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Cosa fa la Pubblica amministrazione con gli Open data?

“È una giornata storica. Per la prima volta la Pubblica amministrazione (Pa) s’interfaccia con il mondo degli startupper. La Pa non è solo scartoffie e burocrazia, ma il più grande detentore di dati ed è giusto che questi vengano resi fruibili a chiunque”. Ha esordito così il ministro Marianna Madia (nella foto a destra) aprendo il workshop “Dagli open data all’Open innovation” organizzato nell’ambito della Settimana dell’amministrazione aperta dal dipartimento della Funzione Pubblica e l’Open Government Partnership, in collaborazione con i Global Shapers, alla presenza del Commissario straordinario per l’Agenda Digitale Diego Piacentini (nella foto a sinistra), di Raffaele Lillo, Ernesto Belisario e più di 40 startuppers italiani.

LE PAROLE DI PIACENTINI

“Il progetto della Open Government Partnership mira ad ottenere impegni concreti dai governi aderenti in termini di promozione della trasparenza, di sostegno alla partecipazione civica, di lotta alla corruzione e di diffusione, dentro e fuori le pubbliche amministrazioni, di nuove tecnologie a sostegno dell’innovazione” – ha detto Piacentini -. “Il primo step che il team intende raggiungere è quello della creazione di una piattaforma unica di Open Data su cui caricare e rendere fruibili i dati della Pa, sia centrale che periferica, a tutti coloro che vorranno farne uso per qualunque motivo, soprattutto di business”.
Un portale di statistiche costruito con un’architettura particolare, che risponda a determinati requisiti come la scalabilità o l’accessibilità via mobile.
“Abbiamo intenzione di creare una struttura digitale che sia collegabile con ogni tipo di servizio che un privato o la stessa Pa svilupperà in futuro e che richieda l’utilizzo dei dati accessibili -ha concluso Piacentini -. Il tutto completamente utilizzabile via smartphone, perché l’idea è quella di offrire la possibilità agli utenti di accedere ai dati mentre si muovono”.

LA PIATTAFORMA

Raffaele Lillo, chief data officer del team per l’agenda digitale, ha spiegato il ruolo della tecnologia nella piattaforma. “Quello che noi vogliamo fare è un cloudsourcing, ovvero un portale dove ogni ente della Pa e privati possano inserire i dati in proprio possesso con lo scopo di organizzarli e restituirli all’utente organizzati e nel formato richiesto.”
Attualmente i dati della pa sono disponibili, ma su diverse piattaforme e con diverse modalità di accesso. Un ritardo nella fase di ricerca, che frena le possibilità di profitto per le imprese. Chi fa business ha bisogno di tempi certi, ha infatti confermato l’avvocato del team di Ogp Ernesto Belisario, e i termini di 30 giorni di risposta devono essere rispettati perentoriamente.

La digitalizzazione aiuta nella certezza delle pratiche di accesso e di libertà informativa. È la prospettiva di uno “Stato innovatore” che possa aiutare la crescita economica, utilizzando la trasparenza come motore dell’innovazione, superando la distinzione fra pubblico e privato.

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