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Tutte le sfide del sindacato nell’industria e tra la gente

“Lavoro, salute, un buon contratto. Questa è la nostra missione”. Con questo slogan si è aperta a Pesaro la undicesima Conferenza d’Organizzazione della Uilm a cui hanno preso parte 250 delegati in rappresentanza di circa centomila iscritti al sindacato metalmeccanico della Uil. Oggi prenderà la parola Carmelo Barbagallo, il leader della Uil stessa. Ieri, Rocco Palombella ha aperto i lavori della prima giornata in programma con una relazione di circa trenta pagine la prima. Pier Paolo Bombardieri, Segretario organizzativo della Uil li ha conclusi, incentrando il suo intervento sul bisogno che c’è di sindacato tra la gente. Tra loro, le parole dalla tribuna di Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica che ha ricordato la forza dell’epilogo contrattuale dei metalmeccanici, firmato a Roma lo scorso 26 novembre, perché firmato unitariamente.

LA NECESSITÀ DI UNA MOBILITAZIONE

“Abbiamo rinnovato un contratto che guarda non tanto al presente – ha sottolineato Rocco Palombella – ma che si proietti nel futuro”. Ma il leader della Uilm ha indicato anche il da farsi nei giorni a venire: “Dobbiamo far partire da questa nostra assise un percorso volto a definire una piattaforma che si faccia carico dell’emergenza del lavoro esistente nel Paese, predisponendo azioni di tutela e a favore della coesione sociale”. “Si tratta – ha precisato il leader sindacale – di una grande fase di consultazione generale per arrivare ad una giornata di mobilitazione di tutte quelle forze che condividono il nostro progetto basato su Lavoro, Sviluppo e Ammortizzatori sociali!”. Palombella ha ricordato l’epilogo positivo della vertenza contrattuale dei metalmeccanici fondata su un’intesa unitaria sottoscritta il 26 novembre del 2016: “Nei prossimi giorni – ha detto – finita la nostra conferenza, dobbiamo aprire immediatamente una discussione con Fim e Fiom. L’obiettivo sarà quello di coinvolgere Cgil, Cisl, Uil sui temi del lavoro, dello sviluppo e degli ammortizzatori sociali. Lo dobbiamo fare noi, perché abbiamo una grande responsabilità. Abbiamo la responsabilità del rilancio del lavoro industriale, della difesa dei posti di lavoro, e soprattutto, ripeto, della coesione sociale di questo Paese”. Infine, l’azione sindacale da realizzare con maggior vigore nei momenti di instabilità politica: “Noi siamo convinti – ha concluso Palombella – che dobbiamo continuare a rivolgere la nostra attenzione ai temi che affliggono il nostro Paese e concentrare le nostre azioni nella difesa degli interessi di chi rappresentiamo: cittadini e lavoratori”.

FRANCHI E LA GESTIONE DEL CONTRATTO

“La firma del Ccnl dei metalmeccanici è stato un grande risultato – ha ribadito Stefano Franchi, il Dg di Federmeccanica – ma è solo il primo passo per la gestione del contratto stesso. Ce l’abbiamo fatta gestendo bene relazioni sindacali che sono diventate eccellenti anche dal punto di vista umano. Venivamo da una situazione bellica dal punto di vista industriale in cui la lunga crisi aveva determinato la chiusura di almeno il 25% delle aziende del nostro settore. Ora c’è un contratto esigibile, perché condiviso da tutti quelli che lo hanno firmato”. Franchi ha insistito su quello che deve essere l’industria del domani: “Per cambiare, prima che ci cambino gli altri – ha chiosato – è fondamentale investire in formazione, conoscenza, innovazione”.

BOMBARDIERI ED IL SINDACATO APERTO

“Il contratto dei metalmeccanici – ha esordito Pier Paolo Bombardieri – ha rappresentato per molte altre categorie impegnate nel rinnovo contrattuale il modello da eguagliare. E ciò è accaduto proprio mentre il mondo mostrava realtà che tendevano a chiudersi in sé stesse, come è successo agli Usa con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e con la Brexit dalla Ue. Rispetto a questa difficile situazione internazionale è bene aprirsi e non chiudersi. Proprio il sindacato può contribuire ad un nuovo modo di essere, aprendosi alle realtà che finora sono state fuori, o non considerate. E per farlo è necessario che i corpi intermedi, com’è il sindacato, si aprano dall’io al noi e continuino a stare dalla parte dei più deboli”. Bombardieri ha prefigurato quello che deve essere la prospettiva sindacale: “Dobbiamo darci da fare – ha concluso – per progettare il cambiamento non solo economico, ma anche sociale della nostra gente, indicando un modello di sviluppo e anche di rinnovate politiche industriali. Sì c’è molto da fare per il nostro sindacato”.

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