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La Russia attacca con fake news il contingente Nato tedesco in Lituania

Secondo lo Spiegel è possibile che la Russia abbia orchestrato una campagna mediatica basata su notizie false per colpire il contingente tedesco che ha preso postazione in Lituania un paio di settimane fa. Lo schieramento rientra nell’ambito dei piani di rafforzamento del fronte orientale della Nato, quello con cui l’Alleanza Atlantica intende mandare un messaggio di risposta compatta alle interferenze russe nei paesi dell’Est europeo. Screditarlo sarebbe nell’interesse del Cremlino.

LA VICENDA

Il 14 febbraio alle caselle di posta elettronica di alcuni funzionari governativi, del presidente del parlamento lituano e di vari media locali è arrivato un messaggio che raccontava di come alcuni soldati tedeschi aveva violentato una ragazza lituana minorenne. L’episodio sarebbe avvenuto a Jovana, una cittadina che si trova a pochi chilometri da Rukla, dove 130 militari della Bundeswher sono stati schierati nell’ambito del programma Enhance Forward Presence (per capirci, lo stesso sotto al quale gli italiani si trovano in Lettonia). Secondo le autorità di Vilnius che hanno studiato le accuse, non ci sono prove che il fatto sia accaduto: “Le indagini della polizia lituana sono giunte alla conclusione che non vi sono né una vittima, né possibili testimoni, né colpevoli”, un portavoce del ministero tedesco della Difesa ha detto alla Deutsche Welle.

GLI AVVISI DALLA NATO

Pare che l’indirizzo di posta da cui sono stati inviati quelli che sembrano falsi messaggi di denuncia della violenza sia stato cancellato, ora le autorità lituane stanno cercando di rintracciare l’IP. Nei giorni passati il segretario dell’Alleanza Jens Stoltenberg aveva parlato palesemente con i giornalisti presenti al vertice di Bruxelles del fatto che c’erano stati già diversi tentativi di diffondere disinformazione sulla NATO e che l’organizzazione “era in costante allerta”.

IL CASO LISA

Non è il primo caso di fake news che in questo delicato periodo pre-elettorale stanno colpendo la Germania, infatti. A gennaio s’è diffuso quello che è stato definito “il caso-Lisa”, la vicenda di una quattordicenne russo-tedesca che aveva raccontato di essere stata rapita e seviziata da tre immigrati. Dopo poco si scoprì che non c’era niente di vero nella storia e fu la stessa Lisa ad ammetterlo (pare che se lo fosse inventato per coprire problemi scolastici, e la madre più tardi rivelò che la ragazzina era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico). Ma la storia è stata ripresa e condivisa in modo virale. La vicenda di “una ragazza tedesca violentata dagli stranieri immigrati” è un piatto ghiotto per la propaganda anti-governativa, perché sfrutta una delle decisioni più criticate della Cancelliera Angela Merkel, ossia aver aperto le porte a migliaia di rifugiati (l’immigrazione è attualmente uno dei territori di confronto più caldi tra i vari candidati). Ciliegina sulla torta le origini russe della ragazza, che hanno fatto in modo che la condivisione rimbalzasse nella fitta rete propagandistica pro-Cremlino (e anti-europeista) anche dopo le smentite (il sito russo RT Deutsch è il principale diffusore dei comizi anti-Islam del partito di destra Pegida o degli anti-UE Die Linke, di estrema sinistra, e Afd di destra). Esempi dei risultati della condivisione impulsiva e strumentale: in Germania ci sono state manifestazioni dei tedeschi russofoni, sponsorizzate dai partiti anti-governativi, in cui la falsa vicenda di Lisa veniva comunque utilizzata (tra il dolo e la superficialità) per sostenere che le politiche del governo di Berlino sull’accoglienza dei rifugiati avevano prodotto insicurezza nel paese. O ancora: il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva attaccato Berlino per aver “tenuto segreta la scomparsa della ragazza per troppo tempo” agendo per motivi politici.

IL DOSSIER SUI MEDIA RUSSI

Il caso-Lisa è stato già indicato dalla Nato come emblematico dei metodi di alterazione delle notizie che la Russia utilizza per influenzare l’opinione pubblica tedesca. Merkel ha chiesto alle agenzie di intelligence un rapporto su come i media russi stanno interferendo con le elezioni: i risultati, di un’indagine, che secondo la Sueddeutsche Zeitung è in corso da circa un anno, sono stati forniti agli uffici governativi i primi di febbraio, ma non sono usciti dettagli (per Sputnik e Russia Today, media riconducibili al Cremlino, il motivo per cui non sono stati diffusi dettagli delle 50 pagine di report è perché non ci sono prove, e dunque l’indagine è stata ritenuta “inopportuna” da Berlino e distrutto). La ministro della Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, ha detto che c’è da aspettarsi altri casi simili a quello lituano.

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