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Come cambia la comunicazione di Marine Le Pen

Di Bruno Murgia
Le Pen, parigi

Marine Le Pen è in testa nei sondaggi. Perché? Parlare di effetto-Trump è riduttivo nei confronti di una mutazione profonda nel patrimonio genetico del Front National.

IL PASSATO DA NON RIVENDICARE

Nel primo video della campagna è notevole la trasformazione. Le Pen si mostra al timone di una barca, raccontando la donna, la madre, l’avvocato. Nessun riferimento alla fiamma, alla storia scomoda di Jean-Marie, ai personaggi controversi del partito.
E’ la storia della patriota, con la sua critica radicale alla globalizzazione, capace di riunire un nuovo blocco storico attorno il simbolo della Rosa Blue Marine: maestre, agricoltori, operai, uomini e donne delle periferie, persino immigrati. Potremmo rinominare il Front National come il Partito dei Contadini e degli Operai, come i primi partiti socialisti e comunisti.

QUELLE PAROLE CONIATE A SINISTRA

Le parole chiave della sinistra sono state riprese dalla Nuova Destra di Alain De Benoist e messe poi in azione dalla dèdiabolisation del fidato consigliere Florian Philippot. Un rovesciamento di senso delle parole d’ordine della gauche, rinchiusa nella tecnocrazia, avvenuto grazie alle eresie intellettuali della nouvelle droite. Un complesso mondo di centri studi e riviste che lavora sin dagli anni ’70 per dare un nuovo significato alla parola destra. E’ la lettura “metapolitica” del mio conterraneo sardo Gramsci, dove il successo di una strategia è strettamente legato alla lotta culturale. Il cambio di paradigma dai “camaradas” jeanmarinisti è avvenuto repentinamente dopo il Congresso di Lione che li ha messi in minoranza nel 2014.
Il “parricidio” consumato pubblicamente è stato lo show di una ampia rivoluzione copernicana nei simboli e nelle immagini: dal partito dei nostalgici dell’Algeria francese a quello dei petit blanc, di chi non riesce ad arrivare a fine mese ed è spaventato dall’avanzata dell’Islam.

LA SOCIETA’ IN CRISI

“La Francia si sta suicidando” scrive Eric Zemmour, uno dei nuovi intellettuali della destra degli sconfitti del globalismo. L’egemonia sessantottina ha generato una decostruzione dei più piccoli ingranaggi della società. Famiglia e e istituzioni sono “svuotate”, ed i francesi “svirilizzati”. Ne è un esempio il protagonista del romanzo Sottomissione di Houellebecq, convertito alla fede islamica per mantenere il posto di lavoro.
La stessa crisi d’identità che Michael Onfray propone in Décadence. “Vita e morte dell’Occidente”, sottotitolo che riprende le tesi del ciclo vitale delle Civiltà di Oswald Spengler e Arnold Toynbee.
Se nell’età dell’Oro l’uomo prosperava nelle arti, quella in cui viviamo è un’età della geometria e della tecnica.
E’ l’età del Kali Yuga, l’ “era dove tutto è più buio”, in cui il mondo è vicino al trapasso.
Una critica spietata dell’individualismo liberale, la cui unica via di uscita è un nuovo umanesimo legato ad un pensiero forte della vita e della società.

LE NUOVE IDEE DI LE PEN

Una galassia di sintesi fra destra e sinistra, fra patriottismo e socialità: lo scrittore Philippe de Villiers legato alla linea cattolica di Marion-Marechal Le Pen, l’ecologista delle “bio-regioni” Laurent Ozon, l’anti-relativista Alain Finkielkraut, il ribelle guevarista Regis Debray che elogia la finitezza del confine.

Marine Le Pen ha capito la potenza delle idee. E’ stata capace di interpretare i cambiamenti del nostro tempo, in una linea profondamente nazionale. Cambiare rotta, senza perdere la bussola.

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