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Leonardo-Finmeccanica, ecco perché Mauro Moretti non si è dimesso

Mauro Moretti

Il cda di Leonardo-Finmeccanica ribadisce la fiducia nell’amministratore delegato, Mauro Moretti, dopo che Moretti, in quanto ex capo azienda di Rfi (Rete ferroviaria italiana) è stato condannato ieri per la strage di Viareggio.

LA SENTENZA

Condanna a sette anni per gli ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti e Michele Mario Elia al processo per la strage di Viareggio in cui persero la vita 32 persone nel giugno del 2009. Per i 33 imputati, come persone fisiche, e 9 società, le accuse erano a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose. Dieci le assoluzioni. Moretti, hanno spiegato i suoi avvocati, è stato assolto come ad delle Ferrovie, ma condannato in qualità di ex amministratore delegato di Rfi. “Scandaloso l’esito del processo, e la sentenza trasuda populismo” ha aggiunto il legale. Tra le società ‘imputate’, assolte Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, condannate Rfi e Trenitalia.

L’ANALISI

“A rigor di legge, la sentenza di primo grado che ieri ha condannato Mauro Moretti, attuale amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, a sette anni di carcere per l’incidente di Viareggio, non sembra destinata a produrre effetti sulla sua permanenza ai vertici del gruppo dell’aerospazio e della difesa, ma anche sulla sua eventuale ricandidabilità”, scrive oggi il Corriere della Sera, che aggiunge: “Secondo il Testo unico in materia di intermediazione finanziaria, che richiama il regolamento del ministero della Giustizia 162 del 2000, solo le sentenze irrevocabili ledono i requisiti di onorabilità pregiudicando lo svolgimento delle «funzioni di amministrazione e direzione» – scrive la giornalista Antonella Baccaro del Corsera – Né vale per le società quotate, come Leonardo, che non lo abbiano deliberatamente adottato, il regolamento etico emanato nel 2013 dall’allora ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, che considera una condanna in primo grado per taluni reati causa d’ineleggibilità e decadenza”.

COSA DICE IL CDA

Ieri il consiglio di amministrazione di Leonardo-Finmeccanica, riunitosi insieme con il collegio sindacale, «ha verificato che permangono in capo all’ad tutti i requisiti previsti dalla vigente disciplina, nonché la piena capacità di esercitare le prerogative connesse all’ufficio di organo delegato e ha confermato, all’unanimità, piena fiducia all’ingegner Moretti», si legge in una nota del gruppo. Questo sulla scorta di tre differenti pareri di professionisti, unanimi anche nel certificare che la sentenza per reato colposo non definitiva non inficia neppure la possibilità di partecipare a gare in altre giurisdizioni esaminate. Si ritengono inoltre confermati i requisiti di onorabilità previsti dal Tuif (Testo unico in materia di intermediazione finanziaria) poiché le imputazioni a carico di Moretti non riguardano peraltro i reati elencati nel relativo decreto 162 del 2000.

IL DOCUMENTO COMPLETO

Ecco la sintesi del parere pro veritate, richiesto dal consiglio di amministrazione di Leonardo-Finmeccanica e reso da primari professionisti altamente qualificati nelle materie del diritto civile, penale e internazionale,

Le considerazioni sotto riportate rappresentano la sintesi di un parere pro veritate reso da tre professionisti altamente qualificati nelle materie del diritto civile, penale e internazionale. In relazione all’incidente ferroviario accaduto a Viareggio il 29 giugno 2009 il Tribunale di Lucca ha condannato in primo grado – e dunque in via non definitiva – l’ing. Moretti, attuale amministratore delegato di Leonardo – Società per azioni (di seguito, per comodità, “Leonardo” o la “Società”), ritenendolo colpevole dei reati di incendio colposo, disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose. Con riguardo a quanto sopra esposto, si è inteso verificare, alla luce delle applicabili norme di legge e di regolamento, se con riferimento ai fatti di Viareggio la condanna non definitiva dell’ing. Moretti per reato colposo determini la decadenza dalla carica dell’amministratore delegato di Leonardo ovvero incida sulla capacità di svolgere l’ufficio. Tenuto conto dell’ambito in cui opera Leonardo, oltre ai profili di diritto interno l’analisi è stata estesa anche ad alcune giurisdizioni straniere. In particolare, oltre all’Italia si è inteso altresì verificare se una possibile pronuncia di condanna per determinati delitti colposi, ancorché non definitiva, possa comportare limitazioni alla capacità della Società di partecipare a gare indette da enti pubblici o agenzie governative nei Paesi nei quali il Gruppo Leonardo realizza gran parte dei propri ricavi e dei propri ordini (dati 2015). Ebbene, per quanto riguarda l’ordinamento interno né gli artt. 2382 e 2387 del codice civile né l’art. 147-quinquies del d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, “TUF”) e relative disposizioni di attuazione né l’art. 80 del codice dei contratti pubblici né, infine, la disciplina in materia di nulla osta di sicurezza (c.d. “NOS”) determinano la decadenza dalla carica di amministratore delegato di Leonardo ovvero incidono sulla capacità operativa della Società di svolgere la propria attività economica. Parimenti, è da escludere il venir meno dei requisiti di onorabilità previsti dall’art. 147-quinquies TUIF – che pertanto sono allo stato pienamente confermati – stante il fatto che le imputazioni a carico dell’ing. Moretti, tra l’altro, non riguardano i reati riportati nell’elenco di cui al D.M. n. 162 del 2000. Ad analoghe conclusioni si perviene con riferimento alle aggiuntive dichiarazioni di natura reputazionale rese dall’ing. Moretti in sede di accettazione della candidatura alla carica di amministratore di Leonardo in quanto dette dichiarazioni fanno riferimento a fattispecie di reati del tutto diverse da quelle per le quali oggi l’ing. Moretti è stato condannato in primo grado nel processo penale de quo. Sempre con riguardo all’ordinamento italiano, si conferma che la condanna in primo grado non esplica ex lege alcun impatto sull’operatività aziendale ai sensi della disciplina in tema di commesse o concessioni pubbliche ovvero di NOS. Infatti, nessuno dei reati ascritti all’ing. Moretti risulta compreso nell’elenco di cui all’art. 80 codice degli appalti. Del pari la condanna riguarda reati non rilevanti ai fini dell’abilitazione alla sicurezza. Rispetto agli ordinamenti stranieri in cui Leonardo realizza gran parte del proprio business, né a livello comunitario (direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici, la speciale normativa nei settori della difesa e della sicurezza di cui alla direttiva 2009/81/CE del 13 luglio 2009) né a livello OCSE (Convenzione sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali del 21 novembre 1997) sono ravvisabili disposizioni in base alle quali la pronuncia di condanna non definitiva dell’attuale amministratore delegato di Leonardo per delitti colposi possa incidere sulla capacità della Società di partecipare a gare indette da enti pubblici. Analogamente, nelle giurisdizioni di maggior interesse è confermato che la pronuncia di condanna emessa nei confronti dell’ing. Moretti per i suddetti delitti colposi non integra alcuna causa di esclusione dalle gare indette da enti pubblici o agenzie governative dei paesi sopra menzionati e pertanto non comporta, di per sé, limitazioni per la Società alla capacità di partecipare a dette gare.

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