Non scappi con il pallone come è già avvenuto“.

I RIFERIMENTI A D’ALEMA

Renzi non lo nomina mai, ma è chiaro chi sia il bersaglio numero del suo discorso: Massimo D’Alema. A proposito delle elezioni romane poi vinte da Virginia Raggi, l’ex sindaco di Firenze ha ricordato come il candidato pd Roberto Giachetti “sia andato avanti mentre qualcuno telefonava agli assessori per convincerli ad accettare un posto in giunta“. Un chiaro riferimento a D’Alema che durante la campagna elettorale di Roma contattò tra gli altri Tomaso Montanari per consigliargli di accettare l’incarico di assessore che gli aveva proposto Raggi. E ancora una staffilata quando ha detto di non vedere l’ora “che parta la commissione d’inchiesta sulle banche. Quanto sarà interessante discutere della Banca 121 o di Antonveneta“, i due istituti di credito che furono acquisiti da Mps ai tempi del lidér Maximo. Altra stilettata su Telecom: Renzi ha chiesto esplicitamente di riflettere criticamente sulla bontà della privatizzazione di Telecom avvenuta con il beneplacito anche e non solo di D’Alema.

LE ELEZIONI

Nessun chiarimento sulla data delle elezioni: Renzi ha solamente sottolineato come la questione sia sganciata dal congresso Pd: “Non si fa per decidere la data delle elezioni politiche che prima o poi si dovranno svolgere. Io dico di farci trovare pronti quando arriverà il momento“.

RENZI E IL GOVERNO GENTILONI

Nessuna data di scadenza – pare dunque di capire – per il governo guidato da Paolo Gentiloni, per l’occasione presente sul palco e seduto al fianco di Renzi nella fase dell’introduzione iniziale da parte del presidente del partito Matteo Orfini. “Gentiloni deve avere la massima stima da parte di tutto il Pd“, ha affermato Renzi, che ha contestato le recenti voci su una presunta differenza di vedute tra i due. Il no all’aumento dell’accise per evitare la procedura d’infrazione europea, però, l’ex sindaco di Firenze lo ha pienamente confermato: “E’ una questione di serietà verso i cittadini. Dovremo fare gli accordi opportuni con Bruxelles, ma sono ottimista anche perché il Pil aumenterà di più rispetto a quanto previsto inizialmente“.

I PROSSIMI PASSI

Che la campagna congressuale sia già cominciata Renzi lo ha ulteriormente confermato quando ha annunciato di voler iniziare a girare di nuovo l’Italia come fatto in occasione delle primarie del 2012 e del 2013: “Voglio andare in giro e scovare i talenti migliori per l’oggi e per il domani: persone che possano darci un contributo, sfidarci, fare meglio di noi“. Infine anche un’autocritica sul tanto contestato sms inviato a Giovanni Floris a proposito dei vitalizi: “Avrei potuto risparmiarmelo“.

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