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Ieo e Monzino, come si sono divisi Mediobanca e Intesa Sanpaolo su Rocca e Rotelli

Di Francesca Gerosa e Andrea Montanari
Alberto Nagel, Mediobanca, Sanpaolo, Generali

Porta chiusa all’ingresso dell’Humanitas di Gianfelice Rocca e al gruppo San Donato di Paolo Rotelli nello Ieo anche come soci di minoranza. Il no è arrivato dall’assemblea dell’istituto che si è riunita ieri mattina nella sede di Mediobanca primo azionista dell’istituto con una quota salita dal 14,78% al 24,81%, in seguito all’acquisto, avvenuto l’1 marzo, delle partecipazioni di Italcementi, Edison e Livanova per complessivi 25,5 milioni.

COSA HA DECISO L’ASSEMBLEA

In dettaglio, l’assemblea ha deciso di “non dare seguito all’offerta non vincolante di acquisto dello Ieo e della controllata Centro Cardiologico Monzino formulata da Humanitas e San Donato e alla loro successiva comunicazione del 3 marzo scorso”. Comunicazione nella quale Rocca e Rotelli rivedevano la proposta iniziale d’acquisto, aprendo alla possibilità per i soci che non avessero voluto vendere di restare tra gli azionisti e con la promessa di continuare a investire l’80% degli utili dello Ieo in ricerca per i prossimi 10 anni. L’assemblea ha anche deliberato a maggioranza (circa il 51,5%) di invitare il cda “a svolgere in piena autonomia, con l’ausilio di primari consulenti internazionali nel campo della medicina oncologica e cardiologica, un’analisi circa il posizionamento dello Ieo e del Monzino rispetto alle principali strutture internazionali, individuando altresì le eventuali azioni da intraprendere per assicurare nel tempo lo sviluppo e la continuità dell’eccellenza del gruppo”.

CHI HA VOTATO CONTRO ROTELLI E ROCCA

Contro l’offerta targata San Donato-Humanitas ha votato un fronte rappresentato da Mediobanca, UnipolSai, Generali, Telecom, Popolare Sondrio, Fondazione Carena e la Maugeri. Chi invece ha dato seguito alla proposta presentata da Unicredit di un incarico a un advisor per valutare l’offerta degli operatori considerando le eventuali ipotesi di sviluppo sono stati la stessa banca milanese guidata da Jean Pierre Mustier, Intesa Sanpaolo, Rcs, Pirelli, Allianz, Banca Mediolanum e la Fondazione Pesenti.

COSA FARA’ ORA MEDIOBANCA

Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Mediobanca, con il presidente Renato Pagliaro in cabina di regia, sarebbe ora pronta a rilevare anche le quote dei soci che hanno aperto alla proposta di vendita. Questo è l’esito formale del primo atto della vicenda che, con ogni probabilità porterà a un secondo tempo, se non ai supplementari. I due offerenti, dal canto loro, hanno preso atto della volontà della maggioranza dei soci dello Ieo ma non sarebbero intenzionati alla ritirata e con ogni probabilità proveranno a tornare alla carica, magari cambiando i termini dell’offerta, soprattutto quelli economici.

LE MIRE DI ROTELLI E ROCCA

San Donato e Humanitas, affiancati da Intesa Sanpaolo e Rothschild, avevano presentato a fine gennaio una manifestazione di interesse congiunta da circa 300 milioni con l’intento dichiarato di creare un grande polo di cardiochirurgia, unendo l’ospedale San Donato e il Monzino, e allo stesso modo un grande centro per la ricerca e le terapie oncologiche sullo stile americano, mettendo insieme Humanitas e Ieo, quest’ultimo assistito dai consulenti Leonardo e Borghesi. “Il nostro progetto avrebbe consentito di rafforzare ulteriormente la posizione di Milano e del Paese all’interno del panorama scientifico internazionale, nell’interesse dei pazienti, dei medici e dei ricercatori”, si legge in una nota congiunta diramata ieri da Humanitas-San Donato. “Rimaniamo convinti che, in uno scenario come quello attuale, sia necessario avere una visione globale, una strategia comune, per favorire investimenti nella ricerca e nell’innovazione clinica, ma anche grandi dimensioni che consentano di perseguirla. Per questo continueremo a investire per portare avanti il nostro impegno nella ricerca e far diventare Milano sempre più un punto di riferimento internazionale nell’ambito delle scienze della vita”. Intanto l’istituto prosegue sulla linea dell’indipendenza concentrata sull’investimento in ricerca e sviluppo scientifica e di cura dei pazienti che produce un margine ebitda dell’8,5%.

(Articolo pubblicato su MF-Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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