Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Perché io, giornalista e azionista del Sole 24 Ore, sono orgoglioso di essere un whistleblower

Di Nicola Borzi

Il 5 ottobre 2016 avvisai con un esposto il collegio sindacale e la Consob della necessità di guardare con attenzione alcune poste dello stato patrimoniale. —> Il 6 marzo 2017 un advisor spiegava che ci sono 19 milioni di svalutazioni.

Il 7 ottobre 2016 raccontavo in un secondo esposto al collegio sindacale e alla Consob della Di Source, di Fleet Street News e di Filippo Beltramini, indicando un doppio flusso finanziario da e per Il Sole 24 Ore. —> Il 10 marzo 2017 Beltramini spicca tra gli indagati e la Di Source svetta al centro di 18,5 milioni in uscita e solo 15,5 milioni in rientro al Sole 24 Ore.

Il 17 ottobre 2016 in un incontro con il collegio sindacale, registrato e integralmente trascritto in un verbale di 50 pagine, citavo le decine di migliaia di copie cartacee gestite dal gruppo Johnsons che non andavano ai clienti. —> L’11 marzo 2017 il Corriere della Sera riporta virgolettandolo il proprietario di Johnsons, il quale ha testimoniato che decine di migliaia di copie cartacee non andavano ai clienti ma al macero e che a suggerirgli quante comprarne ogni giorno erano i vertici aziendali del Sole 24 Ore.

Io sono un giornalista e un azionista del Sole 24 Ore. E sono orgoglioso di esserlo. Così come sono orgoglioso di essere un whistleblower.

La mia inchiesta interna, durata sette anni trascorsi tutti sottotraccia, è confermata dalle indagini.

(post pubblicato su Facebook)

+++

DI SEGUITO IL SUCCESSIVO POST:

Non e’ il giudizio della magistratura, di là da venire, che dobbiamo considerare: come ho detto ieri all’assemblea dei giornalisti del quotidiano, noi siamo garantisti e lasciamo agli altri i giudizi penali e civili.

Ma non possiamo tacere ne’ nascondere IL GIUDIZIO DEI LETTORI: dal dicembre 2015 al dicembre 2016 i dati sulla diffusione, comunicati dall’azienda stessa e certificati da ADS, testimoniano i risultati devastanti della direzione Napoletano. In un solo anno, le copie cartacee diffuse sono calate del 25%, quelle digitali singole di quasi il 15%. Il tutto AL NETTO dell’effetto Di Source, cioe’ SENZA considerare nella base di calcolo le copie digitali multiple “azzerate” da ADS.

C’e’ poi la questione dell’aumento di capitale: accreditati organi di stampa nei giorni scorsi hanno riportato la posizione di alcune banche, tra cui Intesa SanPaolo, che sono creditrici dell’azienda e che hanno concesso uno standstill ormai in scadenza, anche per la violazione dei covenant pattuiti. Ebbene, le notizie unanimi confermano che i creditori non intendono erogare nuova finanza né partecipare a ipotesi di aumento senza un cambio di direzione del giornale.

Ecco perché qualsiasi ipotesi di “autosospensione” del direttore NON è la soluzione. La dignità e il lavoro dei giornalisti, la credibilità e il prestigio della testata, la stessa sopravvivenza della società quotata ESIGONO che qualsiasi legame con l’ultimo dei passati responsabili della situazione diffusionale ed economica del giornale sia reciso senza più alcun indugio.

Il tutto, ovviamente, è in mano all’azionista di riferimento. Il quale sinora ha preso tempo. A questo punto si aprono interrogativi ai quali non sappiamo rispondere, ma la soluzione dei quali non può ulteriormente tardare. Perché l’azienda è ormai decotta (il consiglio di amministrazione del 6 marzo ha certificato che il patrimonio netto è già negativo per 7 milioni) e c’è una indagine per falso in bilancio in corso. Speriamo che prevalga il buon senso e si eviti al giornale una fine ingloriosa che porterebbe le ipotesi di reato a ben altra e più grave dimensione.

×

Iscriviti alla newsletter